sabato 19 novembre 2011

Il Papa chiede giustizia per le donne, i bambini ed i poveri dell'Africa. Benedetto XVI abbraccia due bimbi salvi per "miracolo" (Izzo)

PAPA: CHIEDE GIUSTIZIA PER LE DONNE, I BAMBINI E I POVERI DELL'AFRICA

Salvatore Izzo

(AGI) - Cotonou, 19 nov.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

"La pace degli uomini che si ottiene senza la giustizia e' illusoria ed effimera. La giustizia degli uomini che non trova la propria sorgente nella riconciliazione attraverso la verita' nella carita' rimane incompiuta e non e' autentica giustizia".
E' questa la tesi di fondo dell'Esortazione Apostolica "Africae munus" che Benedetto XVI ha firmato oggi nella Cattedrale di Oudah davanti ai rappresentanti delle 40 Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar, che egli stesso riuni' in Vaticano nel 2009 per un Sinodo Speciale dedicato al Continente e alle sue attese di giustizia e di pace.Nel testo, il Papa ammette che il compito di coniugare pace e giustizia "non e' facile" ma questa ricerca deve "tracciare la via che ogni giustizia umana deve imboccare per giungere alla restaurazione dei legami di fraternita' nella famiglia umana, comunita' di pace".
"La giustizia - ricorda Benedetto XVI - non e' disincarnata. Essa si ancora necessariamente nella coerenza umana". Ed anche "una carita' che non rispetta la giustizia e il diritto di tutti e' erronea". "Incoraggio pertanto i cristiani - chiede Ratzinger - a diventare esemplari in materia di giustizia e di carita'".
Nelle circa 80 pagine del testo, il Papa affronta molti temi concreti e le pagine piu' forti sono forse quelle dedicate alla drammatica condizione dele donne africane che pagano ancora un prezzo altissimo alla cultura tribale, ma anche le novita' in arrivo dall'Occidente non sempre le hanno davvero "promosse". "Se e' innegabile - denuncia - che dei progressi sono stati compiuti per favorire la promozione e l'educazione della donna in certi Paesi africani, ciononostante, nell'insieme, la sua dignita', i suoi diritti cosi' come il suo apporto essenziale alla famiglia ed alla societa' continuano a non essere pienamente riconosciuti, ne' apprezzati". "La promozione delle ragazze e delle donne - sottolinea inoltre Benedetto XVI - e' spesso meno favorita di quella dei ragazzi e degli uomini. Troppo numerose sono ancora le pratiche che umiliano le donne e le avviliscono, in nome della tradizione ancestrale". Unito ai vescovi dell'Africa, afferma allora il Pontefice, esorto "a combattere ogni atto di violenza contro le donne, a denunciarlo e a condannarlo". E in questo contesto, aggiunge il documento, converrebbe che i comportamenti all'interno stesso della Chiesa siano un modello per l'insieme della societa'".
Nel nuovo documento Ratzinger esorta il mondo intero a mobilitarsi per dire basta "ai trattamenti intollerabili inflitti in Africa a tanti bambini: quelli uccisi prima della nascita, i piccoli non desiderati, gli orfani, gli albini, i fanciulli di strada, quelli abbandonati, i bambini-soldato, i bambini prigionieri, i piccoli forzati a lavorare, quelli maltrattati a causa di un handicap fisico o mentale, quelli considerati come stregoni, i fanciulli detti serpenti, i ragazzi venduti come schiavi sessuali, quelli traumatizzati, senza alcuna prospettiva di un avvenire".
"I bambini - scrive il Papa che nel pomeriggio, in un tenerissimo incontro con 800 di loro nella parrocchia di Santa Rita Cotonou lo ha poi testimoniato di persona - sono un dono di Dio all'umanita', e pertanto devono essere oggetto di particolare cura da parte delle loro famiglie, della Chiesa, della societa' e dei governi, poiche' sono fonte di speranza e di rinnovamento nella vita. Dio e' ad essi particolarmente vicino, e la loro vita e' preziosa ai suoi occhi, anche quando le circostanze sembrano contrarie o impossibili".
Nell'Esortazione, accanto alle forti denunce per i maltrattamenti inflitti a donne e bambini, il Papa indvidua anche nei profughi le vittime di una violenza intollerabile. "In milioni - scrive citando esplicitamente sia migranti che rifugiati - cercano una patria e una terra di pace in Africa o in altri continenti" ma "incontrano ogni sorta di violenza e di sfruttamento, addirittura la prigione o troppo spesso la morte". "Alcuni Stati - lamenta Ratzinger - hanno risposto a questo dramma attraverso una legislazione repressiva. La situazione di precarieta' di tali poveri dovrebbe suscitare la compassione e la solidarieta' generose da parte di tutti; al contrario, fa nascere spesso la paura e l'ansieta'". Assistiamo "a reazioni di intolleranza, di xenofobia e di razzismo. Ne risulta che questi migranti sono essi stessi costretti, a causa della precarieta' della loro situazione, a svolgere lavori mal remunerati spesso illegali, umilianti o degradanti". "La coscienza umana - allora - non puo' che indignarsi di fronte a queste situazioni". "La migrazione all'interno e all'esterno del Continente diventa cosi' - conclude il Pontefice - un dramma pluridimensionale, che colpisce seriamente il capitale umano dell'Africa, provocando la destabilizzazione o la distruzione delle famiglie".
Nel testo, Benedetto XVI esalta poi "la visione africana del mondo", nella quale "la vita viene percepita come una realta' che ingloba ed include gli antenati, i vivi e i bambini che devono nascere, tutta la creazione ed ogni essere: quelli che parlano e quelli che sono muti, quelli che pensano e quelli che non hanno alcun pensiero". E identifica tre grandi nemici dell'Africa di oggi: l'abortoe l'aids che falcidiano le vite e l'analfabetismo che impedisce di fatto di promuoverle e difenderle.
Sul tema della difesa della vita prende spunto dalla denuncia del recente Sinodo Africano riguardo a "una mancanza di chiarezza etica" emersa "nel corso degli incontri internazionali, addirittura un linguaggio confuso che veicola valori contrari alla morale cattolica". "L'aborto che consiste nella soppressione di un innocente non nato, e' contrario - conferma il documento firmato oggi - alla volonta' di Dio, poiche' il valore e la dignita' della vita umana debbono esser protetti dal concepimento sino alla morte naturale. La Chiesa in Africa e nelle isole vicine deve impegnarsi ad aiutare ed accompagnare le donne e le coppie tentate dall'aborto, e ad esser vicina a quanti ne hanno fatto la triste esperienza, per educarli al rispetto della vita. Essa apprezza il coraggio dei governi che hanno legiferato contro la cultura della morte, della quale l'aborto e' espressione drammatica, in favore della cultura della vita". Per il Papa, il futuro dell'Africa passa moltissimo per l'impegno educativo. "I giovani - sottolinea il documento - costituiscono in Africa la maggioranza della popolazione: un dono e un tesoro di Dio, di cui tutta la Chiesa e' riconoscente al Signore della vita. Occorre amare questa gioventu', stimarla e rispettarla, perche' esprime un anelito profondo, nonostante possibili ambiguita', verso quei valori autentici che hanno in Cristo la loro pienezza". Cosi' anche il problema dell'Aids che, afferma il testo papale, "esige certamente una risposta medica e farmaceutica" (e il Papa lancia dal Benin un appello per le cure gratuite e incporaggia gli istituti e i programmi di ricerca terapeutica e farmaceutica attualmente in corso per sradicare le pandemie", esortando a "non risparmiare fatiche per raggiungere al piu' presto dei risultati, per amore al dono prezioso della vita") in realta' "e' piu' profondo, e' anzitutto etico". Infatti, "per essere efficace, la prevenzione dell'Aids deve poggiarsi su una educazione sessuale fondata essa stessa su un'antropologia ancorata al diritto naturale e illuminata dalla Parola di Dio e dall'insegnamento della Chiesa".
Infine un terzo nemico dell'Africa che occorre sconfiggere e' l'analfabetismo.
"La difesa della vita - osserva il Papa teologo - comporta ugualmente lo sradicamento dell'ignoranza attraverso l'alfabetizzazione delle popolazioni ed una educazione qualificata che inglobi tutta la persona. Lungo il corso della propria storia, la Chiesa Cattolica ha prestato particolare attenzione all'educazione".
In mattinata, nel Palazzo Presidenziale di Cotonou, il Pontefice ha lanciato un "un appello a tutti i responsabili politici ed economici dei Paesi africani e del resto del mondo: non private - ha invocato - i vostri popoli della speranza. Non amputate il loro futuro mutilando il loro presente! Abbiate un approccio etico con il coraggio delle vostre responsabilita' e, se siete credenti, pregate Dio di concedervi la sapienza per comprendere che, in quanto promotori del futuro dei vostri popoli, occorre diventare veri servitori della speranza". Nello stesso impegnativo discorso - rivolto alle autorita' civili e religiose locali ma anche al Corpo Diplomatico accreditato a Cotonou - ha anche ricordato che "ogni popolo vuole comprendere le scelte politiche ed economiche che vengono fatte a suo nome. E si accorge della manipolazione, e la sua reazione e' a volte violenta. Vuole partecipare al buon governo". In serata l'incontro con i vescovi del Benin, ai quali ha chiesto di vigilare contro le tentazioni di ridurre a qualcos'altro il messaggio del Vangelo e proporre "una fede autentica e viva, fondamento incrollabile di una vita cristiana santa e al servizio dell'edificazione di un mondo nuovo". "L'amore per il Dio rivelato e per la sua Parola, l'amore per i Sacramenti e per la Chiesa, sono - ha spiegato - un antidoto efficace contro i sincretismi che sviano". Secondo il Papa, "questo amore favorisce una giusta integrazione dei valori autentici delle culture nella fede cristiana e libera dall'occultismo e vince gli spiriti malefici, perche' e' mosso dalla potenza stessa della Santa Trinita'". "Vissuto profondamente - ha assicurato - e' anche un fermento di comunione che infrange ogni barriera, favorendo cosi' l'edificazione di una Chiesa nella quale non vi e' segregazione tra i battezzati, perche' tutti non sono che uno in Cristo Gesu'".
Con questo spirito, il Papa ha anche lanciato la celebrazione in Africa dell'Anno della fede, che ha indetto in occasione del cinquantesimo anniversario dell'apertura del Concilio Vaticano II e si terra' dall'11 ottobre 2012 . "Sara' certamente una circostanza propizia per permettere ai fedeli di riscoprire e di approfondire la loro fede nella persona del Salvatore degli uomini", ha affermato dopo essere rientrato a Cotonou da Ouidah, dove oltre a firmare l'Esortazione post-sinodale "Africae munus" ha reso omaggio alla memoria del cardinale Bernardin Gantin, che fu suo amico personale e predecessore nell'incarico di decano del Collegio Cardinalizio. Una figura gigantesca di vescovo africano che ha saputo mettersi al servizo della Chiesa Universale. Uomini come lui, ha detto il Papa tedesco ai vescovi del Benin, "hanno accettato di mettere Cristo al centro della loro vita, con il coraggio di donare tutto per il servizio del Vangelo".

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PAPA: SALVO BAMBINO CHE VOLEVA VEDERLO ED E' CADUTO IN UNA CLOACA

Salvatore Izzo

(AGI) - Cotonou, 19 nov.

Un incidente poteva rovinare oggi la bella festa dell'incontro del Papa con i bambini di Cotonou, nella parrocchia di Santa Rita, dove Benedetto XVI ha conversato con 800 piccoli che hanno appena ricevuto la prima comunione. Lungo il percorso dalla Nunziatura, infatti, si erano assiepate molti migliaia di persone e un bambino di sette-otto anni si e' arrampicato su un muretto _ in realta' un argine sconnesso - per vedere meglio il passaggio della Papamobile, cadendo pero' inavvertitamente nella fogna cielo aperto che si trovava li' sotto.
E' stato salvato dagli uomini assegnatoi dal governo beninese alla sicurezza del Papa, prontamente intervenuti.
Nella parrocchia, poi, il piccolo e' stato presentato a Bendetto XVI che ha potuto anche accarezzare Benedicta, un'altra bambina scampata nei giorni scorsi a un tragico destino. Nata lo scorso due novembre e' stata abbandonata infatti dalla madre nella foresta che circonda Cotonou. Qualcuno l'ha ritrovata prima che finisse in pasto a qualche belva e l'ha affidata alle suore di Madre Tersa di Calcutta.

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