Su segnalazione di Laura leggiamo:
Il grazie del Papa ai vescovi indiani: con tante opere sociali e uomini e donne eroici, fate il bene di tutta la società
La Chiesa in India può contare su una moltitudine di istituzioni e su religiosi, uomini e donne, eroici: lo ha ricordato Benedetto XVI ricevendo stamane nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo i vescovi latini dell’India, in visita ad Limina Apostolorum. Il servizio di Roberta Gisotti.
Parrocchie, scuole e orfanatrofi, così come ospedali, cliniche e dispensari: una benedizione per la Chiesa in India, - ha sottolineato Benedetto XVI - “espressione dell’amore di Dio per l’umanità attraverso la carità e l’esempio del clero, dei religiosi e dei fedeli laici”. Da qui il grazie del Papa ad una Chiesa che “offre un inestimabile contributo al benessere non solo dei cattolici ma della società in generale”:
“The efforts made by the whole…”
Il Santo Padre si è soffermato in particolare sull’importante ruolo educativo, lodando “gli sforzi compiuti dall’intera comunità cristiana per preparare i giovani cittadini” indiani “a costruire una società più giusta e prosperosa”, impegno che da lungo tempo contraddistingue le Chiese locali in India:
“I encourage you to continue to pay close attention…”
Poi l’incoraggiamento ai vescovi “a prestare massima attenzione alla qualità dell’istruzione” nelle scuole delle loro diocesi “per assicurare che siano genuinamente cattoliche e quindi in grado di trasmettere quelle verità e valori necessari per la salvezza delle anime e lo sviluppo della società”.
“A significant role of witness…”
Benedetto XVI ha quindi reso omaggio alla testimonianza di “religiosi uomini e donne, che sono spesso eroi non celebrati della vitalità della Chiesa locale in India”. Per il loro lavoro apostolico e le vite che conducono – ha detto - sono “una sorgente di fecondità spirituale per l’intera comunità cristiana”. Ai presuli indiani “consapevoli delle molte difficoltà che ostacolano la crescita spirituale e vocazionale”, il Papa ha chiesto infine di continuare ad incoraggiare i giovani “a considerare seriamente la vita consacrata o sacerdotale” e di parlare ai loro genitori perché sappiano sostenerli.
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