Il cardinale Koch ricorda il Metropolita Damaskinos: promotore della comprensione tra cattolici e ortodossi
Un amico sincero e cordiale: così, in sintesi, il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ricorda Damaskinos, dal 1982 al 2003 primo Metropolita ortodosso di Svizzera, deceduto il 5 novembre scorso In una lettera di condoglianze inviata al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, il porporato sottolinea in particolare l’instancabile impegno di Damaskinos per il dialogo tra cattolici ed ortodossi. I funerali del Metropolita saranno celebrati domani a Chambésy, in Svizzera. Il servizio di Isabella Piro:
Erano stati colleghi alla Facoltà di teologia cattolica di Lucerna, il cardinale Koch e il Metropolita Damaskinos, e il porporato ricorda commosso quei tempi nella lettera inviata al Patriarca ecumenico Bartolomeo I, sottolineando in particolare “l’amore che Damaskinos nutriva per la Chiesa e l’interesse appassionato che portava nella ricerca dell’unità dei cristiani e che emanava dalla sua persona”. Uomo saggio e “dall’eccellente formazione”, scrive ancora il cardinale Koch, il defunto Metropolita si impegnò attivamente “in favore della comprensione e della collaborazione reciproca tra ortodossi e cattolici”. I suoi rapporti con il dicastero vaticano per l’Unità dei cristiani furono sempre “intensi e molto calorosi”, basati su “un’amicizia sincera e cordiale”. Infine, il porporato offre le sue preghiere per la scomparsa di questo “instancabile ministro del Signore”. Il medesimo cordoglio viene espresso anche in una seconda lettera che il porporato ha inviato all’attuale Metropolita greco-ortodosso di Svizzera, Jérémie. Apprezzamento per l’operato di Damaskinos fu manifestato anche da Benedetto XVI il 1° febbraio 2007, quando ricevette in udienza la Fondazione per la Ricerca e il Dialogo interreligioso, all’epoca guidata proprio da Damaskinos. In quell’occasione, al Papa fu donato il primo successo della Fondazione, ovvero l’edizione congiunta, nella loro lingua originale e secondo l’ordine cronologico, dei tre libri sacri delle tre religioni monoteiste: la Bibbia, il Nuovo Testamento e il Corano. “La rilettura e, per certi versi, la scoperta di testi che tante persone attraverso il mondo venerano come sacri – disse Benedetto XVI quattro anni fa – obbligano al reciproco rispetto nel cotesto di un dialogo fiducioso”.
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