domenica 11 settembre 2011

Congresso Eucaristico, card. Bagnasco alla Veglia: “Cosa saremmo noi senza di Lui?” (Sir)

XXV CEN-VEGLIA: CARD. BAGNASCO, “COSA SAREMMO NOI SENZA DI LUI”?

“Cosa saremmo noi senza di Lui?”.
E’ la domanda centrale della speciale omelia, in forma di preghiera e pronunciata interamente a braccio, tenuta dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella veglia celebrata questa sera nella chiesa di san Domenico, molto vicino a piazza Plebiscito, luogo dell’ incontro con i fidanzati che domani pomeriggio concluderà la visita pastorale di Benedetto XVI ad Ancona. Le decine di migliaia di convegnisti hanno riempito la chiesa, tra di loro moltissimi i giovani. “Dopo questi giorni intensi che abbiamo vissuto, dopo la festa piena di gioia di oggi pomeriggio è il momento dell’adorazione di Gesù Eucaristia”, ha esordito il cardinale: “Insieme al legato pontificio, al quale rinnoviamo la nostra gratitudine e l’affetto, ci siamo preparando nell’imminenza dell’ormai vicinissima venuta del Santo Padre, quando la Chiesa, con la sua presenza, risplenderà in modo visibile nella sua bellezza: quale preparazione migliore? “Il momento dell’adorazione, che prolunga la celebrazione eucaristica, i divini misteri, e che ci fa sentire il cuore pulsante di Cristo, l’adorazione dell’Eucaristia, senza della quale cos saremmo noi? Senza di Lui cosa sarebbero i nostri giorni? Una scintilla nel buio, un desiderio subito spento? Che cosa saremmo noi senza di Lui?”.
“Ed è per questo – ha proseguito il presidente della Cei – che come pellegrini nel tempo, come viandanti affamati e assetati, ciu portiamo davanti all’altare, davanti a Lui, che dà respiro alla nostra vita, ali alla nostra povertà, forza ai nostri passi. Sostenendoci gli uni gli altri, nella preghiera, nell’esempio, nell’amore, vogliamo ringraziare Gesù che nell’Eucaristia è Dio con noi e per noi”. “Grazie perché ci sei! Senza di te non sarei nulla”, la preghiera del cardinale: “E com’è bella la Chiesa, che risplende sui nostri volti di povere creature, pellegrini, peccatori, che ugualmente risplende per la grazia di Dio. La Chiesa, popolo di Dio, famiglia dei suoi figli, che nel mondo, nonostante i limiti e le ombre degli uomini, rispende come città sul monte, come luce sul candelabro, per dire al mondo che esiste la speranza, che si può vivere in modo diverso e che la comunione delle anime non è utopia, è grazia e responsabilità”. “Com’è bella la Chiesa”, ha ripetuto il presidente dei vescovi italiani, nel cui grembo i “storie” differenti “comunque si unificano con una sintonia che è dono, grazia di Dio e nostro impegno, per formare una comunità che agli occhi del mondo è un prodigio, un miracolo dall’altro, un segno prodigioso di Dio nel mondo”.
“La Chiesa è un prodigio”, ha ripetuto il card. Bagnasco: “Nella ricchezza di ciascuno, nelle proprie storie, tradizioni, ma nell’unità dell’unica fede, dove il nostro io personale non si perde, ma si ritrova nel noi di una comunità credente, che guarda a Lui, sorgente di vita nuova. Guarda a Lui per appartenere alla Chiesa”. Riferendosi, infine, al ruolo dei sacerdoti e dei vescovi all’interno della comunità ecclesiale, il presidente della Cei ha esclamato: “Quale responsabilità per la Chiesa di cui tutti noi siamo figli!”. “Fa’ che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue, per sentire in noi i benefici della redenzione”. La veglia a San Domenico, a poche ore dall’incontro con il Papa – atteso non solo dai convegnisti, ma da tutta la città, la cui partecipazione agli eventi del Cen (dalla messa inaugurale alla Via Crucis, dalla processione eucaristica per le vie della città alla festa con le famiglie) è andata sempre crescendo – si è conclusa con questa preghiera pronunciata dal card. Bagnasco, seguita dalle acclamazioni e dal canto finale. Domani, l’elicottero papale partirà alle 8 dall’aeroporto di Ciampino, per atterrare al “Molo Wojtyla”, nel porto di Ancona, alle 9.15. Alle 10 inizierà la Messa, seguita dall’Angelus.

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