sabato 24 settembre 2011

Il Papa «verde» spiazza gli oppositori (Galeazzi)

La svolta verde del Papa conquista Berlino

Discorso al Bundestag: indiscussa l’importanza dell’ecologia

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A BERLINO

Il Papa «verde» spiazza gli oppositori. Alla porta di Brandeburgo lo contestano le vittime degli abusi del clero e i movimenti gay, in Parlamento lo boicottano settori della sinistra «a difesa della laicità dello Stato» e la comunità ebraica gli rimprovera pubblicamente il processo di beatificazione di Pio XII, la preghiera di conversione del venerdì santo e il recupero dei lefebvriani, ma poi il Papa prende la parola nel tempio della democrazia tedesca e in mezz’ora riconquista la sua Germania e prende in contropiede soprattutto i Verdi che hanno disertato la storica visita al Bundestag.
«Non faccio propaganda per nessun partito, ma la comparsa in politica del movimento ecologico è un grido che anela all’aria fresca e che non si può ignorare né accantonare», riconosce Benedetto XVI. Come mai in precedenza il Papa elogia le sigle ambientaliste: «Persone giovani si sono rese conto che nei nostri rapporti con la natura c’è qualcosa che non va, che la materia non è soltanto un materiale per il nostro fare, che la terra stessa porta in sé la propria dignità e che quindi dobbiamo seguire le sue indicazioni».
Perciò - prosegue Ratzinger - «l’importanza dell’ecologia è ormai indiscussa» e «dobbiamo ascoltare il linguaggio della natura e rispondervi coerentemente». Al tempo stesso «esiste un’ecologia dell’uomo» e «anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere». L’uomo «non è soltanto una libertà che si crea da sé», sottolinea il Pontefice lanciando un appello contro le manipolazioni genetiche. L’uomo «non crea se stesso, egli è spirito e volontà, ma è anche natura e la sua volontà è giusta quando ascolta la natura, la rispetta e accetta se stesso per quello che è». Soltanto così, «si realizza la vera libertà umana».
Il complesso viaggio in un Paese «in cui la fede non è più scontata» comincia con parole di comprensione verso chi si allontana dalla Chiesa per gli scandali sessuali, con una premessa: «Spero di non essere frainteso o suscitare polemiche», una battuta autoironica («a 84 anni si può pensare ancora qualcosa di ragionevole») e un richiamo alla politica a respingere l’ingiustizia: «Nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta». E precisa: «La cultura dell’Europa è nata dall’incontro tra la fede nel Dio di Israele, la ragione filosofica dei Greci e il pensiero giuridico di Roma».
Dalla consapevolezza della responsabilità dell’uomo davanti a Dio e dal riconoscimento della dignità inviolabile di ogni uomo scaturiscono «i criteri del diritto che abbiamo il compito di difendere in questo momento storico». «Togli il diritto e lo stato diventa una grossa banda di briganti», ha quindi detto Ratzinger citando Sant’Agostino.
Contro gli abusi dei preti pedofili il Pontefice si impegna a «lavorare perché non si ripetano più». Oltre a continuare a promuovere occasioni di dialogo con gli ebrei, «noi cristiani dobbiamo arrenderci conto dell’affinità interiore con l’ebraismo».
Va riconosciuta la «grande vicinanza» tra i due monoteismi. «Per i cristiani non può esserci una frattura nell’evento salvifico: la salvezza viene dai Giudei». La libertà ha bisogno della religione: quella rivelata dal Dio amico degli uomini. E in società secolarizzate, dove si nega la dimensione trascendente, bisogna «essere insieme» agli altri cristiani e con loro testimoniare la fede comune nel Dio trinitario e nell’uomo creato a sua immagine. Come la religione ha bisogno della libertà, così anche la libertà ha bisogno della religione. In serata il Papa è andato a bordo della «papamobile» allo stadio Olimpico per la messa. «Cresce la disaffezione verso la Chiesa - ha detto il Pontefice - e chi si allontana è sempre più numeroso anche perché molti hanno idee erronee e lo sguardo fisso sulle cose negative, mentre rimanere in Cristo significa restare nella Chiesa».

© Copyright La Stampa, 23 settembre 2011

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