giovedì 16 dicembre 2010

Quel biancospino che fiorisce a gennaio da quasi sette secoli (Osservatore Romano)

Quel biancospino che fiorisce a gennaio da quasi sette secoli

Sono arrivati in massa da Città di Castello per ascoltare la catechesi del Papa sulla "loro" santa Veronica Giuliani.
"Amore e solidarietà, le parole chiave della mistica tanto amata dalla nostra gente, sono - dice il vescovo Domenico Cancian - anche le coordinate per la pastorale della diocesi che ne custodisce l'eredità.
La catechesi di Benedetto XVI sarà la guida dell'anno giubilare indetto nel 350° della nascita della santa, che apriremo il 27 dicembre con la messa celebrata dai vescovi umbri". Da Londra è giunto monsignor Andrew Summersgill con altri componenti del comitato organizzatore del viaggio compiuto dal Pontefice nel Regno Unito dal 16 al 19 settembre scorsi, per consegnare due dvd: il primo dedicato alla visita e il secondo più specifico sulla beatificazione di John Henry Newman.
Il governatore dello Stato messicano di Guanajuato, Juan Manuel Oliva Ramírez, ha presentato al Papa il dono del presepe per l'aula Paolo vi, realizzato secondo la tradizione popolare di quella regione. A sua volta la cittadinanza di Gualdo Tadino ha offerto una pianta di biancospino, destinata ai Giardini Vaticani, che in modo inspiegabile fiorisce puntualmente a metà gennaio dal 1342, secondo una tradizione legata al beato Angelo, protettore della città.
I ragazzi dell'Azione Cattolica hanno augurato "buon Natale" al Papa con un gesto particolare: Beatrice, di San Benedetto del Tronto, insieme a Leonardo e Rebecca, di Tivoli, gli hanno donato la tessera numero 1 dell'associazione.
Benedetto XVI ha quindi salutato i componenti della commissione Quo principia della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, che sta lavorando alla traduzione in lingua tedesca del Messale Romano.
Tre pubblicazioni sono state donate al Pontefice durante l'udienza. Un volume dedicato al martirologio della Chiesa croata "nella seconda guerra mondiale e sotto il comunismo" è stato presentato da don Ante Bakovic, testimone diretto della persecuzione, accompagnato dal cardinale Puljic, arcivescovo di Sarajevo. Un'agenda del 2011 illustrata con alcune tra le più significative immagini dell'archivio del Servizio fotografico de "L'Osservatore Romano" è stata offerta dal direttore don Giuseppe Colombara. Infine, il giornalista e scrittore Andrea Tornielli ha consegnato il volume "Benedetto XVI, il Papa della gioia", realizzato da SystemaEuropa in un'edizione limitata di 500 esemplari.
Davanti al Pontefice si sono anche esibiti quattro fratelli - Erdeo, Natale, Andrea e Ivan Pellegrini - equilibristi di fama internazionale, in rappresentanza dei partecipanti al congresso pastorale dei circensi promosso dal Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti.

(©L'Osservatore Romano - 16 dicembre 2010)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

OT
Sepolto Maciel, gli ultimi fuochi dei suoi centurioni
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1345972
Alessia

gemma ha detto...

scusa raffaella per questa riflessione che non c'entra nulla col post in questione, ma vorrei parlare di un problema di questi giorni. Ci avviamo al Natale e come ormai sempre più spesso negli ultimi anni si ripropone il problema delle nostre tradizioni nelle scuole, e il Gesù Crocifisso lascia il posto, ahinoi, nelle polemiche al Gesù Bambino. Il copione è sempre il solito, i protagonisti idem, la conclusione putroppo pure.
Maestre zelanti decidono in nome della laicità (o del loro laicismo) e del rispetto di tutti (tranne noi) che no, il Natale a scuola non deve entrarci, se non per la tanto comoda interruzione delle lezioni, alla quale, giammai, laicamente non si rinuncia.
I soliti genitori allibiti protestano, reclamando la continuità delle tradizioni, i giornali fanno da cassa di risonanza, finchè non interviene il politico di turno a mediare. Conclusione: benedizione tutt'alpiù all'esterno e festicciola natalizia, si, ma laica, con canzoncine su renne e babbo natale, ma non sia mai si citi nel testo Gesù Bambino. Perchè sia chiaro magari ai bimbi islamici, che credono in Dio e che nei loro paesi festeggiano il Ramadan, al quale mai rinuncerebbero, che noi rinunciamo al Natale di Gesù Bambino per onorare l'ospitalità nei loro confronti. Niente immagini di Dio fattosi bimbo clandestino nella mangiotoia perchè potrebbe offenderli e fare da ostacolo alla loro integrazione. Senza immaginare magari che in tutto questo la cosa che li lascia più allibiti e che li spaventa è proprio la rinuncia della fede, la cosa alla quale in assoluto meno vogliono integrarsi.
Cosa resterà di un occidente che per unire e integrare trasforma il Natale in festa dell'inverno, la Pasqua in festa di primavera, il giorno di Ognissanti nella festa delle zucche e delle streghe? Unire in cosa, poi? In quale principio comune se non il dio del consumo e del divertimento?
E' triste pensare che siamo stati come eravamo, più liberi, tolleranti, accoglienti e disponibili, forse anche in nome di quei principi di quel Gesù nella mangiatoia o in croce che oggi tanto ci disturba. Ma non ci raccontino la storiella del rispetto delle altre fedi, il disturbo è in fondo solo per chi non crede, che finalmente ha trovato la scusa della multietnicità per far passare il nulla spirituale, fatto solo di materia e antimateria, i pilastri su cui si sta cercando di fondare la nuova Europa

Raffaella ha detto...

Ciao Gemma, penso che il Messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace risponda a molti interrogativi.
Non e' cultura quella che rinnega la sua storia.
R.