VATICANO MA AMMETTE «GRAVI ERRORI E MANCANZE»
«Mai ostacolate le indagini sui preti pedofili»
La Chiesa replica alle accuse di Dublino
Gian Guido Vecchi
CITTÀ DEL VATICANO
Venti pagine fitte di citazioni a documenti, circolari e norme canoniche, senza toni polemici ma con l' acribia di chi fa seguire a ogni affermazione la prova testuale: per dire che la Santa Sede riafferma il proprio «orrore» per i crimini pedofili, «condivide» la «rabbia e frustrazione» per gli abusi nella diocesi irlandese di Cloyne, è «profondamente addolorata e si vergogna per le terribili sofferenze che le vittime e le loro famiglie hanno dovuto sopportare nella Chiesa di Gesù Cristo, dove ciò non deve mai accadere», non nasconde «gli errori inquietanti» e «le gravi mancanze nel governo della diocesi e il trattamento inadeguato delle accuse di abuso» ma insieme esprime «significative riserve» e respinge come «infondate» - e con dovizia di riferimenti - le durissime accuse del governo di Dublino contro Roma.
Tono diplomatico, ma secco: «La Santa Sede desidera sottolineare che in nessun modo essa ha ostacolato o tentato d' interferire in alcuna delle indagini sui casi di abuso sessuale sui minori nella diocesi di Cloyne. Inoltre, in nessun momento, la Santa Sede ha cercato d' interferire nel diritto irlandese o di intralciare le autorità civili nell' esercizio delle loro funzioni».
La risposta del Vaticano, chiesta da Dublino, era attesa da quando il 20 luglio il premier irlandese Enda Kelly aveva attaccato la Santa Sede accusandola di «disfunzione, sconnessione dalla realtà, elitarismo, narcisismo» e insomma di aver ostacolato «fino a tre anni fa» le indagini sui crimini. Il premier era intervenuto dopo la pubblicazione del «Cloyne Report» sugli abusi (commessi da 19 sacerdoti ai danni di 40 minori accertati) nella diocesi retta dal vescovo John Magee, già segretario di tre Papi (Montini, Luciani, Wojtyla), costretto alle dimissioni nel 2009.
Il 25 luglio, segno della tensione diplomatica, la Segreteria di Stato aveva richiamato «per consultazioni» il nunzio apostolico, suo ambasciatore. Nel frattempo, però, il Vaticano ha preparato e consegnato ieri al governo irlandese un testo che mette i puntini sulle «i» - la diocesi di Cloyne non fu «coperta» nell' omertà, si legge, ma al contrario mancò di applicare «sia le direttive proposte dalla Chiesa in Irlanda, sia le norme impartite dalla Santa Sede per tutti i vescovi del mondo» - e confuta il premier senza peraltro indulgere alla logica dello scontro. Tanto che alla fine, riassume padre Federico Lombardi, si insiste «sulla volontà della Chiesa di impegnarsi in ogni modo perché ciò non avvenga mai più, sulla sua disponibilità ad accogliere consigli e giuste critiche od osservazioni, sulla volontà di continuare a cooperare con le autorità». Non solo: «Si può notare che il punto della collaborazione con le autorità civili è richiamato oltre 20 volte nella risposta».
Il documento elenca le disposizioni vaticane per combattere gli abusi, dal ' 94 fino alle norme più severe volute dal cardinale Ratzinger nel 2001, al giro di vite e le misure di prevenzione imposte da Benedetto XVI nel suo pontificato, alla sua «lettera ai cattolici irlandesi» che nel 2010 esortava a collaborare con le autorità.
Ieri sera il governo irlandese ha riconosciuto la «serietà» della risposta pur insistendo su un documento del ' 97 che avrebbe fornito «ad alcuni il pretesto per non collaborare», accusa già respinta dal Vaticano: la congregazione del clero, si ammette, espresse «riserve sull' obbligo di denuncia», ma senza vincoli ai vescovi, e del resto in quegli anni l' «obbligo» era escluso anche dalle leggi irlandesi.
Resta un punto dolente: in Irlanda si è parlato di un progetto di legge che vorrebbe obbligare i sacerdoti a rivelare notizie di abusi apprese in confessione. Ma il segreto del sacramento è inviolabile, per la Chiesa: per chi lo rivela c' è la scomunica automatica. Non a caso, la risposta di ieri si limita a un cenno: quando si parla di collaborazione con le autorità «senza pregiudizio per il foro interno sacramentale». Il cardinale primate d' Irlanda, Sean Brady, è stato secco: «Sarebbe una sfida alla libertà religiosa».
© Copyright Corriere della sera, 4 settembre 2011 consultabile online anche qui.
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6 commenti:
Ciao Raffa. Prima di fare dei commenti a caldo, mi sono letta tre volte la lettera in versione inglese, aiutandomi anche con un dizionario. Devo dire che , tutto sommato, la risposta non mi sembra malvagia, anzi. La sintesi in italiano, non rende giustizia alla veridicità del testo. Direi che rispecchia abbastanza fedelmente la linea del Papa. Testo documentato, concreto, chiaro, ma privo di polamiche e che non nasconde il problema. Si potevano spiegare meglio certe cose, ma nel complesso lo giudico positivo.
Ciao Sonny, non posso nasconderti che mi aspettavo di piu'.
In quasi due mesi si poteva evidenziare meglio il contributo del Papa soprattutto alla luce di quanto ha subito lo scorso anno.
La sintesi in italiano e' troppo lacunosa, purtroppo.
R.
Segnalo: http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/giornata-tipo-memores-domini-aiutante-di-camera-64/
Concretamente cosa ti aspettavi, Raffa? Che il nostro Benedetto permettesse che i predecessori venissero in qualche modo sminuiti pubblicamente per le loro omissioni per far risaltare se stesso e la propria opera di pulizia e trasparenza?
Per me il documento è stato una felice sorpresa e ti confesso che fatico a capire l'insoddisfazione tua e di altri nel blog :-) E' vero abbiamo subito molte delusioni da chi, a suo tempo, avrebbe dovuto difendere questo Papa mite e fermo e non lo ha fatto, anzi ... Papa Benedetto è una stella luminosa in mezzo a tanto squallido grigiore, ma questa volta (miracolo!) i vari dicasteri sono riusciti a produrre qualcosa di valido. Coraggio, non dubitare che provvederà la storia a mettere i puntini sulle i.
Alessia
Mi sarei aspettata piu' passione e piu' brio nel difendere il Papa soprattutto dopo la sparata del primo ministro che cita brani "a caso".
Non era forse il caso di pretendere delle scuse anche in modo non ufficiale?
R.
Difficile, Raffa cara, trovare brio e passione in un documento ufficiale. L'importante era puntualizzare che Kenny aveva detto una falsità e dimostrarlo documenti alla mano e questo è stato fatto. Poi, per quanto ci sarà dato di saperne è possibile ci saranno scuse ufficiali al Papa. Vediamo se Kenny saprà dimostrarsi un politico di valore o un mero quaquaraqua alla mercé di un ghost-writer bilioso e vendicativo.
Alessia
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