mercoledì 10 agosto 2011

I Tedeschi e l’avversione per la Roma “cattolica”. Intervista con lo scrittore Martin Mosebach (Guido Horst)

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8 commenti:

Andrea ha detto...

Oro colato le parole di Mosebach, se posso dirlo.

Alcune note:

1- parlando di "regno" a proposito del Sacro Romano Impero, senz'altro si traduce la parola "Reich", che significa, a quanto ne so, "reggimento politico". Non si tratta, cioè, di "regno" in senso storico/territoriale (vedi Francia), bensì di "impianto giuridico/valoriale".

2- "Ultramontanismo" significa guardare, al di là della barriera dei monti, verso Roma come capitale dell'Orbe Cristiano.

3- la separazione fra territorio romanizzato(dalla Roma non ancora cristiana) e terra dei Barbari fu plasticamente presente anche in Gran Bretagna, con il Vallo di Adriano. Lì, però, la tremenda crisi del XVI secolo trovò la parte romanizzata assai più pronta ad aggredire l'Urbe che non quella "barbara" (Scozia).

4- Mosebach sbaglia, a mio parere, solamente nel parlare di "Regno (Reich) voluto da Carlo Magno". Penso che si debba parlare, con l'Ariosto, di "re Carlo, imperador romano".

In altri termini, Carlo fu re dei Franchi, e fu avviato dal Papa a raccogliere e tenere in alto il diadema imperiale, che i Papi stessi avevano mantenuto vivo in forma supplente rispetto alla tramontata autorità politica romana.
Da Wikipedia: "Gli imperatori del Sacro Romano Impero venivano incoronati tre volte: una come Re di Germania, una come Re d'Italia, una come Imperatore (quest'ultima corona veniva imposta dal Papa)".

5- oggi l' "Europa", nata neo-carolingia, cerca di liquidare Roma e il suo "Impero", cioè la civiltà cattolica. Proprio questo dimostra che quel "retaggio" non è affatto "tramontato ineorabilmente", come invece afferma Mosebach.

6- perché il Cattolicesimo tedesco contemporaneo è largamente antiromano? per acquiescenza ai vincitori della guerra.
"Voi avete sconfitto l'anticristiano Hitler, quindi voi avete senz'altro ragione nell'avversare Roma": questo l'assurdo ragionamento distruttivo.

Anonimo ha detto...

Di Andrea condivido quasi tutto, specialmente l'ultima osservazione. In altre parole, ritengo che la crisi del cattolicesimo abbia trovato un ulteriore spinta nella vittoria delle potenze protestanti di settant'anni fa.
Venendo più a noi, interessante l'affermazione di Mosebach secondo cui "l’ostilità antiromana neocattolica finora è l’unico portato reale del movimento ecumenico post-conciliare".

Andrea ha detto...

Grazie mille, Anonimo.

Nel 1945 entrarono in Germania (rasa al suolo) le truppe di Londra, dove essere "papisti" era stato per secoli un crimine , e di Washington, dove forse l'unico presidente non massone rimane, a oggi, Kennedy (a quei tempi, di là da venire). A diretto contatto con loro, i Russi comunisti.
Questa è la "libertà" che influenzò e influenza il popolo (o i popoli) tedesco.

Volumnio Etrusco ha detto...

Il popolo tedesco? E' una invenzione di Otto von Bismark.E' corretto dire che esistono un insieme di popoli che parlano il tedesco.Quale differenza tra un bavarese e un prussiano!La stessa creazione di Bismarck fu frutto di inganni e violenze e sappiamo bene dove ha portato la Germania.
Germania è un nome romano utilizzato da Tacito per designare quelle terre abitate oltre le Gallie ma lo scrittore stesso si rendeva ben conto che altri erano gli abitanti del Reno,altri i Catti,gli Svevi etc.
Quello che noi denominiamo Sacro Romano impero non ha nulla a che vedere con l'Impero di Carlo Magno.Fu Ottone I di Sassonia che si appropriò, per autolegittimarsi, della figura di Carlo Magno.
Dopo la morte dell'ultimo sovrano carolingio l'Impero rimase vacante per circa un secolo .I Sassoni lo definirono Sacro Romano Impero della Nazione Germanica...il che era un ossimoro!Voltaire affermò che non era né sacro, né impero, né romano.
Un impero composto da centinaia di stati compresi quelli dei principi vescovi.
Anche nell'antichità sussisteva un rapporto di amore odio nei confronti di Roma ma è con Lutero che si concretizza a livello politico la rottura insanabile complice la negligenza di tanti papi rinascimentali incapaci.
Il primo papa che veramente si prese a cuore il problema tedesco fu Gregorio XIII quando creò il Collegio Germanico-Ungarico ed inviò i bravi Gesuiti i quali riuscirono, con la parola e l'esempio, ad arginare la disfatta recuperando la Baviera e gli stati del Reno.
Giuseppe II? Il suo anticlericalismo giansenista non ha rovinato il papato ma l'Impero d'Austia!
Rimane vero che la Germania e l'Europa si salveranno solo facendo memoria del proprio grande passarto con lo sguardo rivolto sempre al volto glorioso di Cristo.
L'errore di molti teologi e di tanti vescovi dopo il Vaticano II è stato quello di separare la teologia dall'arte , dalla storia,dalla cultura, ottenendo una conoscenza monca del passato e del presente... un cristianesimo handicappato...
Papa Benedetto XVI ha capito molto bene il cuore delproblema e cerca di rimediare ...il cuore di tutto è l'Amore di Cristo.Punto!

Anonimo ha detto...

@Andrea, Anonimo

Non so se gli statunitensi, gli inglesi e i russi siano la causa del disastro chiamato "chiesa cattolica tedesca", credo anzi che non abbia nulla a che fare con ciò: negli Stati Uniti, Regno Unito dove i cattolici vivono sotto il governo "massone" non abbiamo gli stessi sviluppi, ma li incontriamo invece in Austria (non occupata dagli Statunitensi ma dai Russi e per poco) e in Svizzera, mai occupata da nessuno.
Uno degli elementi che unifica le chiese tedesca, austriaca e svizzera è un sistema di nomina dei vescovi che lega le mani al Papa: non è lui che riceve la terna e sceglie (potendo ignorarla), ma è lui che deve presentare la terna e il capitolo sceglie quello che gli va bene. Questo sistema si blocca solo se il capitolo non trova una decisione. Ma se il prefetto della Congregazione per i vescovi non fa bene il suo dovere e il Papa non vigila, arrivano nomine quali quelle di card. Lehmann, che potrebbe benissimo diventare vescovo luterano senza che qualcuno noti la differenza.
Altro elemento in comune è la tassa ecclesiastica, che è un´arma a doppio taglio: sono chiese ricche e la ricchezza crea orgoglio, ma sono anche ricattabili: o si fa come vogliamo noi o ci cancelliamo.
La soluzione sarebbe l´abolizione della tassa ecclesiastica e il rinegoziamento delle modalità di scelta dei vescovi: ci si libererebbe dell´apparato protestantizzante che oramai mangia gli spaghetti in testa ai vescovi, e toglierebbe ai capitoli troppo potere: un esempio su tutti: il parroco del duomo di Friburgo era uno degli iniziatori dell´azione dei preti e diaconi della diocesi a favore del memorandum dei teologi. Immaginate inoltre se a scegliere il vescovo di Milano fosse stato il capitolo del duomo di Milano, composto, dopo anni di card. Martini e Tettamanzi, da preti catto-protestanti.
Jacu

Andrea ha detto...

Per Volumnio: non sono certo un esperto in materia, ma è un fatto che i Tedeschi (Germanici) siano stati depositari di una continuità ideale, e in parte anche operativa, con l' "Impero", inteso come struttura coordinatrice nata a Roma, raccolta dai Papi e ripresa nell'anno 800 (incoronazione di Carlo Magno).

Basta andare ai nostri giorni ad Aquisgrana (Aachen) per vedere l'orgoglio e la "naturalezza" del senso di continuità con la città romana antica e con la "capitale" carolingia.

La prova del nove è proprio la "secolarizzazione" voluta da Napoleone (doveva fare lui l'imperatore, in senso neroniano/pagano), e poi la feroce soppressione dell'Impero Austro-Ungarico (guerra del 1914-'18), decisa a tavolino dalla Massoneria.
L'ultimo imperatore, Carlo d'Asburgo, è Beato della Chiesa.

Volumnio Etrusco ha detto...

Qui mange du Pape en meurt...questo detto si diffuse in Francia ai tempi di Napoleone,rapitore e sequestratore sacrilego di Pio VI e Pio VII.
Rimane sempre valido...anche al presente!
L'Impero d'Austria è caduta per la guerra che hanno fatto al papa sia Giuseppe II ,sia Giuseppe I che fu il primo a diffondere negli stati asburgici il sentimento antiromano e portò umiliò con arroganza il Papa Clemente XI Albani.
Francesco I non era da meno si comportava con arroganza dissimulata da devozione lal punto da impedire al Papa di celebrare la messa il giorno della sua elezione nella Basilica di san Marco!Era arrogante come il vescovo di Pola con Benedetto XVI...
Pio VII l'ammonì più volte dicendogli "stai attento a non metterti nell'armadio abiti(la Serenissima e Comacchio) non tuoi perché la tignola potrebbe corrodorti gli altri abiti".
Devo dire che gli ultimi due imperatori Francesco Giuseppe e Carlo I furono dei veri sovrani cattolici ma ormai il danno era stato fatto.I loro governi furono sempre dominati dal febronianesimo e dal giuseppinismo.
San Pio X era convinto,giustamente,che se l'arciduca Francesco Ferdinando non fosse stato ucciso avrebbe aiutato il cattolicesimo e il Papa:
era questi un uomo di valore ,tutto d'un pezzo,grande politico e grande cattolico.
Credo quindi che l'Austria non sia sopravvissuta a se stessa più per gli errori dei suoi governi che per colpa della massoneria .
Così avvenne per i Borboni di Parma e Napoli anche loro antiromani e anticuriali.Ferdinando II e Francesco II cercarono di porvi riparo ma il danno era stato fatto...
Aprire il vaso di Pandora dell'odio contro Roma fu semplice...non capirono che solo Roma e il Romano Pontefice costituivano il baluardo della fede e della legalità!Abbattuto quello i governi si sono incamminati verso l'abisso e il baratro...in cui ancora viviamo.

Andrea ha detto...

Se vogliamo, possiamo ricordare che la slavizzazione dell'Istria fu favorita proprio da Vienna, in funzione anti-italiana.
Credo che, schematicamente, sia corretto affermare che il Giuseppinismo di Vienna (1780/'90) e l'Illuminismo di Napoli del medesimo periodo abbiano certamente minato la naturale cattolicità di quei regimi (addirittura Giuseppe II introdusse il matrimonio civile!), ma non siano arrivati a eliminarla.

Ripeto, ogni dubbio è tolto dalla spietata, concorde e artificiosa "condanna a morte" del Regno delle Due Sicilie (metà Ottocento) e dell'Impero Austro-Ungarico (primi del Novecento).
Quando si sopprime uno Stato senza riconoscergli la qualifica di "nemico", ma coprendolo di ignominia prima, durante e dopo la guerra di annientamento, la mano massonica è evidente.