Radici matematiche di un genio
A colloquio con il curatore della mostra
SILVIA GUIDI
"Il talento di un genio, la fede e la tenacia di un popolo e l'ammirazione di milioni di persone - si legge nella brochure di presentazione della mostra "Gaudí e la Sagrada Família de Barcelona. Arte, scienza e spiritualità" - hanno trasformato un progetto visionario concepito nel XIX secolo e considerato allora un'utopia in realtà". Abbiamo chiesto al curatore, l'architetto Daniel Giralt-Miracle, di parlarci del tempio espiatorio di Barcellona, nato - come il Sacré Coeur di Parigi - per "fare acqua pura con l'acqua sporca, acqua giovane con l'acqua vecchia (...) anime chiare con anime torbide" (Charles Péguy).
Quando ha incontrato Gaudí?
La mia vita è stata segnata dalla sua presenza. La mia scuola era vicina a Parco Güell, un posto dove da bambini andavamo a giocare. Lo studio di mio padre si trovava poco distante da Casa Vicens; il mio dottore si trovava vicino alla Pedrera e il medico di mia madre era non lontano dalla Batlló. È stato naturale poi, durante gli anni universitari, approfondire la sua opera sotto l'aspetto artistico e tecnico.
L'artista catalano non è solo uno "spirito bizzarro" dallo stile stravagante; come sottolinea la mostra. La bellezza delle sue opere ha fondamenti matematici precisi.
Ciò che colpisce, a prima vista, dell'opera di Gaudí è il dato estetico, ma per apprendere al meglio la sua arte è necessario scoprirne le radici. Facendo ciò si scopre che la sua opera non è affatto "ingenua". Applicò alle sue architetture la matematica, il calcolo e la geometria, visibili negli archi parabolici, nelle figure geometriche a doppia curvatura (coniche, paraboloidi e iperboloidi). Non si deve dimenticare che tutta l'esuberanza delle forme architettoniche ha sempre un fondamento razionale e risponde a una base scientifica.
Come procede il work in progress delle parti ancora in costruzione della basilica?
Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha portato a una migliore conoscenza della definizione del progetto, ciò ha permesso di accelerare i lavori. Tutto questo, inoltre, è stato reso possibile grazie anche al supporto proveniente da un numero sempre crescente di pellegrini che ogni anno la visitano. Dalla dedicazione del Papa - il 7 novembre del 2010 - abbiamo registrato un crescendo di visitatori. Questi dati positivi fanno ipotizzare una fine dei lavori ravvicinata; secondo l'équipe tecnica, intorno al 2026 (anno del centenario della morte di Gaudí) o al 2030.
A che punto è la disputa sull'opportunità di far passare un treno ad alta velocità sotto la basilica?
Si è ritenuto di insistere soprattutto sulla necessità di realizzare questa opera pubblica considerata necessaria per facilitare i collegamenti tra la Spagna e il resto d'Europa. Non si sono invece tenute in considerazione le posizioni della Chiesa e dell'opinione pubblica. Va detto però che, per la realizzazione dell'opera, sono state garantite tutte le misure di sicurezza.
Quale itinerario consiglierebbe a una persona che volesse avvicinarsi all'arte di Gaudí?
Consiglierei di iniziare dalla visita dell'architettura civile, proseguendo poi con Parco Güell, dove si stabilisce un vero e proprio dialogo tra natura e architettura. Per concludere con la Sagrada Família che è la sintesi del linguaggio artistico e tecnico della sua opera.
Qual è l'opera dell'artista catalano che ama di più?
La cripta della Colonia Güell che si trova in un piccolo villaggio a venti chilometri da Barcellona: Santa Coloma de Cervelló. Penso che questa cripta sia potenzialmente l'anticipazione del sistema costruttivo della Sagrada Familia. E penso pure che la cripta contenga in se stessa il senso dell'arte di Gaudí, anche se ancora con un linguaggio artistico primitivo.
(©L'Osservatore Romano 24 novembre 2011)
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