La gioia del Vangelo
La riflessione del Papa oggi alla recita del Regina Cæli
“Là dove arriva il Vangelo, fiorisce la vita”: lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, prima di guidare la recita del Regina Cæli in piazza San Pietro, gremita di fedeli. Il Papa ha ribadito che anche oggi la vocazione della Chiesa è l’evangelizzazione e ha definito Giovanni Paolo II “un grande missionario”, con uno scroscio di applausi da parte dei fedeli.
La vera gioia. Nel libro degli Atti degli Apostoli si racconta che, dopo una prima violenta persecuzione, la comunità cristiana di Gerusalemme, eccettuati gli apostoli, si disperse nelle regioni circostanti e Filippo, uno dei diaconi, raggiunse una città della Samaria, dove predicò Cristo risorto, e il suo annuncio fu accompagnato da numerose guarigioni. “La conclusione dell’episodio – ha sottolineato il Santo Padre – è molto significativa: ‘E vi fu grande gioia in quella città’”. “Ogni volta – ha ammesso Benedetto XVI – ci colpisce questa espressione, che nella sua essenzialità ci comunica un senso di speranza; come dicesse: è possibile! È possibile che l’umanità conosca la vera gioia, perché là dove arriva il Vangelo, fiorisce la vita; come un terreno arido che, irrigato dalla pioggia, subito rinverdisce. Filippo e gli altri discepoli, con la forza dello Spirito Santo, fecero nei villaggi della Palestina ciò che aveva fatto Gesù: predicarono la Buona Notizia e operarono segni prodigiosi”. “Era il Signore che agiva per mezzo loro – ha chiarito il Papa –. Come Gesù annunciava la venuta del Regno di Dio, così i discepoli annunciarono Gesù risorto, professando che Egli è il Cristo, il Figlio di Dio, battezzando nel suo nome e scacciando ogni malattia del corpo e dello spirito”.
La vocazione ad evangelizzare. “E vi fu grande gioia in quella città”. Leggendo questo brano, secondo il Pontefice, “viene spontaneo pensare alla forza risanatrice del Vangelo, che nel corso dei secoli ha ‘irrigato’, come fiume benefico, tante popolazioni. Alcuni grandi Santi e Sante hanno portato speranza e pace ad intere città – pensiamo a san Carlo Borromeo a Milano, al tempo della peste; alla beata Madre Teresa a Calcutta; e a tanti missionari, il cui nome è noto a Dio, che hanno dato la vita per portare l’annuncio di Cristo e far fiorire tra gli uomini la gioia profonda”. “Mentre i potenti di questo mondo cercavano di conquistare nuovi territori per interessi politici ed economici – ha aggiunto il Santo Padre –, i messaggeri di Cristo andavano dappertutto con lo scopo di portare Cristo agli uomini e gli uomini a Cristo, sapendo che solo Lui può dare la vera libertà e la vita eterna”. Anche oggi “la vocazione della Chiesa è l’evangelizzazione: sia verso le popolazioni che non sono state ancora ‘irrigate’ dall’acqua viva del Vangelo; sia verso quelle che, pur avendo antiche radici cristiane, hanno bisogno di nuova linfa per portare nuovi frutti, e riscoprire la bellezza e la gioia della fede”. Un pensiero quindi al beato Giovanni Paolo II, che “è stato un grande missionario, come documenta anche una mostra allestita in questo periodo a Roma. Egli ha rilanciato la missione ad gentes e, al tempo stesso, ha promosso la nuova evangelizzazione”. “Affidiamo l’una e l’altra all’intercessione di Maria Santissima. La Madre di Cristo accompagni sempre e dovunque l’annuncio del Vangelo, affinché si moltiplichino e si allarghino nel mondo gli spazi in cui gli uomini ritrovano la gioia di vivere come figli di Dio”, è stato l’auspicio.
Suor Maria Serafina e il card. Wyszyński. Dopo la recita della preghiera mariana, Benedetto XVI ha ricordato che “ieri, a Cerreto Sannita, è stata proclamata beata Suor Maria Serafina del Sacro Cuore di Gesù, al secolo Clotilde Micheli. Originaria del Trentino, fondò in Campania l’Istituto delle Suore della Carità degli Angeli. Mentre ricordiamo il centenario della sua nascita al Cielo, ci rallegriamo con le sue figlie spirituali e con tutti i suoi devoti”. Nei saluti in varie lingue, rivolgendosi ai pellegrini polacchi, il Papa ha ricordato anche che ieri ricorreva “il 30° anniversario della morte del cardinale Stefan Wyszyński, il primate del Millennio”. “Invocando il dono della sua beatificazione – ha sostenuto –, impariamo da lui il totale abbandono alla Madre di Dio. La sua fiducia espressa con le parole: ‘Tutto ho posto su Maria’ sia per noi un particolare modello. Ricordiamo questo al termine del mese di maggio dedicato in modo particolare alla Madonna”. Ha poi salutato i docenti e gli studenti del Pontificio Istituto di musica sacra, di cui si celebra il centenario di fondazione, e, tra i pellegrini italiani, l’associazione “Apostoli della Divina Misericordia con Maria Regina della pace”, la Corale “S. Roberto Bellarmino” di Davoli, i bambini della Prima Comunione della parrocchia di San Tommaso Apostolo in Roma, la scuola “Figlie di Gesù” di Carrara e la Federazione Italiana Hockey, che oggi ha organizzato una manifestazione sportiva in Piazza S. Pietro. “Saluto con particolare affetto – ha concluso – i bambini colpiti da ernia diaframmatica e i loro genitori, e ricordo che oggi ricorre la Giornata nazionale del sollievo, dedicata alla solidarietà con i malati”.
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