PAPA: MARTIRI DEL NAZISMO CI SPINGONO A DIALOGO ECUMENICO
Salvatore Izzo
(AGI) - Erfurt (Germania), 23 set.
Dopo aver beatificato nel luglio scorso i tre sacerdoti di Lubecca Johannes Prassek, Hermann Lange ed Eduard Muller che furono decapitati il 10 novembre del 1943, nel carcere di Holstenglacis ad Amburgo, assieme al pastore protestante Karl Friedrich Stellbrink, Benedetto XVI ha evocato oggi il sacrificio comune di tanti preti e pastori luterani che hanno dato la avita per proteggere i deboli durante l'abominevole dittatura di Adolf Hitler.
Lo ha fatto a Erfurt, citta' di Martin Lutero, in un incontro con il Consiglio della Chiesa Evangelica, che il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha definito "molto cordiale".
"Come i martiri dell'epoca nazista ci hanno condotti gli uni verso gli altri e hanno suscitato la prima grande apertura ecumenica, cosi' anche oggi - ha detto il Papa - la fede, vissuta a partire dell'intimo di se stessi, in un mondo secolarizzato, e' la forza ecumenica piu' forte che ci ricongiunge, guidandoci verso l'unita' nell'unico Signore". Nel suo discorso, il Pontefice si e' chiesto se oggi il dialogo ecumenico non sia invece talvolta "soltanto un tentativo di eludere con tante parole i problemi urgenti, nei quali aspettiamo progressi pratici, risultati concreti?".
"A questo riguardo - ha scandito - rispondo: la cosa piu' necessaria per l'ecumenismo e' innanzitutto che, sotto la pressione della secolarizzazione, non perdiamo quasi inavvertitamente le grandi cose che abbiamo in comune, che di per se' ci rendono cristiani e che ci sono restate come dono e compito".
Per il Papa teologo, "e' stato l'errore dell'eta' confessionale aver visto per lo piu' soltanto cio' che separa, e non aver percepito in modo esistenziale cio' che abbiamo in comune nelle grandi direttive della Sacra Scrittura e nelle professioni di fede del cristianesimo antico. E' questo il grande progresso ecumenico degli ultimi decenni: che ci siamo resi conto di questa comunione e, nel pregare e cantare insieme, nell'impegno comune per l'ethos cristiano di fronte al mondo, nella comune testimonianza del Dio di Gesu' Cristo in questo mondo, riconosciamo tale comunione come il nostro fondamento imperituro".
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PAPA: CHIEDE A PROTESTANTI DI DIFENDERE INVIOLABILITA' VITA
Salvatore Izzo
(AGI) - Erfurt, 23 set.
"Come cristiani dobbiamo difendere la dignita' inviolabile dell'uomo, dal concepimento fino alla morte, nelle questioni della diagnosi pre-impiantatoria fino all'eutanasia". Lo ha detto il Papa nell'omelia alla celebrazione ecumenica di Erfurt, alla quale hanno partecipato i vescovi e le vescove della Chiesa Luterana tedesca. Benedetto XVI ha citato in proposito il suo antico maestro Romano Guardini, teologo e filosofo italo-tedesco, per affermare che "solo chi conosce Dio, conosce l'uomo". "Senza la conoscenza di Dio - ha speigato Ratzinger ai capi del protestantesimo tedesco, in realta' schierati su ben diverse posizione etiche - l'uomo diventa manipolabile". "La fede in Dio - ha scandito il Pontefice - deve concretizzarsi nel nostro comune impegno per l'uomo".
"Il Dio giudice - ha concluso - ci giudichera' secondo come ci siamo comportati nei confronti di coloro che ci sono prossimi, nei confronti dei piu' piccoli dei suoi fratelli. La disponibilita' ad aiutare, nelle necessita' di questo tempo, al di la' del proprio ambiente di vita e' un compito essenziale del cristiano".
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PAPA: PECCATI DI OGGI DROGA, AVIDITA', E ODIO FONDAMENTALISTA
Salvatore Izzo
(AGI) - Erfurt, 23 set.
I peccati degli uomini rovinano questo mondo. Lo ha affermato Benedetto XVI nell'appassionato discorso rivolto al Consiglio della Chiesa Evangelica, a Erfurt, la citta' di Martin Lutero, denunciando "la corruzione dei grandi, ma anche dei piccoli, che pensano soltanto al proprio tornaconto". Il mondo, ha elencato, "viene devastato a causa del potere della droga, che vive, da una parte, della brama di vita e di denaro e, dall'altra, dell'avidita' di piacere delle persone dedite ad essa. Ed e' minacciato dalla crescente disposizione alla violenza che, non di rado, si maschera con l'apparenza della religiosita'". Inoltre, per il Papa teologo, "la fame e la poverta' potrebbero devastare a tal punto intere parti del mondo se in noi l'amore di Dio e, a partire da Lui, l'amore per il prossimo, per le creature di Dio, gli uomini, fosse piu' vivo".
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PAPA: PREOCCUPA AVANZATA RELIGIOSITA' IRRAZIONALE DELLE SETTE
Salvatore Izzo
(AGI) - Erfurt, 23 set.
Davanti all'"immenso dinamismo missionario, a volte preoccupante nelle sue forme" delle sette religiose, "le Chiese confessionali storiche restano spesso perplesse". Lo ha sottolineato il Papa nel discorso al Consiglio della Chiesa Evangelica a Erfurt, la citta' di Martin Lutero. "E' un cristianesimo - ha sottolineato - di scarsa densita' istituzionale, con poco bagaglio razionale e ancora meno bagaglio dogmatico e anche con poca stabilita'". Secondo Papa Ratzinger, "questo fenomeno mondiale ci pone tutti davanti alla domanda: che cosa ha da dire a noi di positivo e di negativo questa nuova forma di cristianesimo?". "In ogni caso - ha concluso - ci mette nuovamente di fronte alla domanda su che cosa sia cio' che resta sempre valido e che cosa possa o debba essere cambiato, di fronte alla questione circa la nostra scelta fondamentale nella fede".
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PAPA: IN GERMANIA OGGI L'ASSENZA DI DIO SI FA PIU' PESANTE
Salvatore Izzo
(AGI) - Erfurt, 23 set.
"Una sfida profonda e nel nostro Paese scottante e' quella che arriva del contesto del mondo secolarizzato, nel quale dobbiamo vivere e testimoniare oggi la nostra fede". Lo ha detto il Papa nel discorso al Consiglio della Chiesa Evangelica, che incontrato a Erfurt. "L'assenza di Dio nella nostra societa' - ha denunciato - si fa piu' pesante, la storia della sua rivelazione, di cui ci parla la Scrittura, sembra collocata in un passato che si allontana sempre di piu'". "Occorre forse cedere - si e' chiesto Ratzinger - alla pressione della secolarizzazione, diventare moderni mediante un annacquamento della fede? Naturalmente, la fede deve essere ripensata e soprattutto rivissuta oggi in modo nuovo per diventare una cosa che appartiene al presente". Secondo il Papa teologo, "non e' l'annacquamento della fede che aiuta, bensi' solo il viverla interamente nel nostro oggi". "Questo - ha scandito - e' un compito ecumenico centrale. In questo dovremmo aiutarci a vicenda: a credere in modo piu' profondo e piu' vivo". "Non saranno le tattiche - ha concluso - a salvarci, a salvare il cristianesimo, ma una fede ripensata e rivissuta in modo nuovo, mediante la quale Cristo, e con Lui il Dio vivente, entri in questo nostro mondo".
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PAPA: NEL MONDO SENZA DIO ETICA SOSTITUITA DA CALCOLO CONVENIENZE
Salvatore Izzo
(AGI) - Erfurt, 23 set.
"L'uomo ha bisogno di Dio, oppure le cose vanno abbastanza bene anche senza di Lui?". Se lo e' chiesto Benedetto XVI nell'omelia tenuta alla celebrazione ecumenica alla quale hanno partecipato i vescovi (e le vescove) delle chiese cattolica e luterana della Germania, nella chiesa del convento agostiniano di Erfurt, dove Martin Lutero fu ordinato prete nel 1507. "In una prima fase dell'assenza di Dio, la sua luce - ha osservato - continua ancora a mandare i suoi riflessi e tiene insieme l'ordine dell'esistenza umana, si ha l'impressione che le cose funzionino anche senza Dio. Ma quanto piu' il mondo si allontana da Dio, tanto piu' diventa chiaro che l'uomo, nella superbia del potere, nel vuoto del cuore e nella brama di soddisfazione". Ed eccoci "in un tempo in cui i criteri dell'essere uomini sono diventati incerti. L'etica viene sostituita con il calcolo delle conseguenze".
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