Benedetto XVI alla Messa davanti al Duomo di Erfurt: la fede testimoniata pubblicamente trasforma il mondo
La vera fede non si nasconde nella sfera del privato ma ha una valenza pubblica: i Santi infatti, anche se pochi, cambiano il mondo. E’ quanto ha detto il Papa, stamani, nella Messa celebrata nella Domplatz di Erfurt. Trentamila i fedeli presenti. Linea a uno dei nostri inviati in Germania, Sergio Centofanti:
Grande festa della fede e profondo raccoglimento nella Piazza del Duomo di Erfurt: il suono delle campane e l’entusiasmo composto dei fedeli accoglie l’arrivo di Benedetto XVI in una stupenda giornata di sole. Lo slancio delle torri gotiche della Cattedrale di Santa Maria e della Chiesa di San Severo, poste l’una accanto all’altra sulla collina del Domberg, invita alla preghiera. All’omelia il Papa ringrazia Dio con tutto il cuore per la fine delle dittature: il cosiddetto “Reich millenario” ridotto in cenere nel 1945 e il muro e il filo spinato abbattuti nel ’89:
“Hier in Thüringen und in der früheren DDR, habt ihr eine braune…
Qui in Turingia e nell’allora DDR – dice il Papa – avete dovuto sopportare una dittatura ‘bruna’ [nazista] e una ‘rossa’ [comunista], che per la fede cristiana avevano l’effetto che ha la pioggia acida. Tante conseguenze tardive di quel tempo sono ancora da smaltire, soprattutto nell’ambito intellettuale e religioso. La maggioranza della gente in questa terra vive ormai lontana dalla fede in Cristo e dalla comunione della Chiesa”.
Ad Erfurt i cattolici sono appena il 7%. La libertà ha tuttavia offerto nuove possibilità alla Chiesa che ha promosso tante iniziative:
“Haben diese Möglichkeiten…
Ma queste possibilità – si chiede il Papa – ci hanno portato anche a una crescita nella fede? Non bisogna forse cercare le radici profonde della fede e della vita cristiana in ben altro che non nella libertà sociale? Molti cattolici risoluti sono rimasti fedeli a Cristo e alla Chiesa proprio nella difficile situazione di un’oppressione esteriore. Hanno accettato svantaggi personali pur di vivere la propria fede”.
Il Papa ringrazia quanti hanno continuato a testimoniare il Vangelo nella difficoltà e nel pericolo:
“Besonders im Eichsfeld widerstanden viele katholische Christen…
Specialmente nell’Eichsfeld – sottolinea – molti cristiani cattolici hanno resistito all’ideologia comunista. Voglia Dio ricompensare abbondantemente la perseveranza nella fede. La testimonianza coraggiosa e la paziente fiducia nella provvidenza di Dio sono come un seme prezioso che promette un abbondante frutto per il futuro”.
La presenza di Dio si manifesta in modo particolarmente chiaro nei suoi santi. E Benedetto XVI ricorda i testimoni della fede in questa regione lungo i secoli: Elisabetta di Turingia, che condusse una vita intensa di preghiera, povertà evangelica e aiuto a poveri e malati. Bonifacio, fondatore della Diocesi di Erfurt, che operò in stretto collegamento con il Papa nella consapevolezza che la Chiesa deve essere “una” intorno a Pietro. San Kilian, missionario che proveniva dall’Irlanda, morto martire perché criticava il comportamento moralmente sbagliato del duca di Turingia. E infine san Severo, Patrono della Severikirche:
“Die Heiligen zeigen uns zunächst, daß es möglich und gut ist…
Sì, i Santi ci mostrano che è possibile e che è bene vivere in modo radicale il rapporto con Dio, mettere Dio al primo posto e non come una realtà tra le altre. I Santi ci rendono evidente il fatto che Dio per primo si è rivolto verso di noi, in Gesù Cristo si è manifestato e si manifesta a noi. Cristo ci viene incontro, parla ad ognuno e lo invita a seguirLo”.
Ma la fede non va vissuta in modo individualistico:
“Glaube ist immer auch wesentlich ein Mitglauben…
La fede – ha osservato – è sempre anche essenzialmente un credere insieme con gli altri. Nessuno può credere da solo… Il fatto di poter credere lo devo innanzitutto a Dio che si rivolge a me e, per così dire, ‘accende’ la mia fede. Ma molto concretamente devo la mia fede anche a coloro che mi sono vicini e che hanno creduto prima di me e credono insieme con me. Questo ‘con’, senza il quale non può esserci alcuna fede personale, è la Chiesa”.
La fede autentica non si nasconde nell’intimità del privato, ma ha una valenza pubblica: infatti “i Santi, anche se sono soltanto pochi, cambiano il mondo”:
“So waren die politischen Veränderungen des Jahres 1989…
Così – ha affermato – i cambiamenti politici dell’anno 1989 nel nostro Paese non erano motivati soltanto dal desiderio di benessere e di libertà di movimento, ma, in modo decisivo, anche dal desiderio di veracità. Questo desiderio venne tenuto desto, fra l’altro, da persone che stavano totalmente al servizio di Dio e del prossimo ed erano disposte a sacrificare la propria vita”.
Al termine della Messa, tra gli applausi dei fedeli, ha iniziato a suonare la famosa campana del Duomo di Erfurt, chiamata la “Gloriosa”, la più grande campana medioevale del mondo ad oscillazione libera, fusa nel 1497 e alta 2 metri e mezzo. Per il Papa si tratta di un segno vivo del nostro profondo radicamento nella tradizione cristiana e un richiamo a impegnarci nella missione per annunciare a tutti il Vangelo.
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