sabato 3 settembre 2011

Pedofilia, la Santa Sede ripete venti volte il suo sì alla collaborazione con i giudici (Izzo)

PEDOFILIA: S. SEDE RIPETE 20 VOLTE IL SUO SI' A COLLABORARE CON I GIUDICI

(AGI) - CdV, 3 set.

(di Salvatore Izzo)

Davanti a quanto emerso dal "Cloyne Report" riguardo agli atti di pedofilia commessi dai sacerdoti della diocesi irlandese e alla inquietante sottovalutazione del fenomeno da parte delle autorita' ecclesiastiche locali, la Santa Sede non si nasconde dietro al fatto che alcune critiche del governo erano indirizzate al soggetto sbagliato, cioe' al Vaticano invece che alla Chiesa locale.
E pure se puntualmente dimostra la propria estraneita' e buona fede, in una nota diffusa oggi "desidera riaffermare, anzitutto, il proprio orrore verso i crimini di abuso sessuale che sono avvenuti in quella diocesi; e' profondamente addolorata e si vergogna per le terribili sofferenze che le vittime e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesu' Cristo, un luogo dove cio' non deve mai accadere".
In secondo luogo, assicurando di volersi "impegnare in ogni modo perche' cio' non avvenga mai piu'", manifesta "la sua disponibilita' ad accogliere consigli e giuste critiche od osservazioni" e conferma "la volonta' di continuare a cooperare con le autorita' irlandesi per il bene del Paese e in particolare per la salvaguardia della gioventu'".
Sono questi i passaggi essenziali della "risposta" consegnata questa mattina da monsignor Ettore Balestrero, sottosegretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, a Helena Keleher, incaricato d'affari ad interim dell'ambasciata d'Irlanda presso la Santa Sede.
In proposito, padre Federico Lombardi, portavoce del Papa, ha voluto far notare ai microfoni della Radio Vaticana che "il punto della collaborazione con le autorita' civili e' richiamato con insistenza nel corso della 'risposta': oltre 20 volte".
La nota della Segreteria di Stato in merito alle critiche che in luglio avevano portato al richiamo per consultazioni del nunzio apostolico a Dublino, monsignor Giuseppe Leanza, dunque, "rigetta le accuse infondate" mosse al Papa e ai dicasteri vaticani dal premier irlandese Enda Kenny, ma ammette "gravi ed inquietanti errori" che si sono effettivamente verificati "nel modo di affrontare le accuse di abuso sessuale di bambini e minori da parte di sacerdoti della diocesi di Cloyne".
"La Santa Sede - si legge nel testo pubblicato dall'Osservatore Romano - non puo' nascondere la propria grave preoccupazione per le conclusioni della Commissione, circa le gravi mancanze nel governo della Diocesi e il trattamento inadeguato delle accuse di abuso".
"E' particolarmente inquietante che tali mancanze siano potute accadere nonostante i vescovi e i superiori religiosi avessero assunto l'impegno di applicare le linee guida sviluppate dalla Chiesa in Irlanda per garantire la protezione dei minori, e nonostante le norme e le procedure della Santa Sede relative ai casi di abuso sessuale".
"La Sede Apostolica - si legge ancora - e' anche consapevole della comprensibile rabbia, della delusione e del senso di tradimento sperimentati da coloro, particolarmente le vittime e le loro famiglie, che sono stati segnati da questi vili e deplorevoli atti e dal modo in cui essi talvolta sono stati affrontati dalle autorita' ecclesiastiche".
La nota rivendica pero' che "l'approccio adottato dalla Chiesa in Irlanda nei tempi recenti a riguardo del problema dell'abuso sessuale sui minori sta beneficiando dell'esperienza in corso e si sta dimostrando sempre piu' efficace nel prevenire la ripetizione di tali crimini e nel trattare i casi che emergono".
La Santa Sede, dunque, "accoglie in spirito d'umilta' tutte le osservazioni e i suggerimenti obiettivi e utili per combattere con determinazione lo spaventoso crimine dell'abuso sessuale sui minori" contenuti nel Rapporto Cloyne sui gravi fatti verificatisi in diocesi e sottovalutati dalle competenti autorita' ecclesiastiche, ma "rigetta le accuse infondate" che riguardano in particolare tre punti toccato dal premier in quel controverso intervento: il testo dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, richiamato dall'onorevole Kenny, e' una citazione tratta dall'"Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo", pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 24 maggio 1990 e "non riguarda la maniera con cui la Chiesa dovrebbe comportarsi all'interno di una societa' democratica e nemmeno ha a che fare con tematiche inerenti la protezione dell'infanzia, come l'uso della citazione che ne fa l'onorevole Kenny sembrerebbe sostenere, ma riguarda il servizio del teologo alla comunita' ecclesiale"; le autorita' vaticane, descrivendo il Documento Quadro adottato dalla Conferenza Episcopale come un 'documento di studio', per il quale non era stata chiesta la 'recognitio' cioe' l'approvazione della Santa Sede, il Vaticano "in nessun modo intendeva squalificare i seri sforzi intrapresi dai vescovi irlandesi per affrontare il flagello dell'abuso sessuale sui minori"; infine "in nessun momento la Santa Sede si e' espressa sulle misure di protezione dell'infanzia adottate dallo Stato irlandese, e tanto meno ha mai cercato di ostacolarle".
"La Santa Sede - continua la nota diffusa oggi - osserva che non ci sono prove citate in alcuna parte del Cloyne Report che permettano di concludere che il suo 'presunto intervento' abbia favorito ad ostacolare dette misure".
Per quanto riguarda poi le linee guida stabilite dai vescovi irlandesi, la risposta diffusa oggi "offre sufficienti chiarimenti per mostrare che esse in nessun modo sono state indebolite da alcun intervento della Santa Sede".
Per il Vaticano, poi, "in particolare, e' infondata l'accusa che la Sede Apostolica abbia tentato 'di ostacolare un'Inchiesta in una Repubblica sovrana e democratica, appena tre anni fa, non trent'anni fa'".
"Del resto - ricorda il testo - un portavoce governativo, quando e' stato interrogato in merito, ha chiarito che l'onorevole Kenny non si riferiva ad alcun episodio specifico". Del resto, "le accuse di ingerenza da parte della Santa Sede sono smentite dai molti rapporti che pure vengono utilizzati per criticarla". In buona sostanza, "la Santa Sede desidera sottolineare che in nessun modo essa ha ostacolato o tentato d'interferire in alcuna delle indagini sui casi di abuso sessuale sui minori nella diocesi di Cloyne.
Inoltre, in nessun momento, la Santa Sede ha cercato d'interferire nel diritto irlandese o di intralciare le Autorita' civili nell'esercizio delle loro funzioni".
Quando infatti "la Congregazione per il Clero ha espresso riserve circa l'obbligo di denuncia, non ha pero' proibito ai vescovi irlandesi di denunciare alle Autorita' civili le accuse di abuso sessuale sui minori, ne' ha incoraggiato i vescovi a non osservare la legge".
"A tale riguardo - precisa la nota - l'allora prefetto della Congregazione, cardinal Dario Castrillon Hoyos, nel suo incontro con i vescovi irlandesi a Rosses Point, Contea di Sligo, in Irlanda, il 12 novembre 1998, ha inequivocabilmente affermato: 'desidero anche dire con grande chiarezza che la Chiesa, specialmente attraverso i suoi Pastori (i vescovi), non deve in nessun modo porre ostacoli al legittimo cammino della giustizia civile, quando esso e' stato avviato da coloro che ne hanno diritto, mentre allo stesso tempo la Chiesa deve proseguire con le proprie procedure canoniche, nella verita', nella giustizia e nella carita' verso tutti'".
La nota vuole infine far notare che, "a quel tempo, non solo la Chiesa ma anche lo Stato in Irlanda erano impegnati a sforzarsi di migliorare la propria legislazione concernente gli abusi sessuali sui minori".
E se "il Governo Irlandese di allora ha deciso di non legiferare sulla materia, e' difficile comprendere come la lettera del nunzio apostolico dell'epoca, monsignor Luciano Storero, abbia potuto essere interpretata come uno strumento che in qualche modo sovvertiva la legge irlandese o ostacolava lo Stato irlandese nei suoi sforzi per affrontare il problema in questione".

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4 commenti:

mariateresa ha detto...

il commento di Allen con l'intervento dell'arcivescovo Martin (in fondo alla pagina

http://ncronline.org/blogs/ncr-today/vatican-insists-it-didnt-torpedo-irish-response-abuse-crisis

a me il documento della Santa Sede sembra buono e gli argomenti nudi e crudi (e quindi non mi riferisco all'enfasi sui meriti di papa Benedetto)consistenti.
La versione in inglese non è un limite alla diffusione secondo me, insomma non è come il Summorum Pontificum in ungherese.
Naturalmente chi non vuole capire non capirà e non c'è documento che tenga. Però non possono dire che la Santa Sede ha risposto farfalle.

Anonimo ha detto...

Il positivo commento dell'arcivescovo Martin:
http://ncronline.org/news/accountability/archbp-martin-comments-vatican-response-irish-govt
anche qui
http://www.irishtimes.com/newspaper/breaking/2011/0903/breaking30.html
Alessia

Anonimo ha detto...

Qui John Allen
http://ncronline.org/blogs/ncr-today/vatican-insists-it-didnt-torpedo-irish-response-abuse-crisis
Alessia

laura ha detto...

, 20, 40, 100, 100... sembra che non basti mai! "Hanno orecchi e non odono...."