giovedì 16 dicembre 2010

L'icona "Sedes Sapientiae" passa dagli studenti africani a quelli spagnoli in vista della Gmg di Madrid (Izzo)

PAPA: ICONA SEDES SAPIENTIAE A STUDENTI MADRID PER LA GMG

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 15 dic.

Al termine della celebrazione presieduta questa sera da Benedetto XVI in San Pietro alla presenza di oltre 5000 studenti universitari dei diversi atenei della Capitale, la delegazione universitaria africana ha consegnato l'Icona di Maria Sedes Sapientiae alla delegazione
universitaria spagnola che la riconsegnera' al Pontefice in agosto in occasione della Giornata Mondiale della Gioventu' che i terra' a Madrid .
"Inizia cosi' - ha commentato il Papa - il pellegrinaggio di questa effigie mariana in tutte le Universita' di Spagna, un segno che ci orienta verso l'incontro del prossimo mese di agosto a Madrid".
"E' molto importante - ha aggiunto - la presenza di giovani universitari preparati e desiderosi di comunicare ai propri coetanei la fecondita' della fede cristiana non solo in Europa, ma in tutto il mondo".
"Con Maria che ci precede nel nostro cammino di preparazione, vi do appuntamento - ha detto ancora Ratzinger - a Madrid e confido molto sul vostro generoso e creativo impegno".
"A lei, Sedes Sapientiae affido l’intera comunita' universitaria romana", ha poi aggiunto il Papa ricordando che "la Chiesa di Roma, in particolare, e' da molti anni impegnata nel sostenere la vocazione dell'Universita' e a servirla con il contributo semplice e discreto di tanti sacerdoti che operano nelle cappellanie e nelle realta' ecclesiali".
Parlando infine agli studenti dell'approssimarsi del Natale, Benedetto XVI ha osservato che "la strada che conduce a Betlemme libera il nostro cuore da ogni fermento di insofferenza e di falsa attesa, che puo' sempre annidarsi in noi se dimentichiamo che Dio opera nella nostra storia personale e comunitaria e chiede di essere accolto". "Tornare nella Grotta, in quel luogo umile e angusto, non e' - ha spiegato ai ragazzi - un semplice itinerario ideale: e' il cammino che siamo chiamati a percorrere sperimentando nell'oggi la vicinanza di Dio e la sua azione che rinnova e sostiene la nostra esistenza".
"La pazienza e la costanza cristiana - ha concluso - non sono sinonimo di apatia o di rassegnazione, ma sono virtu' di chi sa che puo' e deve costruire, non sulla sabbia, ma sulla roccia; virtu' di chi sa rispettare i tempi e i modi della condizione umana e, percio', evita di offuscare le attese piu' profonde dell'animo con speranze utopistiche o fugaci, che poi deludono".

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