martedì 7 dicembre 2010

Progressi nei rapporti con il Consiglio ecumenico delle Chiese. Dopo la visita a Roma del segretario generale (O.R.)

Dopo la visita a Roma del segretario generale

Progressi nei rapporti con il Consiglio ecumenico delle Chiese

Un incontro annuale per la definizione di una metodologia di testimonianza e di annuncio comune del Vangelo, per parlare al mondo con una voce unica, soprattutto su temi etici e teologici. È il frutto più maturo della recente visita a Roma del segretario generale del Consiglio ecumenico della Chiese (Cec) di Ginevra, Olav Fykse Tveit. Com'è noto, infatti, il pastore luterano norvegese si è recato sabato scorso, 4 dicembre, in Vaticano per incontrare Benedetto XVI, la Segreteria di Stato e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani.
Il sacerdote Gosbert Byamungu, officiale del dicastero ecumenico che ha accompagnato il reverendo Tveit in tutte le tappe del soggiorno romano, parla con entusiasmo di "relazioni positive" che "aiutano tutto il movimento". Quando, "come nel nostro caso, ci sono amicizia e fiducia - aggiunge - possiamo iniziare anche a parlare dei problemi più scottanti e difficili, che finora sono stati evitati". Da qui la decisione - presa proprio durante la visita di Tveit al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani - di stabilire un appuntamento ogni anno (anche se ancora non sono state fissate date) tra gli staff del Cec e del dicastero che si occupano dei rapporti bilaterali. In un ambito più ristretto rispetto allo strumento principale dei rapporti tra Chiesa cattolica e Consiglio ecumenico delle Chiese, ovvero il gruppo misto di lavoro congiunto - corpo consultivo creato nel 1965 - formato da 36 membri, 18 per parte.
Accompagnato da una delegazione di alto livello, nella quale erano anche il vicesegretario generale del Cec, Georges Lemopoulos, e John Gibaut, direttore della Commissione Fede e Costituzione - di cui Joseph Ratzinger è stato membro dal 1968 al 1975 - successivamente il segretario generale ha incontrato l'assessore della Segreteria di Stato, monsignor Peter Bryan Wells.
Infine, l'udienza con il Pontefice, protrattasi per circa un quarto d'ora e conclusasi con lo scambio dei doni. Tveit ha offerto al Papa una scatola di legno intarsiato della Siria, contenente un libro di versi del poeta norvegese Olav H. Hauge e un paio di guanti di lana caratteristici del Paese scandinavo. All'uscita il pastore luterano ha confidato di aver colto l'energia positiva trasmessagli da Benedetto XVI, che lo ha incoraggiato nella sua missione e gli ha assicurato l'appoggio della Chiesa cattolica.
In una nota apparsa sul sito del Cec si legge che durante l'udienza sono state affrontate numerose questioni tra cui "l'unità visibile della Chiesa e la situazione dei cristiani in Medio Oriente". Il Papa - ha rivelato il pastore luterano - "ha espresso interesse per come stiamo sviluppando e pianificando il nostro lavoro futuro" e ha esortato "a mettere la Bibbia al centro dei colloqui e delle riflessioni teologiche, al fine di rafforzare l'unità visibile dei cristiani". Tveit e Benedetto XVI hanno poi discusso sulla situazione in Sudan, meta di un prossimo viaggio del segretario generale del Cec, dove si terrà un referendum il 9 gennaio 2011 per l'indipendenza della parte Sud del Paese. "In tale contesto - ha affermato Tveit - la Chiesa cattolica romana è un attore estremamente importante e a Khartoum la Chiesa ha una presenza molto visibile e forte". I due hanno anche parlato di come poter sostenere il cristianesimo nel Medio Oriente. "Ci siamo detti coscienti che il numero di cristiani è in calo, in particolare nel contesto dell'Iraq dove la gente fugge dal Paese e dal conflitto in corso", ha commentato Tveit. "Tuttavia abbiamo parlato anche della situazione in Israele e nei Territori palestinesi" dove - ha continuato - "le Chiese devono testimoniare in maniera unita". Tveit ha quindi aggiunto che lui e il Papa condividono l'idea che "la situazione delle Chiese nel Medio Oriente è collegata al contesto politico e alle realtà politiche sia nei Territori palestinesi sia in Israele, ma anche nelle altre parti del Medio Oriente".
Nel pomeriggio il segretario generale del Cec ha visitato la necropoli vaticana e la basilica di San Pietro, quindi si è recato a Santa Maria in Trastevere, dove - dopo aver visitato la mensa dei poveri della Sant'Egidio - ha partecipato alla messa della comunità.
Domenica, 5 dicembre, il reverendo Tveit ha pronunciato un'omelia in occasione di una celebrazione nella chiesa metodista di via xx Settembre, seguita da un incontro con rappresentanti delle congregazioni protestanti romane, presso la chiesa valdese di via iv Novembre. La delegazione è poi stata accolta dalla presidente del movimento dei Fo- colari, Maria Voce, nella sede del Centro mondo migliore, a Rocca di Papa.

(©L'Osservatore Romano - 8 dicembre 2010)

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