sabato 28 maggio 2011

Libia, il Papa a colloquio con Mons. Martinelli, vicario apostolico di Tripoli (Izzo)

LIBIA: PAPA A COLLOQUIO CON VICARIO APOSTOLICO TRIPOLI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 28 mag.

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli.
Ne da' notizia la Sala Stampa della Santa Sede.
Due settimane fa, il Papa ha rinnovato il suo "pressante appello" per la Libia, affinche' "la via del negoziato e del dialogo prevalga su quella della violenza con l'aiuto degli Organismi internazionali che si stanno adoperando nella ricerca di una soluzione alla crisi".
Nelle sue parole, il Pontefice ha denunciato inoltre la perdita di un gran numero di civili sulla scorta delle dichiarazioni che aveva fatto nei giorni precedenti il vicario apostolico di Tripoli.
Parlando dopo la preghiera del Regina Caeli, quello stesso 15 maggio, Benedetto XVI ha anche voluto testimoniare pubblicamente la sua solidarieta' alla Chiesa Cattolica presente in Libia e molto impegnata - attraverso proprio il vescovo francescano Martinelli - a favore della pace.
"Assicuro - ha scandito - la mia orante e commossa partecipazione all'impegno con cui la Chiesa locale assiste la popolazione, in particolare tramite le persone consacrate presenti negli ospedali".
In sostanza Benedetto XVI ha inteso ripetere quel "mai piu' la guerra" gridato da Papa Wojtyla per tentare di fermare i due attacchi all'Iraq e gli eccidi in Bosnia, e prima da lui da Giovanni XXIII quando nel 1962 riusci' a scongiurare una nuova guerra mondiale dopo la crisi della Baia dei porci, e ancor prima da Pio XI e da Benedetto XV contro i due conflitti mondiali.
Una posizione dunque ormai tradizionale della Chiesa, che assolutamente non puo' essere letta come una scelta di campo a favore di un regime, tanto piu' se dittatoriale e a sua volta violento, come lo e' stato ieri quello di Saddam Hussein e oggi lo e' quello di Gheddafi.
Fermo restando il diritto alla legittima difesa e quello all'ingerenza umanitaria, ma come interposizione tra i belligeranti e non sotto forma di bombardamenti che davvero mirati non si rivelano mai, la condanna della Chiesa contro l'uso della violenza come strada per risolvere i problemi vale infatti sempre e per ogni situazione.

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