Papa/ Leader italiani pensino a bene comune.Nuova affondo su Cina
Città del Vaticano, 25 dic. (Apcom)
Nuove tensioni con la Cina. Il Papa ha colto l'occasione della benedizione di Natale per incoraggiare i cattolici cinesi di fronte alla "limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza".
Nel messaggio 'urbi et orbi' (alla città e al mondo) pronunciato dal loggione centrale della basilica di San Pietro, Benedetto XVI ha ricordato le discriminazioni e le persecuzioni subite dai cristiani in varie parti del mondo, a partire dal Medio Oriente, e, sullo sfondo di continue fibrillazioni nella maggioranza di Governo, ha esortato i politici italiani a promuovere il "bene comune" del paese.
Benedetto XVI ha auspicato che la nascita di Cristo commemorata col Natale "rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale, affinché non si perdano d'animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza". Nelle scorse settimane uno scontro diplomatico tra la Santa Sede e le autorità cinesi ha mostrato la rottura delle trattative informali che andavano avanti da anni. I rapporti diplomatici sono interrotti dal 1951, quando Mao Tse-tung prese il potere, ma da anni era in corso un discreto lavorio diplomatico di riavvicinamento.
Nelle scorse settimane Pechino ha prima proceduto ad una ordinazione episcopale senza l'avallo del Papa, poi ha obbligato diversi vescovi a prendere parte all'assemblea della Chiesa cinese ufficiale. Duri i comunicati diffusi dal Vaticano a commento dei due eventi. La Santa Sede ha denunciato la violazione dei diritti umani e della libertà religiosa ed ha criticato la rottura "unilaterale" del dialogo. Altrettanto dura la replica cinese, che ha accusato il Vaticano di violare la libertà religiosa. Anche oggi, dalla Cina filtra la notizia che sarebbero stati oscurati i network internazionali che trasmettevano via satellite le parole del Papa. Una prassi normale, commentano fonti della 'Bbc' da Londra, che sottolineano come sia prassi nella Cina continentale il 'black out' dei siti e delle notizie critiche nei confronti delle autorità cinesi. In questo contesto, la recente nomina di un sacerdote cinese moderato come segretario della congregazione vaticana per l'Evangelizzazione dei popoli, il salesiano Savio Hon Tai-Fai, sembra mostrare l'intenzione di Papa Benedetto XVI di tentare un appeasement con Pechino. Nei saluti ai fedeli, il Papa ha rivolto un augurio particolare all'Italia: "Il Cristo, nato per noi - ha detto - ispiri i responsabili, perché ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune; conforti quanti sono provati dalla malattia e dalla sofferenza; sostenga coloro che si dedicano al servizio dei fratelli più bisognosi". Oltre cinquantamila fedeli sotto la pioggia hanno ascoltato Benedetto XVI. Come vuole la tradizione, Benedetto XVI ha salutato i pellegrini presenti nel colonnato berniniano e collegati in mondovisione in 65 lingue diverse. Nel discorso pronunciato prima della benedizione 'urbi et orbi', il Papa ha ricordato le persecuzioni dei cristiani in Iraq e in Medio Oriente. Proprio in queste ore giungono notizie di violenze e omicidi di cristiani, in occasione delle celebrazioni del Natale, dalle Filippine e dalla Nigeria. Benedetto XVI ha auspicato una soluzione delle tensioni tra israeliani e palestinesi, tra le due Coree e in vari paesi dell'Africa, ha chiesto un maggior rispetto dei diritti umani in Pakistan e Afghanistan, ha sollecitato la comunità internazionale ad aiutare Haiti e altri paesi colpiti dalle calamità naturali. Nella messa di Natale, ieri notte a San Pietro, il Papa aveva sottolineato come la nascita di Cristo rappresenti una risposta ai "poteri millantatori" di un mondo dove, oggi come nel passato, gli "aguzzini" usano i "bastoni", marciano "calzari rimbombanti" e i mantelli sono "intrisi di sangue". Domani, dopo l'angelus domenicale, il Papa pranzerà in Vaticano con oltre 500 poveri assistiti a Roma dalle suore di madre Teresa di Calcutta.
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