venerdì 17 dicembre 2010

La Rota romana impedì alla diocesi di Dublino di ridurre allo stato laicale un prete pedofilo seriale. Fu punito solo grazie all'intervento diretto di Papa Wojtyla e del card. Ratzinger (Ap)

Pedofilia/ Tribunale vaticano impedì intervento su prete irlandese

Solo con intervento Wojtyla-Ratzinger fu ridotto a stato laicale

(Ap) - Il tribunale vaticano della Rota romana impedì alla diocesi di Dublino di ridurre allo stato laicale un prete pedofilo seriale, Tony Walsh, e solo con l'intervento di Giovanni Paolo II e dell'allora cardinale Ratzinger il Vaticano lo accettò. Nel frattempo il sacerdote arrivò a violentare un ragazzo nel bagno di un pub alla fine di un funerale. E' quanto emerge dall'ultimo capitolo di un'indagine sulla pedofilia nel clero irlandese.
Nei mesi scorsi il Papa ha accolto i risultati del rapporto Murphy realizzato dal ministero della Giustizia con una lettera ai cattolici irlandesi nella quale ammetteva le colpe della Chiesa irlandese. Benedetto XVI ha poi accettato le dimissioni di diversi vescovi ed ha mandato in Irlanda una visitazione apostolica che concluderà la prima parte dei lavori a Pasqua.
Il capitolo del rapporto Murphy relativo a padre Walsh è stato pubblicato solo ora perché il sacerdote era ancora sotto processo. Walsh, che ora ha 56 anni, è stato condannato a 12 anni di prigione. La procura ha scoperto che, quando era prete nella diocesi di Dublino, dal 1978 al 1996, ha molestato centinaia di ragazzi e ragazze, adescandoli anche col pretesto di spettacoli musicali parrocchiali nei quali imitava Elvis Presley. Nel corso degli anni, fu anche spostato da una parrocchia all'altra per evitare lo scandalo. Nel 1993, finalmente, l'allora arcivescovo di Dublino Desmond Connel organizzò un processo ecclesiastico che si concluse con la riduzione alla dimissione dallo stato clericale di Walsh, il quale, però, fece appello al tribunale romano della Rota e vinse. Desmond chiese, a quel punto, l'intervento di Papa Giovanni Paolo II e ricevette infine una lettera dell'allora cardinale Joseph Ratzinger che, nel gennaio 1996, informava che Walsh era stato definitivamente ridotto allo stato laicale.
L'attuale arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha accolto i risultati dell'indagine, affermando che Welsh non avrebbe mai dovuto essere ordinato prete e che la Chiesa irlandese ha peccato nel corso degli anni di arroganza.

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L'Ap, senza volere, ha fornito l'ulteriore prova del fatto che la CDF non aveva competenza in materia di pedofilia. Competenti erano i vescovi diocesani. Quante amarezze si sarebbero potute evitare se tutti (Santa Sede compresa) fossero stati chiari fin da subito.
R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il Guardian ovviamente ribalta la frittata.La Rota diventa il Vaticano e Connell diventa il buono. Eufemia
http://www.guardian.co.uk/world/2010/dec/17/paedophile-priest-dublin-report-vatican