PEDOFILIA: S.SEDE RAPPORTO CLOYNE FONDATO, NO ACCUSE A PAPA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 3 set.
La Santa Sede "accoglie in spirito d'umilta' tutte le osservazioni e i suggerimenti obiettivi e utili per combattere con determinazione lo spaventoso crimine dell'abuso sessuale sui minori" contenuti nel Rapporto Cloyne sui gravi fatti verificatisi in diocesi e sottovalutati dalle competenti autorita' ecclesiastiche, ma "rigetta le accuse infondate" mosse al Papa e ai dicasteri vaticani dal premier irlandese Enda Kenny.
In particolare, la nota diffusa oggi in risposta alle critiche che in luglio avevano portato al richiamo per consultazioni del nunzio apostolico a Dublino, monsignor Giuseppe Leanza, chiarisce tre punti: il testo dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, richiamato dall'onorevole Kenny, e' una citazione tratta dall'"Istruzione sulla vocazione ecclesiale del teologo", pubblicata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 24 maggio 1990 e "non riguarda la maniera con cui la Chiesa dovrebbe comportarsi all'interno di una societa' democratica e nemmeno ha a che fare con tematiche inerenti la protezione dell'infanzia, come l'uso della citazione che ne fa l'onorevole Kenny sembrerebbe sostenere, ma riguarda il servizio del teologo alla comunita' ecclesiale"; le autorita' vaticane, descrivendo il Documento Quadro adottato dalla Conferenza Episcopale come un 'documento di studio', per il quale non era stata chiesta la 'recognitio' cioe' l'approvazione della Santa Sede, il Vaticano "in nessun modo intendeva squalificare i seri sforzi intrapresi dai vescovi irlandesi per affrontare il flagello dell'abuso sessuale sui minori"; infine "in nessun momento la Santa Sede si e' espressa sulle misure di protezione dell'infanzia adottate dallo Stato irlandese, e tanto meno ha mai cercato di ostacolarle". "La Santa Sede - continua il testo - osserva che non ci sono prove citate in alcuna parte del Cloyne Report che permettano di concludere che il suo 'presunto intervento' abbia favorito ad ostacolare dette misure".
Per quanto riguarda poi le linee guida stabilite dai vescovi irlandesi, la risposta diffusa oggi "offre sufficienti chiarimenti per mostrare che esse in nessun modo sono state indebolite da alcun intervento della Santa Sede". Da parte sua, si legge ancora, "la Santa Sede desidera ribadire che condivide la profonda preoccupazione e l'inquietudine espresse dalle Autorita' irlandesi, dai cittadini irlandesi in generale e dai vescovi, sacerdoti, religiosi e laici d'Irlanda a riguardo dei criminali e peccaminosi atti di abuso sessuale perpetrati da membri del clero e da religiosi".
Nella sua risposta, la Santa Sede offre una presentazione dell'approccio della Chiesa alla protezione dei minori, includendo la relativa normativa canonica, e fa riferimento alla Lettera ai Cattolici d'Irlanda del Santo Padre Benedetto XVI, pubblicata il 19 marzo 2010, nella quale il Pontefice indica che si attende che i vescovi irlandesi cooperino con le Autorita' civili, applichino pienamente le norme del Diritto Canonico e assicurino piena e imparziale applicazione delle norme della Chiesa in Irlanda per la protezione dei minori.
"La pubblicazione del Cloyne Report segna un ulteriore passaggio - si legge nel testo diffuso oggi - nel lungo e difficile cammino di accertamento della verita', di penitenza e purificazione, di guarigione e rinnovamento della Chiesa in Irlanda". "La Santa Sede - assicura la nota - non si considera estranea a questo processo ma lo condivide in spirito di solidarieta' e impegno. Sin dai primi giorni dello Stato Irlandese, e specialmente dallo stabilimento delle relazioni diplomatiche nel 1929, la Santa Sede ha sempre rispettato la sovranita' dell'Irlanda, ha mantenuto relazioni cordiali e amichevoli con il Paese e le sue Autorita', ha frequentemente espresso la propria ammirazione per lo straordinario contributo offerto da uomini e donne irlandesi alla missione della Chiesa e al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni in tutto il mondo; inoltre, la Santa Sede non ha fatto mancare il proprio supporto a tutti gli sforzi per promuovere la pace sull'isola durante gli ultimi travagliati decenni".
"In linea con tale atteggiamento - conclude la nota - la Santa Sede desidera riaffermare il suo impegno a un dialogo costruttivo e alla cooperazione con il Governo irlandese, naturalmente sulla base del reciproco rispetto, cosi' che tutte le istituzioni, sia pubbliche che private, religiose o civili, possano cooperare per assicurare che la Chiesa, e anzi la societa' in generale, siano sempre un luogo sicuro per l'infanzia e i giovani".
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PEDOFILIA: S.SEDE, NON ABBIAMO MAI OSTACOLATO AZIONE MAGISTRATURA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 3 set.
"La Santa Sede desidera sottolineare che in nessun modo essa ha ostacolato o tentato d'interferire in alcuna delle indagini sui casi di abuso sessuale sui minori nella diocesi di Cloyne.
Inoltre, in nessun momento, la Santa Sede ha cercato d'interferire nel diritto irlandese o di intralciare le Autorita' civili nell'esercizio delle loro funzioni".
Lo afferma una nota diffusa oggi dalla Segreteria di Stato in risposta alle critiche che a luglio avevano portato al richiamo per consultazioni del nunzio apostolico a Dublino, monsignor Giuseppe Leanza. "La Congregazione per il Clero - ammette il testo - ha espresso riserve circa l'obbligo di denuncia; non ha pero' proibito ai vescovi irlandesi di denunciare alle Autorita' civili le accuse di abuso sessuale sui minori, ne' ha incoraggiato i vescovi a non osservare la legge". "A tale riguardo - precisa la nota - l'allora prefetto della Congregazione, cardinal Dari'o Castrillo'n Hoyos, nel suo incontro con i vescovi irlandesi a Rosses Point, Contea di Sligo, in Irlanda, il 12 novembre 1998, ha inequivocabilmente affermato: 'desidero anche dire con grande chiarezza che la Chiesa, specialmente attraverso i suoi Pastori (i vescovi), non deve in nessun modo porre ostacoli al legittimo cammino della giustizia civile, quando esso e' stato avviato da coloro che ne hanno diritto, mentre allo stesso tempo la Chiesa deve proseguire con le proprie procedure canoniche, nella verita', nella giustizia e nella carita' verso tutti'. Si deve poi notare che, a quel tempo, non solo la Chiesa ma anche lo Stato in Irlanda erano impegnati a sforzarsi di migliorare la propria legislazione concernente gli abusi sessuali sui minori". E se "il Governo Irlandese di allora ha deciso di non legiferare sulla materia, e' difficile comprendere come la lettera del nunzio apostolico dell'epoca, monsignor Luciano Storero, abbia potuto essere interpretata come uno strumento che in qualche modo sovvertiva la legge irlandese o ostacolava lo Stato irlandese nei suoi sforzi per affrontare il problema in questione".
La Santa Sede, afferma ancora la nota diffusa oggi, "comprende e condivide i profondi sentimenti di rabbia e frustrazione manifestati pubblicamente a fronte di cio' che e' emerso con il Cloyne Report, e che ha trovato espressione nel discorso dell'onorevole Enda Kenny, primo ministro, tenuto alla Camera dei Deputati il 20 luglio 2011". Tuttavia, "la Santa Sede nutre significative riserve su alcuni aspetti del discorso". Per il Vaticano, "in particolare, e' infondata l'accusa che la Sede Apostolica abbia tentato 'di ostacolare un'Inchiesta in una Repubblica sovrana e democratica, appena tre anni fa, non trent'anni fa'". "Del resto - ricorda il testo - un portavoce governativo, quando e' stato interrogato in merito, ha chiarito che l'onorevole Kenny non si riferiva ad alcun episodio specifico. Del resto, le accuse di ingerenza da parte della Santa Sede sono smentite dai molti rapporti che pure vengono utilizzati per criticarla". "Quei rapporti, lodati per la loro esaustiva investigazione degli abusi sessuali e del modo in cui essa e' avvenuta, non forniscono prove - conclude la nota vaticana - che la Santa Sede abbia interferito negli affari interni dello Stato Irlandese o, addirittura, sia stata implicata nell'ordinaria gestione delle diocesi irlandesi o delle congregazioni religiose circa i problemi degli abusi sessuali. Piuttosto, cio' che colpisce di questi rapporti e delle numerose informazioni sulle quali sono basati e' la mancanza di documentazione a supporto di tali accuse".
La risposta della Santa Sede al Governo della Repubblica d'Irlanda e' stata consegnata da monsignor Ettore Balestrero, sottosegretario per i rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, che ha convocato in Vaticano l'incaricato d'affari dell'ambasciata irlandese presso la Santa Sede. In questo momento l'Irlanda non ha un ambasciatore presso la Santa Sede, che deve ancora essere nominato. Il nunzio apostolico in Irlanda, monsignor Giuseppe Leanza, e' stato a sua volta richiamato in Vaticano per consultazioni e poi destinato ad altra sede: rappresentera' il Papa a Praga.
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