martedì 13 settembre 2011

Il pane e le pietre di Benedetto XVI (Danieli)

Il pane e le pietre di Benedetto XVI

Il Pontefice ad Ancona: la forza del potere e dell’economia non basta, va recuperato il primato di Dio

Edoardo Danieli

Ancona
Il primato di Dio e di chi opera illuminato dalla fede come origine di un modello di vita che produca benessere concreto, come quello del pane, e non le illusioni che sgorgano da potere e economia, che lasciano solo pietre come disoccupazione e precariato. Papa Benedetto XVI sceglie Ancona e un luogo simbolo, come il cantiere della città, per auspicare un nuovo modello di sviluppo. L’omelia del Pontefice viene al termine del Congresso eucaristico nazionale: una settimana in cui la Chiesa ha posto forte il proprio messaggio spirituale e concreto a servizio del Paese. Il messaggio di Benedetto XVI ricomprende le cinque tappe del Cen, a rappresentare la concretezza del quotidiano, e riconduce all’Eucaristia la richiesta di senso che che si alza, di fronte allo smarrimento delle persone.
Il Papa, sceso dall’elicottero, ha percorso la navata a cielo aperto nel cantiere sulla papamobile tra l’entusiasmo dei fedeli. Si attendevano 70 mila persone, alla fine la stima di Protezione civile e Questura, farà salire questo numero a centomila, di cui 85 mila solo per la messa. Una festa di popolo culminata con il sorvolo delle Frecce Tricolori.
Benedetto XVI ha ricordato che la libertà non va confusa con l’assenza di vincoli: si illude, dice il Papa, chi pensa di poter fare da solo, chi pensa di poter mettere da parte Dio, confinandolo nella sfera del privato. L’errore che hanno commesso anche “certe ideologie”, che hanno inseguito la chimera di dare “a tutti sviluppo” e “benessere materiale”. Ideologie che sono alla base di una crescita economica che sta mostrando tutti i limiti proprio in questa fase contraddistinta dalle difficoltà, che “hanno puntato a organizzare la società con la forza del potere e dell’economia”. Ma “la storia dimostra, drammaticamente, come l’obiettivo di assicurare a tutti sviluppo, benessere materiale e pace prescindendo da Dio e dalla sua rivelazione si sia risolto in un dare agli uomini pietre al posto del pane”.
Ora bisogna voltare pagina e “serve un nuovo modello di sviluppo, “uno sviluppo sociale positivo, che ha al centro la persona, specie quella povera, malata o disagiata”. Per recuperare e riaffermare il primato di Dio occorre partire dall’Eucaristia. “Nutrirsi di Cristo - ha detto il Papa - è la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi è nudo, visitare l’ammalato e il carcerato”.
La spiritualità eucaristica, è il vero antidoto “all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana”, “porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate”. Un messaggio anche per la Chiesa riunita ad Ancona. “La spiritualità eucaristica è anima di una comunità ecclesiale che supera divisioni e contrapposizioni e valorizza le diversità di carismi e ministeri ponendoli a servizio dell’unità della Chiesa, della sua vitalità e della sua missione”. E, poi, l’affondo sul lavoro. “Una spiritualità eucaristica è via per restituire dignità ai giorni dell’uomo e quindi al suo lavoro, nella ricerca della sua conciliazione con i tempi della festa e della famiglia e nell’impegno a superare l’incertezza del precariato e il problema della disoccupazione”.

© Copyright Corriere Adriatico, 12 settembre 2011

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