Aborto, Papa: dramma per la donna, mai terapeutico
E ancora: i medici difendano le coscienze dall’inganno e i padri non lascino sole le donne incinte
Roma, 26 feb (Il Velino)
L’aborto “distrugge” la donna e provoca una “ferita gravissima” alla coscienza morale.
Lo ha detto Benedetto XVI ricevendo in udienza i partecipanti all’assemblea generale della Pontificia università per la vita.
Una riflessione, quella del Papa, in cui si fa riferimento anche alla coscienza “talvolta offuscata” dei padri dei bambini che “spesso lasciano sole le donne incinte”. Poi un appello per i medici che “non possono venire meno al grave compito di difendere dall’inganno la coscienza di molte donne che pensano di trovare nell’aborto la soluzione a difficoltà familiari, economiche, sociali o a problemi di salute del loro bambino”. Soprattutto in questo caso, ha sottolineato il Pontefice, “la donna viene spesso convinta, a volte dagli stessi medici, che l’aborto rappresenta non solo una scelta moralmente lecita, ma persino un doveroso atto ‘terapeutico’ per evitare sofferenze al bambino e alla sua famiglia, e un ‘ingiusto’ peso alla società”. Dunque “su uno sfondo culturale caratterizzato dall’eclissi del senso della vita, in cui si è molto attenuata la comune percezione della gravità morale dell’aborto e di altre forme di attentati contro la vita umana” Benedetto XVI ha invocato per i medici “una speciale fortezza per continuare ad affermare che l’aborto non risolve nulla, ma uccide il bambino, distrugge la donna e acceca la coscienza del padre del bambino, rovinando, spesso, la vita famigliare”.
Ma un appello forte è per tutta la società che si deve porre “a difesa del diritto alla vita del concepito e del vero bene della donna, che mai, in nessuna circostanza, potrà trovare realizzazione nella scelta dell’aborto”.
Senza “far mancare - ha aggiunto il Papa - gli aiuti necessari alle donne che, avendo purtroppo già fatto ricorso all’aborto, ne stanno ora sperimentando tutto il dramma morale ed esistenziale. Molteplici sono le iniziative, a livello diocesano o da parte di singoli enti di volontariato, che offrono sostegno psicologico e spirituale, per un recupero umano pieno. La solidarietà della comunità cristiana non può rinunciare a questo tipo di corresponsabilità”. A tal proposito il Pontefice ha ricordato alcune affermazioni del suo predecessore, Giovanni Paolo II: “Probabilmente la ferita nel vostro animo non s’è ancor rimarginata - scrisse nell’enciclica ‘Evangelium vitae’ il Papa che sarà nominato beato il prossimo 1 maggio -. In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto. Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità”.
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2 commenti:
cari amici, diciamo una preghiera per i poveri genitori di Yara. Non riesco ad immaginare cosa stanno passando.
Scusa Raffaella, sono OT e con un argomento veramente delicato. Ma non ho resistito , come madre e come cristiana.
Hai fatto bene, cara.
Metto un post a parte.
Mi dispiace moltissimo.
R.
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