mercoledì 14 settembre 2011

Visto che il Vaticano non può o non vuole rispondere alle vergognose accuse contro il Papa, leggiamo la puntuale ed argomentata ricostruzione di Alberto


In attesa di una risposta da parte del Vaticano (che probabilmente non arrivera' mai), leggiamo la ricostruzione dei fatti del nostro straordinario Alberto che ha esaminato la denuncia depositata all'Aja:

Gli unici elementi di fatto che la denuncia tenta di portare contro Ratzinger riguardano i casi Teta, Trupia, Campbell, Kiesle, Murphy e padre H.

E’ compito facile smontare ognuna di queste false accuse.

Teta era stato sospeso da ogni ministero fin dal 1990 e il fatto che la definitiva laicizzazione tra primo grado a Tucson e appello a Roma sia intervenuta solo nel 2004 può essere considerata una lentezza procedurale ma non certo una copertura (e con la sospensione non si potevano verificare altri casi nelle mura ecclesiastiche).
Pensare altrimenti sarebbe come accusare un giudice di aver coperto un reo, nonostante la sottoposizione a misura cautelare, solo perché in Italia i processi sono lenti.

http://azstarnet.com/news/local/pdf_fb90c780-3d26-11df-9e9f-001cc4c002e0.html

(Traduzione)

Inoltre la denuncia finge di ignorare che fu semmai la CDF a sollecitare nel 1994 la decisione del caso Teta da parte della diocesi di Tucson. E che la CDF frattanto aveva ricevuto tramite il Tribunale della Segnatura Apostolica la denuncia da parte del difensore di Teta contro il Tribunale di Tucson di complesse irregolarità procedurali. Teta chiese pertanto alla CDF di togliere il caso a Tucson e di avocarlo a sé. Ma la CDF non accolse l’istanza della difesa, il che prova inconfutabilmente che non solo non vi era alcuna volontà di insabbiamento ma nemmeno un atteggiamento di particolare riguardo per il sacerdote accusato.

http://richardsipe.com/2010-03/Teta%203.pdf

Per il caso Trupia la denuncia allega un articolo di The Atlantic dove si accusava la CDF per la lettera che nel 1997 notoriamente fu invece la Congr. del clero ad inviare a Moreno (il problema era se accettare le dimissioni di Trupia o condannarlo)
http://www.theatlantic.com/daily-dish/archive/2010/04/ratzinger-and-the-cases-of-father-teta-and-father-trupia/188620/
Il caso Trupia non era di competenza della CDF non essendoci sollecitazione. Quando la CDF ha assunto la competenza, lo ha definitivamente laicizzato.

http://azstarnet.com/news/local/article_6fd9e4bd-fcfc-50d6-ab3f-2d14c95219fd.html

Il caso Campbell è poi platealmente favorevole alla posizione di Ratzinger. Campbell era stato condannato a 14 anni di carcere per abusi non di competenza della CDF. Nel 1989 il vescovo di Springfield chiedeva alla CDF di concedergli il beneficio della dispensa dagli obblighi sacerdotali, benché Campbell non ne avesse fatto domanda. Ratzinger rispondeva che la dispensa non poteva essere concessa perché mancava la domanda dell’interessato e invitava il vescovo a processarlo invece per abusi come di competenza e laicizzarlo così penalmente.

http://hosted.ap.org/specials/interactives/_documents/pope_church_abuse.pdf

Restano i casi Kiesle (analogo a Campbell), Murphy e padre H di Essen, su cui hai già ampiamente pubblicato la documentazione della assoluta incensurabilità dell’azione di Ratiznger.
Infine, sul caso Irlanda l’unica accusa (ridicola) è quella di aver accettato l’anno scorso due dimissioni di vescovi su quattro presentate (evidentemente, per le altre due, che forse erano forzate, c’è stata una valutazione di non responsabilità).

Alberto

18 commenti:

un passante ha detto...

Siete ammirevoli! E' anche questa la chiesa dal basso, non solo quella che sa solo rivendicare concessioni dottrinali

gemma ha detto...

grazie alberto :)

Anonimo ha detto...

sottoscrivo e bollo! Grazie Alberto :-)
Alessia

sonny ha detto...

Grazie di cuore Alberto.

Alessandra Mirabella ha detto...

Grazie mille. Io direi di fare girare questa analisi per il web. Se non lo difendono i SUOI lo difendiamo noi...

laura ha detto...

grazie, Alberto per la dedizione el'amore al Papa e grazie a te , Raffaella

azzeccagarbugli ha detto...

grazie infinite :)

Anonimo ha detto...

un grandissimo grazie ad Alberto(anche da parte di amici francesi che apprezzano assieme a me)e alla Raffa,qui si tocca con mano la concretezza dell'agire e dell'essere,appartenere al Gregge,oltre a pregare si deve fare concretamente.
ancora grazie Dio vi benedica.con tutto il cuore.
Massimo,Pierre,Marie,Johannes,Francoise,Simon,Thomass,Alexis,Benedicte.

Fabiola ha detto...

Caro Alberto, Dio ti benedica!

Maria R. ha detto...

Un grazie di tutto cuore ad Alberto e Raffaella anche da parte mia!

Antonio ha detto...

ottimo lavoro, dobbiamo impegnarci tutti, anche nel piccolo per difendere il Papa in questi tempi di squallidi, beceri attacchi alla Sua persona. Basta ingiurie.

Anonimo ha detto...

grazie al blog per il suo impegno,grazie ad Alberto.un saluto a tutti,uniti nella preghiera per il Santo Padre e la Chiesa di Cristo.
luca dall'Olanda.

Bastardlurker ha detto...

Per quanto riguarda Teta la denuncia sottolinea che sono passati quasi sette anni dalla condanna diocesana alla definitiva riduzione allo stato laicale da parte della CDF. Non è stata fornita nessuna plausibile spiegazione per tale ritardo. Dal 1990 al 2004 Teta ha continuato ad essere stipendiato dalla Diocesi di Tucson che gli ha pagato anche l'avvocato.

Nell'articolo di The Atlantic la lettera del 1997 viene correttamente attribuita alla Congregazione del Clero.

La CDf ha impiegato tre anni (2001-2004) per ridurre allo stato laicale Trupia e solo dopo che l'Arizona Daily Star aveva pubblicato un articolo sul fatto che vivesse tranquillamente in Maryland stipendiato dallla Diocesi di Tucson.

Raffaella ha detto...

Affari della diocesi se il tipo era stipendiato.
In quei tre anni il tizio non poteva fare del male ad alcuno ed era semplicemente in attesa di giudizio come qualsiasi imputato.
Tre anni sono tanti rapportati alla media dei nostri processi? Suvvia!
R.

Alessandra MirabellaAl dunque Ba ha detto...

Al dunque!

Teta poteva nuocere? NO
Il fatto che era stipendiato è questione della diocesi. Piagliatevela con lei.

Se le prove della connivenza sono queste siamo messi bene...

un altro passante ha detto...

grazie, grazie, grazie !!!!

Bastardlurker ha detto...

12-14 anni per ridurre allo stato laicale un prete pedofilo sono la dimostrazione di un sistema garantista con i carnefici e indifferente con le vittime.

Fino a quando non è stata resa obbligatoria la denuncia si sono guardati bene dall'informare le autorità civili.

Ci sono tante responsabilità a livello diocesano quanto a livello Vaticano.

La lotta alla pedofilia nel clero cattolico è stata tutto tranne che strenua.

Raffaella ha detto...

Prima l'appunto era contro la Cdf, ora si estende fino ai 14 anni, comprendendo anche l'inerzia della diocesi.
Il punto e' un altro: quando la CDF ottenne la competenza esclusiva vaglio' tutti i casi (operazione non semplice vista la mole di lavoro).
Tre anni non sono tanti considerando che comunque il prete non poteva nuocere ai minori.
Per quanto riguarda gli anni di inerzia della diocesi, condivido che dal 1990 al 2001 si poteva fare di piu'.
R.