martedì 9 agosto 2011

Il Rabbino Capo di Zagabria ringraziò Pio XII per la difesa degli Ebrei (Izzo)

PIO XII: RABBINO CAPO ZAGABRIA LO RINGRAZIO' PER DIFESA EBREI

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 9 ago.

"Pieno di rispetto oso comparire dinanzi al trono di Vostra Santita' per esprimervi come Gran Rabbino di Zagabria e capo spirituale degli ebrei di Croazia la mia gratitudine più profonda e quella della mia congregazione per la bonta' senza limiti che hanno mostrato i rappresentanti della Santa Sede e i capi della chiesa verso i nostri poveri fratelli".
Con queste parole il rabbino capo di Zagabria, Miroslav Shalom Freiberger, in una lettera datata 4 agosto 1942, volle esprimere a Pio XII, scrive oggi l'Osservatore Romano che ne pubblica il testo, "la sua piu' profonda gratitudine per l’abnegazione mostrata da tanti religiosi cattolici verso gli ebrei, auspicando che il Vaticano proseguisse in questa direzione".
Appena cinque mesi prima, il 10 febbraio 1942, il rabbino capo di Zagabria aveva voluto rivolgersi direttatamente all'inviato del Papa, il vescovo benedettino Giuseppe Marcone, come racconta il suo segretario, don Giuseppe Masucci.
"Il caporabbino Freiberger - ricostruisce la cronaca redatta dal sacerdote - mi si presenta tutto trafelato e mi comunica che la citta' e' piena di manifesti annunzianti la presentazione alla polizia di tutti gli ebrei, senza alcuna distinzione.
Gli rispondo che l'indomani avrei chiesto di parlare col Capo della Polizia chiedendo spiegazioni a riguardo. Soggiunse che il caso era molto urgente, perche' nella notte avrebbero gia' arrestati tutti".
Il tentativo, come annoto' successivamente lo stesso sacerdote, valse "almeno" a far riconoscere che "i matrimoni misti non debbono piu' considerarsi come ebrei, ma come facenti parte della Chiesa Cattolica". L'abate Marcone, ricostrui' inoltre il suo segretario nell'appunto, "si prese la briga di organizzare persino il trasporto di un piccolo gruppo di bambini ebrei, tra cui vi era anche il figlio del rabbino capo di Zagabria, che, attraverso l'Ungheria e la Romania, furono condotti al sicuro nella neutrale Turchia".

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