Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
Il Papa buono disse: Ingannato su Padre Pio
Francesco Antonio Grana
Guerra santa anzi guerra tra santi.
Così è stato dipinto per decenni il rapporto tra Padre Pio e Giovanni XXIII, con quest'ultimo persecutore del frate beneventano. Un falso mito finalmente smentito dall'ultimo libro di Stefano Campanella, direttore di Tele Radio Padre Pio. Il volume, che riprende nel titolo il motto episcopale di Roncalli, "Oboedientia et pax", coedito dalla Libreria Editrice Vaticana e dalle Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, e impreziosito dall'introduzione del cardinale Tarcisio Bertone, presenta documenti inediti ritrovati nell'archivio dell'Arcivescovo Loris Francesco Capovilla, già segretario di Roncalli, che ricostruiscono gli anni della vita di Padre Pio sotto il pontificato del Papa buono.
Nel 1960 Giovanni XXIII inviò mons. Carlo Maccari come visitatore apostolico nel convento di San Giovanni Rotondo dove viveva Padre Pio. L'inviato del Sant'Uffizio ebbe l'impressione che il cappuccino stigmatizzato avesse nei suoi confronti un atteggiamento ostile, che Maccari attribuì allo stato d'animo del religioso, sofferente e sottoposto ad altre visite del genere. Successivamente il cardinale Segretario di Stato Domenico Tardini, che aveva scelto Maccari per il delicato incarico, ammetterà che la visita apostolica non era stata esente da qualche "difetto: certe volte troppi dettagli, qualche piccolo errore di tattica con Padre Pio e, specialmente, quel credersi o proclamarsi "rappresentate del Santo Padre"".
Nella sua relazione finale il visitatore propose di adottare provvedimenti drastici nei confronti del frate e della sua azione pastorale. Sembra che solo poco prima di morire mons. Maccari avrebbe mutato completamente idea su Padre Pio, come il cappuccino stesso aveva previsto. Giovanni Gigliozzi, vedendo piangere il frate a causa degli effetti della visita apostolica, gli disse: "Padre, lei sa che io conosco mons. Maccari. E vorrei saper dire qualche cosa che a lei fosse utile". Padre Pio rispose: "È inutile, figlio mio. Adesso monsignore è malato di cardinalite. Cardinale non lo sarà mai, ma io in paradiso lo voglio accanto a me". Il 22 ottobre 1996 mons. Maccari rimase gravemente ferito in un incidente stradale. Durante la sua lunga e dolorosa malattia l'Arcivescovo di Ancona invocava spesso l'aiuto di Padre Pio.
A difendere il frate del Gargano fu l'Arcivescovo di Manfredonia, mons. Andrea Cesarano, amico di Roncalli dagli anni in cui il futuro Papa era visitatore apostolico in Bulgaria. In un colloquio del 1961 mons. Cesarano chiarì a Giovanni XXIII ogni dubbio sul cappuccino. "Che mi racconti di Padre Pio?", gli chiese il Papa. "Santità...". "Non chiamarmi santità - lo interruppe Roncalli - chiamami don Angelo come hai sempre fatto. Dimmi di lui!". "Padre Pio è sempre l'uomo di Dio che ho conosciuto all'inizio del mio trasferimento a Manfredonia. È un apostolo che fa delle anime un bene immenso". "Don Andrea - replicò il Papa - adesso si dice tanto male di Padre Pio". "Ma per carità, don Angelo. Sono tutte calunnie. Padre Pio lo conosco sin dal 1933 e t'assicuro che è sempre un uomo di Dio. Un santo". "Don Andrea, sono i suoi fratelli che l'accusano. E poi... quelle donne, quelle registrazioni... hanno perfino inciso i baci". "Per carità - replicò Cesarano - non si tratta di baci peccaminosi. Posso spiegarti cosa succede quando accompagno mia sorella da Padre Pio?" "Dimmi". E l'Arcivescovo di Manfredonia raccontò al Papa che quando sua sorella incontrava il frate e riusciva a prendergli la mano, gliela baciava e ribaciava, tenendola ben stretta, malgrado le vive rimostranze del cappuccino che temeva di sentire un ulteriore male per via delle stigmate. All'udire queste parole, il Papa buono alzò lo sguardo al cielo ed esclamò: "Sia lodato Dio! Che conforto che mi hai dato. Che sollievo! Ti prego, avverti subito i cardinali Tardini e Ottavini del tuo arrivo. Dì a loro ciò che hai raccontato a me. Domani ci sarà la riunione dei membri del Sant'Uffizio che discuteranno proprio il caso di Padre Pio". Nel corso di quel colloquio, il Papa mostrò a mons. Cesarano alcune fotografie compromettenti del frate accanto a delle donne. L'Arcivescovo lo rassicurò spiegandogli che erano degli evidenti fotomontaggi. "Su Padre Pio mi hanno ingannato", affermò successivamente Papa Giovanni.
© Copyright Il Denaro, 10 settembre 2011
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5 commenti:
Finalmente! grazie!
Vaglielo adire a coloro che pensano che il Papa sia come la strega del Mago di Oz, con la sfera di cristallo per vedere in tempo reale quello che succede in tutte le parti del mondo in contemporanea...
E poi saremmo noi gli irrazionali..
...e non fu ingannato solo su Padre Pio....
che strana coincidenza però...i papi buoni sempre alle prese con cattivi consiglieri e collaboratori, alla fine responsabili di tutto ciò che non è piaciuto
Si', Passante: i Papi buoni ed i Papa santi non ha mai alcuna responsabilita'.
I Papi "cattivi" sono sempre responsabili: per il proprio operato e per quello altrui.
Comodo...comodo!
R.
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