venerdì 27 maggio 2011

I vescovi chiudono l'Assemblea Generale con un richiamo all'unità dell'Italia (Asca)

CEI: VESCOVI CHIUDONO ASSEMBLEA CON RICHIAMO A UNITA' (SERVIZIO)

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 27 mag

Un richiamo forte al valore ''irrinunciabile'' dell'unita' d'Italia, alla luce delle polemiche sul trasferimento di alcuni ministeri al nord chiesto dalla Lega, e un ringraziamento sentito ai cittadini di Lampedusa - ma anche della vicina Linosa - per l'esempio che offrono costantemente agli italiani con la loro opera di accoglienza nei confronti dei migranti in arrivo dal Nord Africa: sono queste le due 'note' su cui il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha voluto concludere la 69.esima Assemblea Generale dei vescovi italiani.
Un incontro che ha avuto ieri il suo punto piu' alto nel rosario recitato insieme a papa Benedetto XVI in occasione del 150.esimo anniversario dell'unita' d'Italia.
E proprio sul lungo ''cammino'' dell'unita' e' voluto tornare oggi il card. Bagnasco nella conferenza stampa conclusiva: i contenuti delle varie ''proposte'' che possono essere messe in campo, ha detto l'arcivescovo di Genova, si possono anche discutere, purche' siano ''al servizio'' della ''unita' di popolo e nazione'' dell'Italia.
''Guai - ha pero' ammonito - a perdere il senso non solo di unita' politica e gestionale, ma dell'unita' che nasce dal senso profondo di appartenenza ad un popolo''.
In questo quadro, un altro elemento fondamentale e' quello giocato dalla Chiesa e dai cattolici. Il punto di partenza, enfatizzato dallo stesso Bagnasco nella prolusione con cui lunedi' scorso ha aperto i lavori e ribadito dal segretario generale dei vescovi, mons. Mariano Crociata, nel corso della settimana, che la Chiesa non prende parte, ma lavora per il ''bene comune'' di tutto il Paese. Il fatto, aveva sottolineato mons. Crociata, che un cattolico sia a favore di uno dei due schieramenti, non significa automaticamente che questo rappresenti la posizione di tutta la Chiesa.
Questo, ha sottolineato il presidente dei vescovi, non significa pero' che i cattolici in politica siano ''allo sbando'', anzi: anche se ''non c'e' piu''' il partito unico dei cattolici, c'e' ''un terreno unitario, che sono i valori irrinunciabili''.
Questi valori, ha spiegato, sono, in primo luogo, il ''rispetto della vita dal concepimento alla fine naturale e della famiglia formata da uomo e donna uniti nel matrimonio, civile o religioso''.
Ed e' solo su questo ''ceppo'' che si ''si impiantano i valori dell'etica sociale, che sorgono sull'etica della vita, senza la quale l'etica sociale prima o poi viene meno o si deforma''.
Una ''gerarchia'' dei valori che non significa, pero', minore attenzione alla ''difficile'' situazione sociale attraversata dal Paese, che e' stata anzi uno dei temi centrali delle discussioni dei vescovi nei cinque giorni dell'Assemblea Generale.
In particolare, a concentrare l'attenzione, la vicenda di Fincantieri: una crisi di dimensione nazionale ma che e' esplosa con particolare violenza proprio a Genova, la citta' di cui e' arcivescovo il card. Bagnasco.
''Ho fiducia nella volonta' e nella capacita' di affronto unitario e propositivo che i responsabili di questa importante presenza italiana avranno con i sindacati'', ha detto quest'ultimo, invitando a lavorare soprattutto sulla possibilita' di ''salvaguardare l'occupazione dei dipendenti''.
Infine, dopo il caso di don Riccardo Seppia, il parroco di Sestri Ponente arrestato per spaccio di droga e pedofilia, non poteva mancare dall'agenda della Cei la questione pedofilia. Il card. Bagnasco ha ammesso, pur senza far riferimento esplicito alla vicenda, che il caso di alcuni sacerdoti che con la loro ''doppia vita'' riescono anche a fare ''bene'' il loro lavoro sono come un ''fulmine a ciel sereno''.
Le linee guida dei vescovi italiani, richieste dal Vaticano entro il maggio 2012, sono comunque in dirittura di arrivo: conterranno, ha assicurato il cardinale, l'esortazione ai vescovi a ''invitare le persone a fare quel che devono fare: denunce, segnalazioni''.

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