lunedì 26 settembre 2011

Il monumentale discorso del Papa al Konzerthaus accolto da un lunghissimo applauso. Benedetto XVI: gli abusi sono scandali pericolosi che oscurano il Vangelo. Madre Teresa voleva cambiare la Chiesa a partire da sé (Izzo)

PAPA: UN LUNGHISSIMO APPLAUSO AL KONZERTHAUS DI FRIBURGO

(AGI) - Friburgo, 25 set.

E' durato diversi minuti l'applauso che i cattolici impegnati in attivita' ecclesiali, sociali e politiche hanno riservato al Papa questa sera al Konzerthaus di Friburgo.
Al termine del discorso - nel quale Benedetto XVI e' tornato questa sera a denunciare lo scandalo degli abusi sessuali e l'inappropriatezza di una Chiesa troppo concentrata sull'attivita' sociale e conseguentemente sui propri beni e strutture - tutti i presenti, una settantina di vescovi e circa 500 delegati di 19 associazioni, si sono alzati in piedi per battere le mani e rendere onore al coraggio di Benedetto XVI.

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PAPA: ABUSI SONO SCANDALI PERICOLOSI CHE OSCURANO IL VANGELO

(AGI) - Friburgo, 25 set.

L'annuncio del Vangelo, scandalo per il mondo, "e' stato messo in ombra proprio recentemente dagli altri scandali dolorosi degli annunciatori della fede".
Lo ha detto il Papa tornando a parlare degli abusi sessuali commessi da ecclesiastici nel discorso rivolto a Friburgo ai cattolici impegnati nella Chiesa e nella societa'. "Si crea una situazione pericolosa - ha detto - quando questi scandali prendono il posto dello 'skandalon' primario della Croce e cosi' lo rendono inaccessibile, quando cioe' nascondono la vera esigenza cristiana dietro l'inadeguatezza dei suoi messaggeri". "Vi e' una ragione in piu' - ha scandito il Pontefice - per ritenere che sia nuovamente l'ora di togliere coraggiosamente cio' che vi e' di mondano nella Chiesa".
Per il Papa occorre resistere alla tendenza attuale in molte situazioni "di una Chiesa che si accomoda in questo mondo, diventa autosufficiente e si adatta ai criteri del mondo". In questo modo, ha spiegato, "si da' all'organizzazione e all'istituzionalizzazione un'importanza maggiore che non alla sua chiamata all'apertura".
"Esiste - ha osservato - un bisogno di cambiamento: ogni cristiano e la comunita' dei credenti sono chiamati ad una continua conversione". "Come deve configurarsi allora concretamente questo cambiamento? Si tratta qui forse di un rinnovamento come lo realizza ad esempio un proprietario di casa attraverso una ristrutturazione o la tinteggiatura del suo stabile? Oppure si tratta qui di una correzione, per riprendere la rotta e percorrere in modo piu' spedito e diretto un cammino?", si e' chiesto allora il Pontefice. "Certamente - ha poi risposto - questi ed altri aspetti hanno importanza. Ma per quanto riguarda la Chiesa, il motivo fondamentale del cambiamento e' la missione apostolica dei discepoli e della Chiesa stessa". Per corrispondere al suo vero compito, la Chiesa deve dunque "sempre di nuovo fare lo sforzo di distaccarsi dalla mondanita' del mondo" seguendo le parole di Gesu': "Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo". "In un certo senso - ha rilevato il Pontefice - la storia viene in aiuto alla Chiesa attraverso le diverse epoche di secolarizzazione, che hanno contribuito in modo essenziale alla sua purificazione e riforma interiore. Le secolarizzazioni infatti, fossero esse l'espropriazione di beni della Chiesa o la cancellazione di privilegi o cose simili, significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanita': essa si spogliava, per cosi' dire, della sua ricchezza terrena e tornava ad abbracciare pienamente la sua poverta' terrena".

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PAPA: MADRE TERESA VOLEVA CAMBIARE LA CHIESA A PARTIRE DA SE'

(AGI) - Friburgo, 25 set.

"Alla beata Madre Teresa fu richiesto una volta di dire quale fosse, secondo lei, la prima cosa da cambiare nella Chiesa. La sua risposta fu: Lei ed io!". Questo piccolo episodio, che Benedetto XVI ha ricordato parlando ai cattolici impegnati in attivita' ecclesiali, sociali e politiche, "ci rende evidenti - ha detto - due cose: da un lato, la religiosa intende dire all'interlocutore che la Chiesa non sono soltanto gli altri, non soltanto la gerarchia, il Papa e i Vescovi". "Chiesa siamo tutti noi, i battezzati", ha poi concluso il Pontefice con implicita risposta al movimento dissenziente "Noi siamo Chiesa" molto attivo nei paesi di lingua tedesca.

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