Il soffio della primavera
L'Agorà del Mediterraneo ad Ancona
Una “primavera araba”, vissuta già dieci anni fa, quando “senza le armi, senza la violenza, gli egiziani, i siriani, i giordani, gli israeliani, i palestinesi, i tunisini, i libici s’incontravano, si abbracciavano e pregavano per la pace”. È l’esperienza dell’Agorà del Mediterraneo (www.giovaniloreto.it), almeno secondo le parole di don Francesco Pierpaoli, direttore del Centro Giovanni Paolo II di Loreto, che ospita in questi giorni, fino al 12 settembre, la decima edizione della manifestazione che vede riuniti 80 giovani di 25 Paesi diversi, del Mediterraneo, dell’Europa e dell’Asia, che su questo mare si affaccia, inviati dalle proprie Conferenze episcopali per un momento di scambio, dialogo e riflessione. L’evento è stato organizzato dal Centro, in collaborazione con l’Ufficio di cooperazione tra le Chiese e il Servizio di pastorale giovanile della Cei.
Don Pierpaoli, l’Agorà del Mediterraneo compie i suoi primi dieci anni nei giorni del Congresso eucaristico nazionale (Cen) di Ancona, con cui si incrocia per temi e partecipazione agli eventi. Ci può tracciare un primo bilancio?
“Il bilancio più bello lo faranno al termine dell’Agorà i giovani rappresentanti dei 25 Paesi presenti quest’anno, tra cui Cipro, Giordania, Egitto, Israele, Palestina, Libano e Siria che sono stati inviati dai loro vescovi e dalle Conferenze episcopali nazionali, e quindi hanno le ‘mani in pasta’ nella pastorale giovanile. Per quanto riguarda i dieci anni di questa esperienza possiamo dire che l’Agorà ‘tiene’ e addirittura ha anticipato i tempi perché fin dall’inizio è stata frequentata da ragazzi che hanno accolto l’invito a fare del Mediterraneo un ponte e non un muro che divide. Il fatto poi che quest’anno la celebrazione del XXV Congresso eucaristico nazionale coinvolga direttamente Loreto, che fa parte della Metropolia di Ancona, ci ha spinto ad accogliere il tema e la provocazione ‘Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna’. Ci inseriamo all’interno del percorso della pastorale italiana, che è sempre stato un piccolo faro anche per i giovani delle Chiese di altre nazioni che in questi anni hanno visitato Loreto”.
Secondo quanto ha potuto vedere in questi giorni, l’Eucaristia è un sacramento che “parla” ai giovani, e a questi giovani dell’Agorà del Mediterraneo, in particolare?
“Nel contesto dell’Agorà abbiamo la possibilità di ascoltare delle testimonianze straordinarie di questi nostri amici per cui credere è anche martirio, è anche sofferenza. Mi spiego: la frase-titolo del Congresso eucaristico e dell’Agorà va situata all’interno di quell’episodio evangelico in cui Pietro sta rispondendo a una precisa domanda di Gesù – ‘Volete andarvene anche voi?’ – che segna un momento di crisi per gli apostoli. Forse è il momento di crisi della nostra Chiesa cattolica in Europa, è un momento di crisi delle parrocchie, perché non ci sono più i giovani, è un momento di crisi dell’oratorio, perché non ci sono più i ragazzi, è un momento di crisi perché la gente non si sposa più in chiesa? Gesù in quel momento ‘rilancia’ e si dona: allora ascoltare un ragazzo siriano o un ragazzo palestinese, che nella propria povertà, di minoranza e di forza, credono comunque nell’Eucaristia, credono in Gesù, dà a noi europei, a noi Chiesa italiana ‘ricca’, la possibilità di comprendere che è la nostra fede che si sta annacquando. Nei momenti di crisi il cristiano deve rilanciare con l’Eucaristia, con il dono totale di sé, come dimostrano questi ragazzi”.
Quali sono i momenti più significativi del programma di questa edizione dell’Agorà?
“Una giornata importante è la visita che faremo ad Assisi, dove ricorderemo quel momento straordinario che Giovanni Paolo II ci fece vivere il 27 ottobre 1986, la preghiera per la pace, fatta da tutte le religioni del mondo. Non potevamo non ricordare questo evento con i giovani di tutti i Paesi del Mediterraneo, proprio loro che sperimentano la diversità a volte come conflitto e non come dono. Lì ci confronteremo con Francesco, che è stato capace nella sua persone di ‘essere dialogo’ fino alla fine, Assisi è una ‘terra santa’ proprio per questo. Ma il momento culminante per tutti i ragazzi sarà l’incontro con Benedetto XVI, l’11 settembre: per noi il Papa è molto ‘accessibile’, lo possiamo ascoltare e vedere ogni volta che andiamo a Roma, ma per loro questa è un’occasione eccezionale”.
L’Agorà e il Cen avvengono a pochi giorni di distanza dalla Gmg di Madrid: i giovani presenti a Loreto ne sentono ancora l’eco?
“La maggior parte di loro era in Spagna, un’esperienza che hanno fatto con gioia e con grande sforzo perché provengono da Paesi dai quali non è facile uscire per motivi politici ed economici. La prima sera dell’Agorà, il 3 settembre, l’abbiamo trascorsa ad Ancona intorno alla croce della Gmg. I giovani l’hanno presa e toccata ed erano molto emozionati, qualcuno ha pianto”.
a cura di Simona Mengascini
inviata SIR ad Ancona
© Copyright Sir
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