Congresso eucaristico: gli interventi dei vescovi Menichelli, Monari, Forte e Crociata
Sesta giornata di lavori, tra Ancona e le altre cinque diocesi della Metropolia, per il XXV Congresso Eucaristico italiano, sul tema ‘Signore da chi andremo – L’Eucaristia per la vita quotidiana’. Proseguono le celebrazioni, i momenti di preghiera e le catechesi dei vescovi, provenienti da tutta la penisola, mentre nel capoluogo marchigiano cresce l’attesa per la visita di Benedetto XVI che chiuderà il Congresso domenica prossima. Da Ancona il servizio del nostro inviato, Fabio Colagrande:
Al Congresso di Ancona si riflette su come l’Eucaristia, ‘Pane del cammino’, sostiene il dinamismo della vita cristiana. In primo piano il compito della Chiesa di tramandare la fede attraverso la celebrazione dell’Eucaristia, memoria vivente dell’amore di Dio per l’uomo. Giornata dedicata quindi, in questa prospettiva, all’approfondimento del sacerdozio e della vita consacrata. ‘Come presbiteri siamo stati scelti da Dio, ma dobbiamo meritarlo’ ha osservato l’arcivescovo di Ancona–Osimo, mons. Menichelli, aprendo i lavori nella Fiera del capoluogo. ‘Il comunicarci con Dio non sia mai un’ovvietà ma una consustanzialità con Lui’ ha aggiunto poi rivolgendosi a tutti i partecipanti al Congresso.
Ai sacerdoti, seminaristi e diaconi ha rivolto la sua relazione mons. Luciano Monari, vescovo di Brescia. ‘Noi presbiteri – ha ricordato – quando celebriamo obbediamo al “fate questo in memoria di me” ed è l’ordinazione sacerdotale che ci individua come soggetti dell’obbedienza a Gesù. ‘Celebriamo l’Eucaristia per edificare il Corpo di Cristo’ - ha aggiunto il presule – ‘non siamo perciò conservatori della tradizione del passato, ma strumenti di Dio per condurre gli uomini verso l’unità della comunione, del perdono reciproco e dell’amore, il vero progresso dell’umanità’.
Nel Teatro delle Muse di Ancona, il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, ha invece tenuto un intervento sull’Eucaristia, come “fonte e culmine della vita consacrata”. ‘Vivere pienamente il memoriale eucaristico significa fare dell'incontro col Signore Gesù la sorgente della bellezza di tutta la vita, specialmente della vita consacrata’ ha affermato il vescovo. ‘E’ l’Eucaristia l’evento di grazia dove essa continuamente si esprime e si rigenera nella forza del dono dall’alto’. Mons. Forte ha ricordato poi il primato della dimensione contemplativa, il lasciarsi ‘agire’ da Dio, e della condizione di servizio, ricordata da Gesù nella ‘lavanda dei piedi’, che caratterizzano la celebrazione dell’Eucaristia. ‘La frazione del pane’ – ha aggiunto – ‘è anche segno di una profonda solidarietà nella comunanza di sorte’. ‘Gesù lega esplicitamente l’istituzione dell’Eucaristia al banchetto della fraternità’. Il banchetto della nuova Pasqua rimanda inoltre’ - ha ricordato il teologo – ‘a un altro banchetto, quello definitivo del Regno, di cui è anticipazione e promessa’. Per cui l’Eucaristia è ‘speranza, apertura al futuro della promessa di Dio’.
Dopo la suggestiva Via Crucis di martedì scorso, a cui hanno partecipato cinquemila fedeli , ad Ancona, si svolge oggi un altro rito che conferma la matrice popolare del Congresso. E’ la Processione Eucaristica ‘da mare a mare’ che sarà guidata dall’arcivescovo Menichelli e dal Legato pontificio, il cardinale Re. Vedrà la partecipazione delle confraternite e sarà occasione per una suggestiva ‘infiorata’ lungo il corso cittadino, per omaggiare il passaggio dell’Ostensorio.
Momenti di preghiera, gioia ma anche di commozione scandiscono le giornate congressuali. Come quando mons. Menichelli ha incontrato martedì 120 detenuti della Casa Circondariale di Ancona, presentando loro la croce di Cristo alla quale ognuno si è accostato per una preghiera silenziosa, un bacio, un proposito di vita nuova.
Preoccupazione e affetto, da Ancona, anche per il vescovo di Palestrina Domenico Sigalini, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma, a seguito di una grave caduta in montagna e quindi impossibilitato a partecipare, come previsto, al Congresso. Un invito alla preghiera per la sua guarigione, giunto dalla diocesi laziale, è stato subito raccolto qui nelle Marche.
E ieri ha partecipato al Congresso di Ancona anche il segretario generale della Cei, mons. Mariano Crociata che ha voluto inaugurare il Seminario dedicato a ‘Bene Comune e Eucaristia’ dalle associazioni cattoliche del coordinamento Retinopera. Il nostro inviato, Fabio Colagrande, lo ha intervistato:
R. - Per noi credenti il bene comune è Cristo. Noi diventiamo comunità, siamo accomunati dal fatto che comunichiamo con lo stesso Cristo, e Lui è il bene. In questa comunione in Cristo noi sperimentiamo, come Chiesa che nasce dall’Eucarestia, anche il bene comune per la città e nella città. E’ un bene comune che si scopre attorno a due aspetti che l’Eucarestia suggerisce: l’attenzione, l’interesse e la prospettiva unitaria. Non si può cioè cercare il bene di tutti e di ciascuno senza voler convergere verso un’unità. Bisogna però sottolineare anche l’altro aspetto che scaturisce dall’Eucarestia: tendere al bene comune è in realtà possibile solo se noi ci lasciamo afferrare dal movimento che l’Eucarestia fa passare, che è il movimento di Gesù che si dona nella morte e nella Resurrezione. Dunque, anche noi dobbiamo diventare persone che si aprono e si offrono in dono agli altri, uscire da sé per servire gli altri.
D. - Questa dimensione dell’Eucarestia, della cultura eucaristica, può dire qualcosa al settore della politica e dell’economia, che sembrano così in difficoltà?
R. - Un credente che è impegnato nella vita sociale - in qualsiasi suo ambito e livello, particolarmente in politica -, non può perdere di vista questa prospettiva, perché se lo fa è il suo essere credente, il suo essere cattolico ad entrare in questione. (vv)
© Copyright Radio Vaticana
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento