mercoledì 10 agosto 2011

Card. Bagnasco: la Chiesa non può tacere se l'uomo è ridotto ad oggetto. Necessaria la moralità personale e pubblica. I Cristiani danno apporto originale alla politica (Izzo)

BAGNASCO: CHIESA NON PUO' TACERE SE UOMO E' RIDOTTO A OGGETTO

Salvatore Izzo

(AGI) - Genova, 10 ago.

In una societa' nella quale "la visione dell'uomo puo' essere annebbiata e snaturata sotto la spinta di interessi o ideologie disumane" e "non di rado, il soggetto umano e' ridotto ad oggetto", la Chiesa "deve offrire a tutti con umilta' e coraggio in ogni tempo, situazione e luogo", la sua "visione alta e completa dell'uomo, che poggia su valori costitutivi e quindi irrinunciabili".
"Per questo - ha affermato oggi il presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco - non e' divisiva ma inclusiva e non puo' tacere". Mentre "lo Stato stesso, che ha come scopo la giustizia, e' sollecitato ad avere una visione non parziale dell'uomo-cittadino; e' spinto a perseguire un'azione politica coerente con la verita' della persona nelle sue esigenze fisiche e religiose".
Affrontando il tema della "sana laicita'" nella Cattedrale della sua citta', intitolata a San Lorenzo, Bagnasco ha ricordato che "l'uomo e' aperto a Dio, richiede pane e lavoro ma anche cultura e riposo, famiglia stabile e salvaguardata ma anche partecipazione alla vita sociale e politica, reciprocita' e doveri insieme a rispetto e diritti nella linea non tanto dei desideri quanto della natura umana". Per il porporato, "e' nella dimensione religiosa che l'uomo puo' trovare di fatto il fondamento ultimo dei riferimenti etici universali", mentre "la fede cristiana non attenta in nessun modo alla vita sociale".

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BAGNASCO: NECESSARIA MORALITA' PERSONALE E PUBBLICA

Salvatore Izzo

(AGI) - Genova, 10 ago.

"Nel Vangelo si esprime forte e chiaro anche il richiamo alla necessaria moralita' di ogni azione personale e pubblica".
Lo ha ricordato il cardinale Angelo Bagnasco nell'omelia pronunciata oggi a Genova in occasione della festa di San Lorenzo. Per il presidente della Cei, occorre riscoprire "le leggi morali che illuminano l'agire dei singoli, delle istituzioni e della societa'", senza le quali "resta solo la dinamica aleatoria dei numeri e delle opinioni, quando non addirittura delle pressioni e degli interessi piu' forti".
"San Lorenzo - ha spiegato - rifiutando di consegnare i beni della Chiesa e presentando all'Imperatore i poveri come i suoi veri tesori, ricordava alla societa' di allora, e ricorda alla societa' di oggi, la dignita' intangibile di ogni uomo, dignita' senza la quale non esiste societa' giusta". "Anche per questo - ha osservato il cardinale - siamo qui ogni anno per pregare e riflettere".

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BAGNASCO: I CRISTIANI DANNO APPORTO ORIGINALE ALLA POLITICA

Salvatore Izzo

(AGI) - Genova, 10 ago.

"I cristiani hanno un apporto originale e necessario da portare alla vita sociale e politica: essi hanno l'onore e l'onere di ricordare a tutti chi e' l'uomo, quali sono i suoi principi costitutivi, la necessita' dell'etica, il suo fondamento trascendente, la via aurea dell'autentica giustizia e del bene comune". Lo ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
"Per questa ragione - ha spiegato nell'omelia della festa di San Lorenzo pronunciata nella Cattedrale di Genova - il mondo cattolico rappresenta per la societa' un vivaio di valori, energie ed esperienze consolidate, che continuera' a mettere a disposizione del Paese". "Un patrimonio - ha scandito - che non puo' essere dilapidato da nessuno, ne' dissolto per ignavia o per utopistiche sintesi e contaminazioni".
"Le molteplici aggregazioni laicali cattoliche o ispirate cristianamente, le parrocchie e molte altre realta', sono - ha affermato ancora il cardinale - un popolo sempre piu' attento alla vita sociale e politica, anche se nell'agone pubblico vengono a volte liquidate come minoranze sparute e smarrite. Ma cosi' non e' e non sara'".
"Guardando al martirio di San Lorenzo - ha continuato Bagnasco - emergono delle domande: i cristiani sono forse pericolosi alla societa' civile? Sono tolleranti verso coloro che dicono di non avere fede o ne hanno una diversa? La loro partecipazione alla vita pubblica - ad ogni livello - e' utile per costruire il bene comune, oppure la loro visione religiosa costituisce un ostacolo o, peggio, un pericolo per la collettivita' che oggi e' multiforme e policulturale?". Per il presidente della Cei a questa domanda rispondono "duemila anni di storia: si resta impressionati dalle innumerevoli opere di carita' e di promozione umana a cui la Chiesa, ovunque nel mondo, con grandi sacrifici ha dato vita.
L'unico scopo e' stato di dare sollievo a tante sofferenze, e di elevare moralmente e culturalmente i singoli e le societa'". "Come dimenticare - si e' chiesto - questo patrimonio? La Chiesa non nutre aspettative mondane, ne' pretende privilegi per suoi particolari interessi; ma riconoscere questa storia e poterla continuare in pace, appartiene alla semplice giustizia e, se vogliamo, all'onesta' intellettuale della storia.
San Lorenzo ha contribuito a scrivere questo libro bianco con il rosso vivo del suo sangue". E, ha sottolineato il porporato, dal sangue dei martiri "nacquero nuovi cristiani, la fede crebbe in bellezza e forza".
Cosi' "nei secoli, quando la persecuzione si scatena contro la Chiesa, sia in modi brutali e manifesti, sia in forma di lusinghe sorridenti, e la fede sembra destinata a soccombere, in realta' essa vive". Cosi' anche dove "i cristiani sono perseguitati e uccisi in spregio di quella liberta' religiosa che pur viene proclamata nelle carte internazionali e nei consessi dei Popoli, la fede - ha concluso - e' esigenza primaria della dignita' dell'uomo e pietra angolare nell'edificio dei diritti umani".

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