PAPA: RIFORMA PROTESTANTE PROVOCATA DA CRISI POLITICA E RELIGIOSA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 23 feb.
Alla fine del sedicesimo secolo "una grave crisi politica e religiosa provocò il distacco di intere Nazioni dalla Sede Apostolica".
Lo ha ricordato Benedetto XVI identificando le cause della Riforma Protestante, definita "dolorosa scissione della cristianita' occidentale", nella catechesi dell'Udienza Generale di oggi, dedicata a San Roberto Bellarmino, il cardinale gesuita che "svolse un ruolo importante" nella Chiesa del suo tempo evitando "ogni taglio polemico e aggressivo nei confronti delle idee della Riforma, ma utilizzando gli argomenti della ragione e della tradizione della Chiesa, illustra in modo chiaro ed efficace la dottrina cattolica".
L'eredita' di san Bellarmino, ha continuato il Papa, "sta nel modo con cui concepi' il suo lavoro. I gravosi uffici di governo non gli impedirono, infatti, di tendere quotidianamente verso la santita' con la fedelta' alle esigenze del proprio stato di religioso, sacerdote e vescovo". Da questa fedelta' discende "il suo impegno nella predicazione. Essendo, come sacerdote e vescovo, innanzitutto un pastore d'anime, senti' il dovere di predicare assiduamente".
"La sua predicazione e le sue catechesi - ha ricordato il Papa teologo - presentano quel medesimo carattere di essenzialita' che aveva appreso dall'educazione ignaziana, tutta rivolta a concentrare le forze dell'anima sul Signore Gesu' intensamente conosciuto, amato e imitato". Mentre "un segno distintivo della spiritualita' del Bellarmino e' "la percezione viva e personale dell'immensa bonta' di Dio, per cui il nostro santo si sentiva veramente figlio amato da Lui ed era fonte di grande gioia il raccogliersi, con serenita' e semplicita', in preghiera, in contemplazione di Dio". Negli scritti di San Roberto Bellarmino, per Ratzinger "si avverte in modo molto chiaro, pur nella riservatezza dietro la quale cela i suoi sentimenti, il primato che egli assegna agli insegnamenti di Cristo".
"San Bellarmino offre cosi' - ha concluso - un modello di preghiera, anima di ogni attivita': una preghiera che ascolta la Parola del Signore, che e' appagata nel contemplarne la grandezza, che non si ripiega su se stessa, ma e' lieta di abbandonarsi a Dio".
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PAPA: SAGGEZZA E' SAPER DISTINGUERE VERO BENE DA VERO MALE
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 23 feb.
"Stima vero bene per te cio' che ti conduce al tuo fine, vero male cio' che te lo fa mancare. Avvenimenti prosperi o avversi, ricchezze e poverta', salute e malattia, onori e oltraggi, vita e morte, il sapiente non deve ne' cercarli, ne' fuggirli per se stesso. Ma sono buoni e desiderabili solo se contribuiscono alla gloria di Dio e alla tua felicita' eterna, sono cattivi e da fuggire se la ostacolano".
Lo ha detto il Papa citando il primo "gradino" del "De ascensione mentis in Deum" di San Roberto Bellarmino a conclusione dell'Udienza Generale di oggi. "Se hai saggezza - ha continuato Benedetto XVI - comprendi che sei creato per la gloria di Dio e per la tua eterna salvezza.
Questo e' il tuo fine, questo il centro della tua anima, questo il tesoro del tuo cuore". Per Papa Ratzinger, quelle del cardinale gesuita sull'opzione per il bene morale che ciascuno deve dare alla propria vita "non sono parole passate di moda, ma da meditare a lungo per orientare il
nostro cammino su questa terra. Ci ricordano che il fine della nostra vita e' il Signore, il Dio che si e' rivelato in Gesu' Cristo, nel quale Egli continua a chiamarci e a prometterci la comunione con Lui".
"Ci ricordano- ha concluso - l'importanza di confidare nel Signore, di spenderci in una vita fedele al Vangelo, di accettare e illuminare con la fede e con la preghiera ogni circostanza e ogni azione della nostra vita, sempre protesi all'unione con Lui".
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