A pranzo con il Papa, festa per cinquecento
Il banchetto di Natale nell’atrio dell’Aula Paolo VI è stato offerto ai senzatetto assistiti dalle Missionarie della Carità a Roma «Grazie per aver voluto condividere la gioia di questi giorni»
DA ROMA
SALVATORE MAZZA
Un pranzo semplice, lasagne e spezzatino. In un’atmosfera per nulla formale. A tavola, oltre cinquecento ospiti, ai quali Benedetto XVI ha assicurato che «il Papa vi vuole bene, vi porta nel cuore, vi raccoglie tutti in un abbraccio paterno e prega per voi».
Nell’atrio dell’Aula Paolo VI, domenica, il Papa ha voluto condividere la mensa coi senzatetto assistiti dalle Missionarie della Carità. Un pranzo natalizio divenuto ormai una tradizione per le suore di Madre Teresa, che sotto Natale radunano tutti gli ospiti dei loro centri d’accoglienza a Roma.
Ma quest’anno, nel centenario della nascita della missionaria di Calcutta, Benedetto XVI ha voluto averli come suoi ospiti in Vaticano: circa 350 assistiti, le suore, i missionari e i fratelli contemplativi. E s’è seduto a tavola con dieci di loro, condividendo il pranzo del giorno di Santo Stefano, ringraziando tutti «per aver voluto condividere la gioia di questi giorni di festa» e assicurando loro di essere «molto contento» di aver potuto «vivere insieme questo momento fraterno».
Al termine del pranzo, salutando i suoi invitati, papa Ratzinger ha esortato tutti a «dirci più spesso: 'Sì, Dio si prende cura proprio di me, mi vuole bene, Gesù è nato anche per me; devo avere sempre fiducia in Lui'». Infatti, ha aggiunto ricordando il mistero del Natale, Dio è diventato uno di noi, per farsi vicino a ciascuno, per vincere il male, per liberarci dal peccato, per darci speranza, per dirci che non siamo mai soli.
Noi possiamo sempre rivolgerci a Lui, senza paura, chiamandolo Padre, sicuri che in ogni momento, in ogni situazione della vita, anche nelle più difficili, Egli non ci dimentica».
Per questo, ha aggiunto, «lasciamo che la luce del Bambino Gesù, del Figlio di Dio fatto uomo illumini la nostra vita per trasformarla in luce, come vediamo in modo speciale nella vita dei santi».
Santi proprio come Madre Teresa, nella cui vita percepiamo appunto «un riflesso della luce dell’amore di Dio». E dunque «celebrare i cento anni dalla sua nascita – ha sottolineato – è motivo di gratitudine e di riflessione per un rinnovato e gioioso impegno al servizio del Signore e dei fratelli, specialmente dei più bisognosi. Il Signore stesso voleva essere bisognoso, come sappiamo».
Rivolgendosi poi alle Missionarie della Carità, ai sacerdoti e fratelli laici del ramo maschile dell’istituto e ai volontari che li aiutano, Benedetto XVI ha voluto ricordate come «la beata Teresa di Calcutta ha vissuto la carità verso tutti senza distinzione, ma con una preferenza per i più poveri e abbandonati: un segno luminoso della paternità e della bontà di Dio. Ha saputo riconoscere in ognuno – ha osservato – il volto di Cristo, da Lei amato con tutta se stessa: il Cristo che adorava e riceveva nell’Eucaristia continuava ad incontrarlo per le strade e per le vie della città, diventando un’immagine viva di Gesù che versa sulle ferite dell’uomo la grazia dell’amore misericordioso».
Come detto all’inizio, gli ospiti del Papa provenivano dalle strutture di accoglienza romane delle Missionarie della Carità. La principale è quella di San Gregorio al Celio, messo a disposizione dal Comune nel 1975 (e dove Madre Teresa risiedeva quando si trovava a Roma), che offre vitto e alloggio ad una sessantina di uomini senza fissa dimora, anziani, abbandonati o con disagio mentale.
© Copyright Avvenire, 28 dicembre 2010
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1 commento:
"....papa Ratzinger ha esortato tutti a «dirci più spesso: 'Sì, Dio si prende cura proprio di me, mi vuole bene, Gesù è nato anche per me; devo avere sempre fiducia in Lui'». Quanto e quante volte dovremmo ricordare e vivere secondo queste parole sante!
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