venerdì 4 febbraio 2011

Il Papa sulla nullità dei matrimoni: i giudici ecclesiastici siano rapidi ma severi (Izzo)

PAPA: NULLITA' MATRIMONI, GIUDICI ECCLESIASTICI RAPIDI MA SEVERI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 feb.

Per la seconda volta in due settimane il Papa torna a chiedere rapidita' e serieta' alla giustizia ecclesiastica, impegnata a verificare la nullita' dei matrimoni, cause -insiste- che debbono essere "trattate e definite nel modo piu' celere e sicuro".
Nel discorso rivolto oggi al Tribunale della Segnatura Apostolica, che nella Chiesa Cattolica ha funzioni analoghe alla Corte di Cassazione e dunque anche di controllo sull'operato dei tribunali ecclesiastici locali, ricorda: "La' dove sorgono legittimamente dubbi sulla validita' del matrimonio sacramentale contratto, si deve intraprendere quanto e' necessario per verificarne la fondatezza.
Bisogna poi assicurare, nel pieno rispetto del diritto canonico, la presenza sul territorio dei tribunali ecclesiastici, il loro carattere pastorale, la loro corretta e pronta attivita'. Occorre che in ogni Diocesi ci sia un numero sufficiente di persone preparate per il sollecito funzionamento dei tribunali ecclesiastici". Ripete Benedetto XVI ai giudici della Segnatura: "Ricordo che e' un obbligo grave quello di rendere l'operato istituzionale della Chiesa nei tribunali sempre piu' vicino ai fedeli". E proprio "ad assicurare che i tribunali ecclesiastici siano presenti nel territorio e che il loro ministero sia adeguato alle giuste esigenze di celerita' e di semplicita' cui i fedeli hanno diritto nella trattazione delle loro cause, e' volta l'attivita' della Segnatura Apostolica quando, secondo la sua competenza, promuove l'erezione di tribunali interdiocesani; provvede con prudenza alla dispensa dai titoli accademici dei ministri dei tribunali, pur nella puntuale verifica della loro reale perizia nel diritto sostantivo e processuale; concede le necessarie dispense da leggi processuali quando l'esercizio della giustizia richiede in un caso particolare la relaxatio legis per raggiungere il fine inteso dalla legge". Per il Papa, si tratta di "un'opera importante di discernimento e di applicazione della legge processuale".
Ma, conclude, "la vigilanza sulla retta amministrazione della giustizia sarebbe pero' carente se non comprendesse anche la funzione di tutela della retta giurisprudenza" operata "in sinergia con il Tribunale della Rota Romana" e che "si rivela provvidenziale per la Chiesa". Seguite, raccomanda in merito il Papa teologo, "le esortazioni e le direttive proposte nelle annuali allocuzioni pontificie alla Rota Romana".

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