lunedì 14 novembre 2011

“Basta con le chiese parallele e fai-da-te. I religiosi obbediscano ai vescovi” (Galeazzi)

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4 commenti:

Anonimo ha detto...

disobbedienze ce ne sono a iosa anche nella chiesa italiana,bisogna cominciare a farsi sentire anche qui;ci sono parrocchie che invitano Mancuso,Deluca,Valli e co.per tenere lezioni(?)su come rinnovare la chiesa medievale di papa Benedetto,e sono affollatissime....

Raffaella ha detto...

Mai affollate come gli Angelus e le udienze di Papa Benedetto ed e' questo che rode ma non ci si e' ancora rassegnati.
R.

Anonimo ha detto...

Si fa presto a dire: "i sacerdoti devono obbedire ai propri vescovi"; tra il "dire ed il fare, c'è di mezzo il mare". I primi a "lasciar correre, a fingere di non vedere, di non sentire, di tollerare oltre il ragionevole, sono spesso i vescovi.
Quindi il povero Papa è disarmato: parrocchie, ordini e congregazioni, si comportano spesso come poteri decisionali autonomi ed il richiami "all'ordine" lasciano il tempo che trovano. D'altronde, se utilizzassimo "il metro laico della ragione" per giudicare le vicende delle strutture religiose cattoliche, che si muovono spesso in ordine sparso, salterebbe subito all'occhio che una organizzazione "del lavoro" di questo tipo, così frammentata, decentrata e poco controllata, non potrebbe oggettivamente funzionare bene. Troppi ordini, troppe, congregazioni, troppi istituti, troppi organismi pseudo-culturali, troppe comunità, troppi centri sociali ed assistenziali e di recupero, che operano in forma semi-autonoma e delle gerarchie, dei voti di obbedienza, degli impegni di "comunione" si preoccupano poco o nulla.
Una vera riforma organica della Chiesa dovrebbe tendere a ridurre del 70% queste strutture ormai incontrollabili.

Anonimo ha detto...

Ok, ma i vescovi obbediscano al Papa, diano l'esempio ai loro sacerdoti e si comportino con essi da veri pastori che conoscono ad una ad una le pecore e le seguono, le curano e le sostengono: spesso i religiosi, ed anche i preti diocesani, sono lasciati soli a sè stessi e, per quanto apparentemente questa situazione possa far loro piacere, perchè si sentono più liberi di fare ciò che vogliono, tuttavia essa nuoce sicuramente al loro impegno pastorale e al loro fervore. il vescovo dovrebbe costantemente confermarli nella loro vocazione, invece ci accorgiamo che spesso non è così e poi ci tocca sentire frasi del tipo "io obbedisco solo a Gesù Cristo e al Papa". e tutto questo dispiace, sembrando oltremodo ingiusto e dannoso, anche per i semplici fedeli! Maria Pia