Su segnalazione di Eufemia leggiamo:
Polemiche (interne) su condom e Cina, B-XVI batte due colpi
di Paolo Rodari
Dopo l’uscita di “Luce del mondo”, il libro intervista del Papa con il giornalista tedesco Peter Seewald, sono arrivate in Vaticano diverse critiche da parte di personalità vicine alla chiesa per le parole usate da Benedetto XVI in merito all’uso dei preservativi.
Il Papa ne aveva parlato in “Luce del mondo” riferendosi esclusivamente ai casi di prostituzione nei quali uno dei due partner è affetto da Aids, ma le interpretazioni subito diffusesi dopo la pubblicazione del libro hanno fatto pensare a molti che l’affermazione papale fosse un primo passo verso una generale rivisitazione della dottrina cattolica sulla sessualità. Così, ieri, la Congregazione per la dottrina della fede è dovuta intervenire con una nota chiarificatrice – inusuale perché corregge le interpretazioni date a un testo non magisteriale del Papa – nella quale si dice categoricamente che Benedetto XVI non ha voluto modificare la dottrina morale né la prassi pastorale della chiesa. Sullo sfondo, però, l’ammissibilità dell’uso del condom nei casi di prostituzione dove uno dei due partner è affetto da Hiv rimane di fatto possibile.
Nei prossimi giorni il Vaticano ufficializzerà il nome del nuovo segretario di Propaganda Fide, il “ministero” della Santa Sede che governa le missioni nel mondo. Dallo scorso sette ottobre, infatti, il posto è vacante dato che al guineano Robert Sarah, dallo scorso 20 novembre cardinale, è stato chiesto di occupare la presidenza del Pontificio consiglio “Cor Unum” al posto del tedesco Paul Josef Cordes. La scelta del Papa per Propaganda, a meno di ripensamenti dell’ultima ora, è significativa. A essere designato è un presule salesiano cinese che ben conosce sia la realtà della chiesa sotterranea sia quella complessa della chiesa patriottica, la chiesa fedele a Pechino e al suo governo. E’, dunque, il salesiano don Savio Hon Tai-Fai che Benedetto XVI vuole a Propaganda per continuare la linea del dialogo da lui inaugurata con la lettera ai cattolici cinesi del 2007. Hon Tai-Fai sembra avere le competenze giuste: stimato dal Papa, insegna Teologia sistematica al seminario teologico di Hong Kong – l’Holy Spirit Seminary College – ed è membro della Commissione teologica internazionale. E ovviamente conosce bene la realtà della chiesa cattolica asiatica, requisito indispensabile per un posto di comando a Propaganda.
Non sono giorni facili per i rapporti tra la Santa Sede e la Cina. La segreteria di stato vaticana ha criticato in modo duro la gestione dell’Assemblea dei rappresentanti cattolici che pochi giorni fa ha portato all’elezione di un nuovo capo della Conferenza episcopale del paese, Giuseppe Ma Yinglin, vescovo illecito di Kunming. Alcuni hanno letto le critiche vaticane come il segno della volontà di abbandonare quella sorta di Ostpolitik, che negli ultimi anni era stata messa in campo con Pechino, in favore di una linea più dura e intransigente. In realtà la scelta di Hon Tai-Fai dice il contrario. Dice che la segreteria di stato continua a cercare il dialogo, pur riservandosi la libertà di stigmatizzare ciò che non va. Anche perché è negli ultimi mesi, terminato il gran battage per le Olimpiadi e l’Expo, che Pechino sembra essere tornata a un atteggiamento decisionista rispetto ai cattolici, una chiusura sempre più evidente che pare impossibile da scalfire. I rapporti con la Cina sono condotti dalla seconda sezione della segreteria di stato. E’ il sottosegretario per i rapporti con gli stati, Ettore Balestrero, uomo di dialogo e di apertura, a condurre i giochi. E’ stato lui a riuscire a ottenere lo scorso giugno la nomina di un rappresentante non residente in Vietnam, primo passo verso lo stabilimento di piene relazioni diplomatiche. E’ la medesima linea dialogante che egli intende mettere in campo anche in Cina.
Pubblicato sul Foglio mercoledì 22 dicembre 2010
© Copyright Il Foglio, 22 dicembre 2010 consultabile online anche qui, sul blog di Rodari.
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