mercoledì 9 febbraio 2011

Rom, card. Vallini: dobbiamo chiedere perdono a Dio. L'integrazione è un dovere di giustizia. L'impegno della Comunità di Sant'Egidio (Izzo)

ROM: CARD. VALLINI, DOBBIAMO CHIEDERE PERDONO A DIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 feb.

"Potevamo fare qualcosa per scongiurare la morte atroce e umanamente inaccettabile di quattro bambini innocenti, la cui unica sfortuna e' stata quella di essere nati poveri e immigrati?". A porre questa domanda e' stato il vicario del Papa per la citta' di Roma, card. Agostino Vallini, nel corso della celebrazione promossa dalla Comunita' di Sant'Egidio per ricordare i piccoli rom bruciati vivi domenica sera in un campo abusivo della periferia Sud di Roma.
"La morte di Sebastian, Patrizia, Fernando e Raul - ha detto il porporato - e' come un macigno che ci pesa sul cuore e ci invita ad un grave esame di coscienza, ciascuno per la sua parte di responsabilita'". "Dinanzi ai tanti poveri, vecchi e nuovi, della nostra citta' dobbiamo - ha scandito - chiedere perdono a Dio e a loro di quanto non abbiamo fatto e convertirci. Lo facciamo questa sera meditando sulla morte di questi quattro bambini: nel loro sacrificio impegniamoci per una vita nuova".
"Domandiamoci anche - ha aggiunto il vicario di Roma - se non dobbiamo riparare in tanti casi alla giustizia negata, promuovendo una concezione della societa' in cui gli immigrati non siano considerati solo una fonte di problemi, ma persone meno provvedute e come noi titolari di diritti fondamentali".
"Nella grande citta' - ha osservato Vallini - crescono l'anonimato, l'indifferenza, la non curanza e talvolta il disprezzo verso chi non la pensa come noi o viene a disturbare la nostra vita tranquilla e i nostri interessi. Anche l'egoismo fa la sua parte, rendendoci lontani, spesso insensibili verso chi sta male e manca di tutto". Secondo il cardinale, "ancor prima di soluzioni politiche e normative e' necessaria una visione dell'uomo e della societa' che diventi cultura diffusa, ispirata dal rispetto per ogni uomo, perche' e' uomo, una cultura aperta all'accoglienza e alla solidarieta', nella legalita', per una integrazione sociale degna di una societa' progredita". "Questo tragico evento sia dunque l'occasione per un maggiore impegno - ha auspicato - a far crescere e diffondere questa cultura".

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ROM: VALLINI, INTEGRAZIONE E' UN DOVERE DI GIUSTIZIA

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 feb.

"Alle istituzioni civili, di cui apprezziamo l'impegno per far fronte all'emergenza, chiediamo di andare oltre l'emergenza, di operare con sapienza e pazienza per promuovere forme di integrazione sociale che permettano a chi si trasferisce nel nostro paese e vive legalmente condizioni di vita alla pari di tutti gli altri cittadini".
Lo ha detto il card. Agostino Vallini nell'omelia pronunciata questa sera nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, dove per iniziativa della Comunita' di Sant'Egidio sono stati ricordati i quattro piccoli rom bruciati vivi domenica sera in un campo abusivo, alla periferia Sud della Capitale. Il vicario del Papa ha ricordato "il diritto alla casa, alla scuola dei figli, al lavoro" dei quali immigrati e rom sono titolari al pari di tutti. "E' una questione di giustizia - ha speiagato - che un Paese democratico non puo' eludere".
Secondo Vallini, "queste tragedie ci fanno capire che molta strada resta da fare. Per costruire il bene comune e la pace sociale e' necessario cooperare, attraverso politiche adeguate, a creare i presupposti per l’emancipazione e la liberazione dell’essere umano da ogni forma di emarginazione e dai meccanismi dell’esclusione sociale, perche' venga dato per giustizia cio' che oggi forse diamo per carita'". "In questo senso - ha concluso - cresca nel nostro paese la cultura del diritto, dell’uguaglianza e della giustizia sociale, lavorando per superare le cause strutturali di ogni emarginazione sociale".

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ROM: L'IMPEGNO DELLA COMUNITA' DI S. EGIDIO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 feb.

I volontari della Comunita' di Sant'Egidio si recano piu' volte alla settimana presso i campi e gli altri insediamenti dove vivono i rom e i sinti, per andarli a trovare o per motivi legati a particolari necessita' comevisite mediche, problemi con le istituzioni.
Un impegno - e' stato ricordato questa sera in occasione della celebrazione presieduta dal card. Agostino Vallini a Santa Maria in Trastevere per i quattro piccoli rom bruciati vivi in un campo abusivo alla periferia Sud di Roma - che dura 1982 a Roma attraverso l’incontro con alcune centinaia di persone Rom Khorakane' provenienti dalla diverse Repubbliche della Jugoslavia e accampatisi nella periferia est di Roma.
I primi interventi, tutti svolti da volontari non retribuiti, si sono rivolti ai bambini: corsi di alfabetizzazione pomeridiani e inserimento scolastico nelle scuole statali. Contemporaneamente è cresciuta la conoscenza e la fiducia con gli adulti. In quel periodo iniziarono anche i primi interventi di 'mediazione' con i cittadini di un quartiere molto degradato, dove la presenza del campo aveva creato forti tensioni. Da allora la conoscenza e l'amicizia della Comunita' di Sant'Egidio con rom e sinti e' cresciuta non solo a Roma ma in Italia e in Europa: con gli anni - infatti - interventi di diversa natura sono nati a Genova, Novara, Firenze, Napoli, Milano, Messina, e anche a Barcellona, Madrid, Wurzburg, Anversa. In ognuna di queste citta' sono nate le "Scuole della Pace" dove due o tre volte alla settimana diversi gruppi di minori rom e sinti dei campi in cui e' presente la Comunita' di Sant’Egidio, partecipano insieme a minori non rom alle iniziative i nei quartieri vicino agli insediamenti.
I volontari organizzano momenti di educazione all'incontro interculturale, all'amicizia, alla pace, al rispetto dei diversi (disabili e anziani), al rispetto dell’ambiente. Ogni pomeriggio ci sono momenti dedicati al gioco, alla merenda, allo studio e all’approfondimento di alcune tematiche legate ai diritti dei minori. I risultati di queste attivita' sono esposti in due grandi manifestazioni cittadine svolte in due momenti dell’anno.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'integrazione è un dovere di giustizia, ma è difficile integrare coloro che non vogliono assolutamente integrarsi, e questi che rifiutano sono la stragrande maggioranza dei rom, che vogliono vivere a modo loro, nel disordine, nel degrado, nella sporcizia, senza lavorare, con gli espedienti, i furti, gli scippi, gli stupri, le violazioni dei domicili, le duplicazioni dei bancomat, la prostituzione.
Occorre anche aggiungere che l'Unione Europea negli scorsi anni, e tuttora, ha messo e mette a disposizione delle autorità romene di governo ingentissime risorse per "l'integrazione dei rom romeni". I soldi sono stati polverizzati, a vario livello, dai governanti maggiori e minori della Romania: in compenso il Governo non ha trovato di meglio, per rimuovere i suoi problemi con i rom, di "spedirli" a delinquere in Europa, creando a molti Paesi, Italia compresa, gravi problemi di ordine pubblico, di igiene, e di costosi interventi sociali.
Mi dispiace per i bimbi arsi nel sonno; ma gli scellerati sono i genitori, che li hanno abbandonati a loro stessi, al posto di vegliare sul loro sonno, come avrebbero dovuto.

Anonimo ha detto...

Peccato, non viene citata al solidarietà del Papa:
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Anche il Papa é intervenuto, per bocca di Vallini: "Porto il ricordo e la preghiera del nostro vescovo Benedetto XVI che prega con noi e invoca pace e amore".
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(fonte Ansa)
Alessia