domenica 6 febbraio 2011

Balducci non è più “Gentiluomo del Papa”. L’ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici cancellato dall’Annuario Pontificio (Giansoldati)

Balducci non è più “Gentiluomo del Papa”

L’ex presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici cancellato dall’Annuario Pontificio

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

Angelo Balducci non fa più parte della famiglia pontificia. Benedetto XVI lo ha espulso dall’esclusiva cerchia a lui vicina. Non potrà più fregiarsi del titolo di Gentiluomo di Sua Santità, una carica vitalizia alla quale si accede per riconosciute benemerenze nei confronti della Chiesa e dietro indicazione di cardinali o arcivescovi ben introdotti nelle Sacre Stanze, ai quali spetta il compito di perorare la candidatura del benefattore attraverso una lettera al Segretario di Stato.
Il nome dell’ex numero uno del Consiglio dei Lavori Pubblici, già uomo chiave del Giubileo e dei rapporti tra il Comune di Roma e il Vaticano, è scomparso dall’Annuario Pontificio, una specie di monumentale who’s who della Chiesa.
Curato dall’ufficio statistico della Santa Sede che aggiorna al millimetro indirizzi, numeri di telefono, incarichi diocesani e pontifici per un totale di 2300 pagine è di prossima uscita.
La notifica al diretto interessato dell’espulsione, sarebbe avvenuta nei mesi scorsi. Di conseguenza l’inserimento della variazione sulla nuova edizione. Nell’indice dei «nomi delle persone» dove appaiono tutti gli altri Gentiluomini è sparito Balducci; un lungo elenco che comprende blasonati esponenti di famiglie patrizie di mezza Europa, Windisch-Graez, Torlonia, Serlupi Crescenzi, Colonna, Pacelli, La Spina della Cimarra, imprenditori, economisti, diplomatici, cattedratici, medici e anche un politico, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Diventare Gentiluomini di sua Santità non è cosa facile perchè non solo occorre distinguersi con attività a sostegno dalla Chiesa ma bisogna avere anche una «spintarella» da parte di un membro del collegio cardinalizio. Nel caso dell’ingegner Balducci si dice che a sostenere la sua candidatura, agli inizi degli anni Novanta, sia stato il bresciano cardinale Re, prefetto della Congregazione dei Vescovi e conterraneo dell’allora ministro dei Lavori Pubblici, Gianni Prandini, entrambi nativi di Borno, in Val Camonica. Prandini fu anche determinante nella carriera fulminea di Balducci al Ministero di Porta Pia e ad introdurlo al di là del Tevere. Poi il resto è venuto da sè. Dietro la decisione del Vaticano vi sarebbe una abbondante dose di imbarazzo davanti ai particolari «scioccanti» legati all’inchiesta giudiziaria sugli appalti del G8. Dalle intercettazioni e dalle indagini, secondo quanto pubblicato dai giornali, emergeva sempre più evidente un quadro comportamentale non più compatibile per un membro della famiglia pontificia. Un quadro fatto di incontri omosessuali rimediati da un ex corista della Cappella Giulia, Chinedu Thomas Ehier (subito allontanato), indicato dagli inquirenti come il procacciatore di incontri gay per conto di Balducci. Insomma, una brutta storia che andava a cozzare in pieno con la campagna di moralizzazione promossa da Benedetto XVI.

© Copyright Il Messaggero, 5 febbraio 2011

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