Su segnalazione di Sonny leggiamo questo interessante articoli, sicuramente diverso dalle banalita' che abbiamo letto negli ultimi giorni:
La laica Berlino prepara la festa a Ratzinger
di Gherardo Ugolini
«Wir sind Papst!», ovvero «Il Papa siamo noi!». Il leggendario titolo sulla prima pagina della Bild Zeitung con cui il quotidiano tedesco nell’aprile di sei anni fa salutò la nomina di Joseph Ratzinger a pontefice campeggia nuovamente oggi su due giganteschi cartelloni di 45 metri per 64. Stanno appesi sulla facciata dell’edificio sede del gruppo editoriale Alex Springer, nel cuore di Berlino.
Quello slogan condensava allora tutta la gioia e l’orgoglio di una nazione felice di avere un Papa tedesco dopo oltre cinque secoli e naturalmente suggeriva anche le grandi aspettative che si riponevano nel nuovo pontificato. Riproporlo adesso, in quel formato kolossal che non può passare inosservato, il giorno in cui Ratzinger arriva nella “sua” Germania, vuol essere un omaggio caloroso e affettuoso.
I berlinesi hanno aspettato la visita del Santo padre con un misto di commozione e ansia. Sanno che la loro città sarà ancora una volta al centro dell’attenzione internazionale e ci tengono che tutto vada per il meglio. Le manifestazioni di protesta dei gruppi gay e il boicottaggio da parte di alcuni deputati del Bundestag, su cui si è concentrata l’attenzione mediatica dei giorni scorsi, non mancheranno, ma non intaccheranno l’andamento della giornata berlinese di Ratzinger. Inoltre le forze dell’ordine hanno garantito misure di estrema sicurezza, almeno nell’area dove è previsto transitare Benedetto XVI col suo seguito.
Se qualcuno temeva una reazione indifferente o un’accoglienza fredda da parte della metropoli più secolarizzata e multiculturale, più eccentrica e alternativa d’Europa, dovrà ricredersi. Basti dire che in un primo momento si era stabilito di svolgere la manifestazione clou della visita, la messa celebrata all’aperto, nel piazzale di fronte al castello di Charlottenburg, capace di contenere al massimo 25mila persone. Di più non se ne prevedevano e c’era il timore di un flop. Ma il numero di prenotazioni è salito al punto che Conferenza episcopale tedesca ha deciso di trasferire la messa di papa Ratzinger all’interno dell’Olympia-Stadion, quello costruito per le Olimpiadi del 1936 e dove gli azzurri di Lippi conquistarono nel 2006 il titolo di campioni del mondo. Sul prato di quello stadio aveva celebrato la messa quindici anni fa papa Wojtyla e all’epoca a garantire il pienone ci avevano pensato le centinaia di bus provenienti dalla vicina Polonia. Anche per Ratzinger quest’oggi sono previsti spalti gremiti fino a 80mila spettatori: credenti o no, sono molti i berlinesi curiosi di ascoltare quello che il pontefice ha da dire.
Certo, tra gli abitanti di Berlino la percentuale dei cattolici non arriva neppure al 10%, 325mila su 3 milioni e mezzo, la metà rispetto ai cittadini di fede luterana. Ed è vero che la Chiesa deve fare i conti con un calo preoccupante di fedeli, di battesimi e di vocazioni, oltre che con lo scandalo della pedofilia. Inoltre è curioso che stamane ad accogliere Papa Benedetto XVI saranno una cancelliera di fede evangelica, un sindaco gay dichiarato e un presidente della Repubblica cattolico, divorziato e risposato. Ma Papa Benedetto XVI per i tedeschi rimane una sorta di icona vivente, un motivo d’orgoglio nazionale, il simbolo di un ecumenismo che attraversa le fedi religiose. Senza contare poco un considerato fenomeno sociale, su cui si sofferma il settimanale Der Spiegel: negli ultimi anni a Berlino si è insediata «una nuova e consapevole comunità cattolica di estrazione borghese», di cui è testimonianza la sorprendente vitalità di parrocchie come quelle dei quartieri di Mitte e di Prenzlauer Berg o dei distretti occidentali della città, che hanno approfittato del massiccio afflusso di tedeschi provenienti dalle regioni cattoliche del sud e dell’ovest della Germania.
© Copyright L'Unità, 21 settembre 2011 consultabile online anche qui.
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