venerdì 25 novembre 2011

Il Papa ai laici cristiani: per incidere nella vita pubblica bisogna avere una solida fede personale (Radio Vaticana)

Il Papa ai laici cristiani: per incidere nella vita pubblica bisogna avere una solida fede personale

Bisogna riportare la “questione di Dio” anche all’interno della Chiesa, per far sì che la testimonianza dei laici nella vita pubblica sia “incisiva”. È l’invito che Benedetto XVI ha rivolto alla 25.ma plenaria dei Laici in corso in Vaticano, i cui partecipanti sono stati ricevuti questa mattina in udienza dal Papa. Il Pontefice ha anche ricordato il coraggio delle minoranze cristiane in Asia, spesso soggette a persecuzioni, e ha apprezzato l’impegno del dicastero per i Laici di aver messo in programma per il prossimo anno, in Camerun, un Congresso per i laici dell’Africa. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Per incontrare Dio bisogna incontrare qualcuno che Lo abbia incontrato. Il segreto della fede sta in questa sequenza, e non è eludibile. Non è tanto una questione legata a fattori esterni, geografici o culturali. Semmai lo è alla “geografia” dell’anima, il luogo dove avviene e matura l’incontro con Cristo. E i laici cristiani hanno una grandissima responsabilità nel creare i presupposti per questo incontro, che potrà avere importanti risvolti nella vita sociale. Benedetto XVI lo ha ricordato al cospetto degli specialisti convocati dal Pontificio Consiglio per i Laici per l’incontro annuale, impegnati a confrontarsi sul tema “La questione di Dio oggi”. Benedetto XVI ha distinto. Certamente, ha ripetuto, c’è anzitutto una questione di Dio pubblica, quella per cui la rinuncia “a ogni riferimento del trascendente” diffusasi attualmente “ha generato la crisi” di “significato e di valori” che oggi precede quella economica e sociale:

“L’uomo che cerca di esistere soltanto positivisticamente, nel calcolabile e nel misurabile, alla fine rimane soffocato. In questo quadro, la questione di Dio è, in un certo senso, 'la questione delle questioni'. Essa ci riporta alle domande di fondo dell’uomo, alle aspirazioni di verità, di felicità e di libertà insite nel suo cuore, che cercano una realizzazione”.

“L’uomo che risveglia in sé la domanda su Dio – ha proseguito – si apre alla speranza, ad una speranza affidabile, per cui vale la pena di affrontare la fatica del cammino nel presente”. Tuttavia, si è chiesto il Papa, come è possibile “risvegliare la domanda su Dio, perché sia la questione fondamentale?”:

“La domanda su Dio è risvegliata dall’incontro con chi ha il dono della fede, con chi ha un rapporto vitale con il Signore. Dio viene conosciuto attraverso uomini e donne che lo conoscono: la strada verso di Lui passa, in modo concreto, attraverso chi l’ha incontrato. Qui il vostro ruolo di fedeli laici è particolarmente importante”.

Tuttavia, se i diversi ambiti pubblici hanno bisogno di essere popolati da laici cristiani trasparenti nelle proprie convinzioni, esiste – ha osservato Benedetto XVI – anche una questione di Dio dentro il tessuto ecclesiale. La disamina del Papa è stata all’insegna della consueta schiettezza. “A volte – ha asserito – ci si è adoperati perché la presenza dei cristiani nel sociale, nella politica o nell’economia risultasse più incisiva, e forse non ci si è altrettanto preoccupati della solidità della loro fede, quasi fosse un dato acquisito una volta per tutte”. In realtà, ha soggiunto…

“… i cristiani non abitano un pianeta lontano, immune dalle ‘malattie’ del mondo, ma condividono i turbamenti, il disorientamento e le difficoltà del loro tempo. Perciò non meno urgente è riproporre la questione di Dio anche nello stesso tessuto ecclesiale. Quante volte, nonostante il definirsi cristiani, Dio di fatto non è il punto di riferimento centrale nel modo di pensare e di agire, nelle scelte fondamentali della vita. La prima risposta alla grande sfida del nostro tempo sta allora nella profonda conversione del nostro cuore”.

E un esempio di cosa voglia dire oggi coerenza al Vangelo Benedetto XVI lo aveva offerto all’inizio del suo discorso, evocando il coraggio di quei fedeli che vivono, specie in Asia, in condizioni spesso drammatiche. In quel vastissimo e antico continente, sono state le parole del Papa…

“… l’annuncio cristiano ha raggiunto sinora soltanto una piccola minoranza, che non di rado vive la fede in un contesto difficile, a volte anche di vera persecuzione (...) Questi nostri fratelli testimoniano in modo ammirevole la loro adesione a Cristo, lasciando intravedere come in Asia, grazie alla loro fede, si stiano aprendo per la Chiesa del terzo millennio vasti scenari di evangelizzazione”.

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1 commento:

laura ha detto...

Discorso stupendo: la questione di Dio deve diventare il nodo della nostra vita e la fede in Dio deve essere la Bussola per vivere da creature create a Sua immaginer, altrimenti si smarrisce i lsenso di noi stessi. Mirabile come il Papa riesca a centrare il problema