Cor Unum, ecco l’impegno concreto della Chiesa al fianco degli ultimi
Le parole del presidente del Pontificio Consiglio il cardinale Robert Sarah
DA ROMA SALVATORE MAZZA
C’ è una sfida rivolta a ogni credente, nel Messaggio per la Quaresima 2011 di Benedetto X-VI. «Cambiare la prospettiva del nostro cuore da una dimensione egoistica a quella dell’amore per il prossimo nel bisogno». Una sfida, secondo il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, braccio caritativo del Pontefice, che papa Ratzinger lancia con urgente esigenza, mettendo l’accento sull’importanza della «formazione del cuore» alla luce del Battesimo, tema chiave del Messaggio.
Presentando ieri mattina il Messaggio assieme a monsignor Giampietro Dal Toso, segretario di Cor Unum , monsignor Segundo Tejado Muñoz, sottosegretario del medesimo dicastero e a Myriam García Abrisqueta, presidente di Manos Unidas, Sarah si è soffermato sull’impegno concreto del suo dicastero, per ribadire come «in un ambiente mediatico che ama parlare soltanto degli errori commessi dai membri della Chiesa, è necessario far conoscere la carità concreta della Chiesa cattolica ». «In Haiti, Sahel, America Latina e Caraibi, così come in qualunque altro luogo del mondo dove è stato necessario un soccorso concreto – ha detto il porporato – la Chiesa cattolica è sempre stata in prima linea nell’aiuto di emergenza...
Quante volte, in caso di catastrofi naturali, abbiamo sentito il Santo Padre fare appello all’intervento materiale della comunità ecclesiale ed internazionale, senza distinzioni di credo, razza o convinzione politica!».
Solo per Haiti, ha aggiunto Sarah, «il Papa ha offerto più di due milioni di dollari di aiuti, che si potrebbero forse considerare 'gocce nell’oceano' se paragonati alle enormi necessità poste dalla ricostruzione, indispensabile al devastato Paese. E invece – ha aggiunto – quanto è importante per le nostre sorelle e i nostri fratelli sofferenti sapere che il Papa è vicino a loro! Né andrebbe dimenticata la risposta, veramente imponente, alle necessità dei poveri, offerta da secoli da organismi caritativi cattolici, congregazioni religiose, movimenti ed innumerevoli singole persone». Secondo Sarah, comunque, «sebbene sia importante provvedere alle necessità materiali, da sole, esse non possono garantirci felicità e pace durature ». «Di fronte ai mali reali che accadono ovunque nel mondo - disastri naturali, malattie, carestie, guerre - siamo certamente obbligati a trovare soluzioni per alleviare concretamente la sofferenza», ha spiegato, mentre «i governi e gli organismi sovrannazionali debbono svolgere il loro ruolo, la corruzione e le strutture di ingiustizia vanno combattute, lo scandalo dell’abisso che esiste tra chi 'ha' e chi 'non ha' va affrontato ».
© Copyright Avvenire, 23 febbraio 2011
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