lunedì 21 febbraio 2011

Perché alla visita del Papa a Venezia non dobbiamo mancare (Sandro Vigani)

Perché alla visita del Papa non dobbiamo mancare

Sandro Vigani

Nel 1972 avevo 11 anni. Il 16 settembre c'ero anch'io, con la mia famiglia, in piazza San Marco, quando Papa Paolo VI venne in visita pastorale a Venezia. Ricordo bene il momento in cui, sulla passerella che lo portava dal molo al centro della piazza, si tolse la stola e la mise sulle spalle del Patriarca Albino Luciani, quasi a dargli una investitura ufficiale come suo successore. Il 16 giugno del 1985, sempre in piazza San Marco, ero accanto a Giovanni Paolo II mentre celebrava la Messa davanti ad una folla attenta e compresa nella sua visita a Venezia e Mestre. Ero diacono: sarei diventato prete la settimana dopo.
Due ricordi importanti nella mia vita. Riemergono ora, mentre stiamo preparandoci ad accogliere Papa Benedetto in vista pastorale a Venezia il prossimo maggio. Di quei due momenti riaffiorano in particolare le emozioni: accogliere il Papa, vedere il Papa, ascoltare da vicino il Papa, colui che per i cristiani è il successore di Pietro, il Capo degli apostoli, il Pastore della Chiesa sparsa in tutto il mondo. Emozioni forti, momenti di fede accompagnati da una gioia grande, spirituale.
Sono passati quasi quarant'anni dalla visita di Paolo VI e venticinque da quella di Giovanni Paolo II. Mi rendo conto che i tempi sono cambiati. Oggi il Papa lo vediamo molto spesso in Tv e sui giornali, qualche volta osannato, spesso maltrattato. Ma in questi anni siamo cambiati soprattutto noi. Abbiamo perduto molto della semplicità e dell'essenzialità della fede, siamo diventati ipercritici, gelosi della nostra autonomia di fonte ad ogni autorità, perfino di fronte al Papa che spesso anche molti cristiani tendono più a criticare che ad amare.
Perciò potrebbe accadere che la venuta tra noi del Santo Padre non provochi in noi emozioni, non sia caratterizzata da quella tensione spirituale, quell'atteggiamento di fede che invece un evento tanto straordinario richiede. Sono certo che se ci accadesse perderemmo una grande occasione di crescita spirituale.
Benedetto XVI viene tra noi per incontrarci, per confermarci nella fede: indicarci la strada da percorrere per vivere con Gesù una vita bella. E' commovente pensare che un uomo di 84 anni scelga di vivere giornate così intense e faticose per venire proprio a casa nostra, proprio per voi, per me, per te, con la responsabilità che gli è propria in ogni parola che dirà e ogni gesto che compirà. Non posso non rispondere a questo invito!
Papa Benedetto celebrerà con noi il momento più importante della vita cristiana, l'Eucaristia, la mattina dell'8 maggio al Parco San Giuliano, a Mestre. Non è la stessa cosa guardarla alla Tv, quando egli la presiede in piazza San Pietro o in giro per il mondo. Il Papa è un segno della presenza concreta e attuale di Gesù in questo nostro mondo. Quante volte abbiamo desiderato di incontrare Gesù, stare un poco con lui, guardarlo mentre parla ed ascoltarlo? Quel giorno, al Parco San Giuliano e negli altri momenti che il Papa vivrà a Venezia, molti di noi avranno l'occasione di vivere, nella logica della fede che è la logica dei segni che fanno ciò che dicono, un anticipo simbolico e reale dell’incontro con Gesù.

Tratto da GENTE VENETA, n.7/2011

© Copyright Gente Veneta, 21 febbraio 2011 consultabile online anche qui.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Amaramente realista questo pezzo, vero Raffa?
Alessia

laura ha detto...

Questo sacerdote ha ragione. Il Papa fa tanta fatica e non tutti hanno la fede e lo spirito di sacrificio per muoversi e andare a salutarLo, anche se in Tv si vede meglio e , a casa propria, si sta più comodi

Raffaella ha detto...

Purtroppo e' piu' che realista!
R.

Anonimo ha detto...

Eheheheh, l'effetto Boffo inizia a manifestarsi :-)
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/02/21/novita-in-vista-a-tv-2000-e-un-giornale-di-provincia-la-svela/
Alessia