La sfida di Ratzinger in Germania
In terra tedesca il cattolicesimo soffre di un crescente esodo di fedeli
Fausto Gasparroni
CITTÀ DEL VATICANO
È uno dei viaggi più densi di significati, e anche tra i più complessi del suo pontificato, quello che Benedetto XVI affronterà da domani a domenica in Germania, il ventunesimo all'estero, il terzo nel suo Paese d'origine dopo quelli a Colonia per la Gmg 2005 e nella natia Baviera nel 2006. Ad attendere Ratzinger, in particolare, le sfide di una società sempre più secolarizzata, dove peraltro proprio il cattolicesimo soffre di un crescente esodo di fedeli, e anche le acque agitate all'interno di una Chiesa locale che tradisce sempre più insofferenza per l'immobilismo di Roma verso le istanze di rinnovamento, su temi, ad esempio, come l'atteggiamento con i divorziati e risposati, il celibato sacerdotale, l'ordinazione delle donne.
Una Chiesa, tra l'altro, ferita anche in Germania dallo scandalo degli abusi, tanto che si parla di un possibile nuovo incontro del Papa – naturalmente non confermato – con alcune vittime di preti pedofili. Ad aspettare il Pontefice, inoltre, ci sono anche le manifestazioni di protesta in programma a Berlino contro la morale sessuale della Chiesa, specie sui gay, come pure l'annunciato boicottaggio del suo discorso al Bundestag da parte di un gruppo di parlamentari della Linke e dei Verdi che vi vedono una lesione della laicità dello Stato.
La missione che si è dato il Pontefice per questo viaggio nella sua terra natale è sintetizzato nel motto ed è quasi un viatico per un'Europa ostaggio di una profonda crisi, non solo economica: «Dove c'è Dio, là c'è futuro», mutuato dall'omelia pronunciata dal Papa nel 2007 nel santuario austriaco di Mariazell. A sottolineare, quindi, che senza i valori della fede, e senza la speranza che ne deriva, non ci sono risposte alle preoccupazioni per il futuro, per i timori per l'ambiente, i conflitti, la stessa economia mondiale. E questo il Pontefice intende sottolinearlo con forza, in un Paese come la Germania, potenza trainante del Vecchio Continente, ma dove la fede cristiana si mostra in rapido arretramento. Il Papa lo dirà proprio nel suo discorso al Bundestag, primo suo intervento in un'assemblea parlamentare, in calendario giovedì pomeriggio a Berlino, dopo gli incontri con il presidente federale Christian Wulff (un cattolico separato e risposato) e la cancelliera Angela Merkel (a sua volta figlia di un pastore luterano dell'ex Germania Est).
Successivamente alla capitale federale, dove Benedetto XVI incontrerà anche i rappresentanti della comunità ebraica e di quella musulmana, le altre tappe saranno a Erfurt, nella Turingia, dove ci sarà l'appuntamento ecumenico nell'ex Convento degli Agostiniani, quello dove si formò Martin Lutero, e – dopo una visita al santuario mariano di Etzelsbach, nell'ex-Ddr, luogo caratterizzato dalle persecuzioni comuniste contro i cristiani – quella finale a Friburgo, nel Baden-Wuerttemberg: qui Ratzinger, in un'area più cattolica del territorio tedesco, incontrerà l'ex cancelliere Helmut Kohl, uno dei protagonisti della riunificazione del Paese, e il Comitato centrale dei Cattolici tedeschi (Zdk), cuore pulsante dell'apostolato laico in Germania. I grandi appuntamenti pubblici saranno la messa di giovedì pomeriggio all'Olympiastadion di Berlino, la veglia di preghiera con i giovani sabato sera alla Fiera di Friburgo e la messa finale di domenica mattina all'aeroporto turistico della stessa città. «Tutto ciò non è turismo religioso, e meno ancora uno show», ha detto il Papa in un intervento andato in onda sabato scorso nella trasmissione «Wort zum Sonntag» della tv pubblica tedesca Ard. «Di che si tratta, lo dice il motto di questi giorni: "Dove c'è Dio, là c'è futuro". Dovrebbe trattarsi del fatto che Dio torni nel nostro orizzonte, questo Dio così spesso totalmente assente, del quale però abbiamo tanto bisogno».
© Copyright Gazzetta del sud, 21 settembre 2011
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