giovedì 22 settembre 2011

Al Bundestag il Papa incontra i leader dei diversi schieramenti ed è accolto da un lunghissimo applauso. Lo storico discorso al Parlamento tedesco nel commento di Salvatore Izzo

PAPA: AL BUNDESTAG INCONTRA LEADER DEI DIVERSI SCHIERAMENTI

Salvatore Izzo

(AGI) - Berlino, 22 set.

Al suo arrivo al Bundestag, il Papa e' stato accolto dal presidente Norbert Lammert, che lo ha invitato nei mesi scorsi e gli ha presentato oggi le altre quattro piu' alte autorita' federali (il presidente, la cancelliera Federale, il presidente dell'altra Camera, detta Bundesrat, il presidente del Tribunale Costituzionale Federale) e subito dopo i presidenti dei Gruppi parlamentari e i membri dell'Ufficio di Presidenza del Bundestag. Benedetto XVI - che appare in buona forma nonostante l'impegnativo programma di oggi - ha stretto la mano a tutti e con ognuno ha scambiato un sorriso e qualche parola.

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PAPA: ACCOLTO DA LUNGHISSIMO APPLAUSO DEL BUNDESTAG

Salvatore Izzo

(AGI) - Berlino, 22 set.

I parlamentari del Bundestag hanno accolto l'ingresso del Papa nell'aula ultramoderna che ospita i loro lavori con un lunghissimo applauso, durato oltre un minuto.
Un applauso ancora piu' lungo ha suggellato alla fine il discorso del Pontefice, senza distinzione di schieramento politico. Alcuni banchi (forse una quarantina) erano rimasti comunque vuoti per la defezione di parte dei parlamentari verdi del Linke e della Spd.

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PAPA: I VERDI TEDESCHI SONO UN GRIDO CHE NON SI PUO' IGNORARE

Salvatore Izzo

(AGI) - Berlino, 22 set.

"La comparsa del movimento ecologico nella politica tedesca a partire dagli anni Settanta, pur non avendo forse spalancato finestre, tuttavia e' stata e rimane un grido che anela all'aria fresca, un grido che non si puo' ignorare ne' accantonare". Benedetto XVI lo ha detto nel suo discorso al Bundestag, parlando ai parlamentari presenti, tra i quali c'erano diversi del Linke che hanno deciso diversamente dal loro gruppo che invece e' assente. Ratzinger ha ammesso che in questo movimento "si intravede troppa irrazionalita'", ma ha chiarito che i cattolici condividono le ragioni profonde dell'impegno a difesa dell'ambiente. "Persone giovani - ha ricordato - si erano rese conto che nei nostri rapporti con la natura c'e' qualcosa che non va; che la materia non e' soltanto un materiale per il nostro fare, ma che la terra stessa porta in se' la propria dignita' e noi dobbiamo seguire le sue indicazioni".
"E' chiaro - ha avvertito - che qui non faccio propaganda per un determinato partito politico, in quanto nulla mi e' piu' estraneo di questo", ma "quando nel nostro rapporto con la realta' c'e' qualcosa che non va, allora dobbiamo tutti riflettere seriamente sull'insieme e tutti siamo rinviati alla questione circa i fondamenti della nostra stessa cultura".
Per il Papa teologo, "l'importanza dell'ecologia e' ormai indiscussa. Dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente. Vorrei pero' affrontare con forza ancora un punto che oggi come ieri viene largamente trascurato: esiste anche un'ecologia dell'uomo". "Anche l'uomo - ha pero' tenuto ad aggiungere il Pontefice - possiede una natura che deve rispettare e che non puo' manipolare a piacere. L'uomo non e' soltanto una liberta' che si crea da se'. L'uomo non crea se stesso. Egli e' spirito e volonta', ma e' anche natura, e la sua volonta' e' giusta quando egli ascolta la natura, la rispetta e quando accetta se stesso per quello che e', e che non si e' creato da se'. Proprio cosi' e soltanto cosi' si realizza la vera liberta' umana".
Nell'aula del Bundestag, il passaggio del discorso che riguardava i Verdi e' stato accolto da un applauso.

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PAPA: SUCCESSO POLITICO NON AUTORIZZA CONTRAFFAZIONE DIRITTO

Salvatore Izzo

(AGI) - Berlino, 22 set.

Per un politico "il successo puo' essere anche una seduzione e cosi' puo' aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia". Benedetto XVI lo ha voluto ricordare oggi nella storica visita al Bundestag, il parlamento tedesco dove per la prima volta prende la parola un Papa. Nel suo discorso, per affermare che quale "criterio ultimo e motivazione per il suo lavoro", un politico non puo' avere "il successo e tanto meno il profitto materiale", Ratzinger ha citato il monito di Sant'Agostino: "togli il diritto, e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?". "La politica - ha scandito - deve essere un impegno per la giustizia e creare cosi' le condizioni di fondo per la pace".
"Naturalmente - ha ammesso il Pontefice - un politico cerchera' il successo che di per se' gli apre la possibilita' dell'azione politica effettiva". "Ma il successo e' subordinato al criterio della giustizia, alla volonta' di attuare il diritto e all'intelligenza del diritto", ha insistito citando ancora il vescovo d'Ippona. "Noi tedeschi - ha rilevato in riferimento agli abomini nazisti - sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, cosi' che lo Stato era diventato lo strumento per la distruzione del diritto, era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e spingerlo sull'orlo del precipizio". Per il Papa teologo, "servire il diritto e combattere il dominio dell'ingiustizia e' e rimane il compito fondamentale del politico". E "in un momento storico in cui l'uomo ha acquistato un potere finora inimmaginabile, questo compito diventa particolarmente urgente", perche' "l'uomo e' in grado di distruggere il mondo".

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PAPA: DIFESA VALORI E RADICI E' COME RESISTENZA AL NAZISMO

Salvatore Izzo

(AGI) - Berlino, 22 set.

"I combattenti della Resistenza hanno agito contro il regime nazista e contro altri regimi totalitari, rendendo cosi' un servizio al diritto e all'intera umanita'". Benedetto XVI ha ricordato il loro eroismo nel discorso al Bundstag, il parlamento tedesco riunito in seduta straordinaria per la prima volta nella sua storia per ascoltare un Papa. E ha espressamente citato "le testimonianze delle loro coscienza", quando ha sottolineato - con implicita accusa alla ignavia della maggioranza dei tedeschi dell'epoca - che durante il Nazismo "era evidente in modo incontestabile che il diritto vigente, in realta', era ingiustizia". E tanto per evitare fraintendimenti, ha citato il grande teologo Origene del III secolo che giustificava "la resistenza dei cristiani a certi ordinamenti giuridici in vigore" affermando che davanti alle "leggi irreligiose" si "agirebbe in modo molto ragionevole se, in nome della legge della verita' si formassero associazioni anche contro l'ordinamento in vigore, che e' illegalita'". Invece oggi, ha denunciato Ratzinger, "l'idea del diritto naturale e' considerata una dottrina cattolica piuttosto singolare, su cui non varrebbe la pena discutere al di fuori dell'ambito cattolico, cosi' che quasi ci si vergogna di menzionarne anche soltanto il termine".
In realta', ha osservato ancora il Pontefice teologo, "dove la ragione positivista si ritiene come la sola cultura sufficiente, relegando tutte le altre realta' culturali allo stato di sottoculture, essa riduce l'uomo, anzi, minaccia la sua umanita'". "Lo dico - ha scandito rivolto ai parlamentari - proprio in vista dell'Europa, in cui vasti ambienti cercano di riconoscere solo il positivismo come cultura comune e come fondamento comune per la formazione del diritto, mentre tutte le altre convinzioni e gli altri valori della nostra cultura vengono ridotti allo stato di una sotto-cultura".

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PAPA: QUELLO DELLA MAGGIORANZA NON PUO' ESSERE UNICO CRITERIO

Salvatore Izzo

(AGI) - Berlino, 22 set.

Oggi che l'uomo "puo' manipolare se stesso, puo', per cosi' dire, creare esseri umani ed escludere altri esseri umani dall'essere uomini, come riconosciamo che cosa e' giusto? Come possiamo distinguere tra il bene e il male, tra il vero diritto e il diritto solo apparente?". Benedetto XVI se lo e' chiesto nello storico discorso pronunciato questo pomeriggio al Bundestag, sottolineando che tale domanda, posta anche dalla Sacra Scrittura, "resta la questione decisiva davanti alla quale l'uomo politico e la politica si trovano anche oggi". "In gran parte della materia da regolare giuridicamente, quello della maggioranza - ha ammesso il Pontefice teologo - puo' essere un criterio sufficiente. Ma - ha scandito - e' evidente che nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali e' in gioco la dignita' dell'uomo e dell'umanita', il principio maggioritario non basta: nel processo di formazione del diritto, ogni persona che ha responsabilita' deve cercare lei stessa i criteri del proprio orientamento". Per il Papa, se durante il Nazismo "era evidente in modo incontestabile che il diritto vigente, in realta', era ingiustizia", oggi "nelle decisioni di un politico democratico, la domanda su che cosa ora corrisponda alla legge della verita', che cosa sia veramente giusto e possa diventare legge non e' altrettanto evidente. Cio' che in riferimento alle fondamentali questioni antropologiche sia la cosa giusta e possa diventare diritto vigente, oggi non e' affatto evidente di per se'". Insomma, "alla questione come si possa riconoscere cio' che veramente e' giusto e servire cosi' la giustizia nella legislazione, non e' mai stato facile trovare la risposta" e anche oggi, "nell'abbondanza delle nostre conoscenze e delle nostre capacita', tale questione e' diventata ancora molto piu' difficile". "Nella storia - ha ricordato in proposito - gli ordinamenti giuridici sono stati quasi sempre motivati in modo religioso: sulla base di un riferimento alla Divinita' si decide cio' che tra gli uomini e' giusto". Ma, ha tenuto a rimarcare, "contrariamente ad altre grandi religioni, il cristianesimo non ha mai imposto allo Stato e alla societa' un diritto rivelato, un ordinamento giuridico derivante da una rivelazione. Ha invece rimandato alla natura e alla ragione quali vere fonti del diritto, ha rimandato all'armonia tra ragione oggettiva e soggettiva, un'armonia che pero' presuppone l'essere ambedue le sfere fondate nella Ragione creatrice di Dio".
Secondo Benedetto XVI, "per lo sviluppo del diritto e per lo sviluppo dell'umanita' e' stato decisivo che i teologi cristiani abbiano preso posizione contro il diritto religioso, richiesto dalla fede nelle divinita', e si siano messi dalla parte della filosofia, riconoscendo come fonte giuridica valida per tutti la ragione e la natura nella loro correlazione, una scelta che aveva gia' compiuto san Paolo per il quale cio' che la Legge esige e' scritto nei cuori".

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