«Non faccio turismo religioso»
Vado per aiutare l'uomo a riportare Dio nel proprio orizzonte
Giovanna Chirri
CITTÀ DEL VATICANO
Aspetto con «gioia» di andare a Berlino e il discorso al Bundestag. Un momento «importante» sarà Erfurt, «dove Lutero ha iniziato il suo cammino», ma non aspettatevi nessun «evento sensazionale».
Non faccio «show» né «turismo religioso», vado per aiutare l'uomo a riportare Dio nel proprio orizzonte.
Nel messaggio ai connazionali, trasmesso sabato sera dalla tv pubblica tedesca Ard, Benedetto XVI ha tracciato con chiarezza spirito e intenti del 21.mo viaggio internazionale del pontificato, il terzo nel suo Paese e il primo che toccherà zone dell'ex Ddr, più colpite dalla scristianizzazione rispetto alle regioni dell'ex Repubblica Federale.
Colpisce all'inizio del messaggio in tedesco l'accenno alla gioia con cui papa Ratziger attende anche il discorso terrà su invito del presidente davanti al Bundestag, nonostante un centinaio di parlamentari, in particolare della Sinistra (Linke) e dei Verdi ne abbiano annunciato il boicottaggio.
La prospettiva ecumenica è centrale in questa visita apostolica per la tappa a Erfurt, da dove partì la Riforma protestante: dopo tanti secoli di divisione delle chiese ma anche dopo diversi decenni di dialogo teologico tra protestanti e cattolici «non attendiamo alcun evento sensazionale», spiega, «la vera grandezza dell'evento consiste proprio in questo, che in questo luogo insieme possiamo pensare, ascoltare la Parola di Dio e pregare, e così saremo intimamente vicini e si manifesterà un vero ecumenismo». Dell'importanza ecumenica del viaggio aveva parlato sabato persino Angela Merkel, cancelliera di un Paese in cui cattolici e protestanti quasi si equivalgono, con una leggera prevalenza cattolica, e dove il restante terzo della popolazione si divide tra islamici e atei.
Alla tv tedesca papa Ratzinger spiega anche che «qualcosa di particolare per me è l'incontro con l'Eichsfeld», piccola striscia di terra rimasta cattolica pur «attraverso varie peripezie», e si rallegra per gli incontri in agenda a Friburgo, in particolare la veglia con i giovani.
Benedetto XVI, che ieri all'Angelus ha ricordato come «viviamo in un'epoca di nuova evangelizzazione», rivendica il senso di questi suoi viaggi nella vecchia Europa non più cristiana: rispondere alla domanda sull'esistenza di Dio, farlo tornare «nel nostro orizzonte», «di nuovo sviluppare la capacità di percezione di Dio». Dio, osserva, non si può toccare come un oggetto e bisogna raggiungerlo grazie anche alla «grande razionalità del mondo», alla «bellezza della creazione», la Parola di Dio e l'esempio dei santi. Un compito impegnativo per il Pontefice 84enne, comunque incoraggiato dai trionfi della Gmg di Madrid. Comunque nei saluti in tedesco dopo l'Angelus, è ancora la contentezza per il prossimo viaggio il sentimento dominate: «guardo con gioia all'incontro con tante persone».
Intanto, è un racconto delicato, fatto di piccole abitudini, anche molto semplici, quello che Georg, 87 anni, fa di Benedetto XVI, in un'intervista rilasciata al Welt Am Sonntag. Ne esce il ritratto di un'intelligenza illuminata, «ma non ho mai pensato che fosse un genio», molto concentrato sul lavoro, per niente attratto dalla carriera, «nel 2002 si augurava la pensione», completamente dedito alla teologia. Oggi come lo vede? «Come quello che voleva essere, un buon maestro».
© Copyright Gazzetta del sud, 19 settembre 2011
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2 commenti:
Estrapolo questa frase:
Non faccio «show» né «turismo religioso», vado per aiutare l'uomo a riportare Dio nel proprio orizzonte.
Credo che in questa frase ci sia tutto Benedetto XVI!
molto affettuose le parole del fratello del Papa, che ha detto, semplicemente, ciò che Benedetto xvi è per tanti di noi: un buon maestro. Grazie don Georg!
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