Cittadino onorario di Natz-Schabs
C'erano trentaquattro rappresentanti del comune di Natz-Schabs/Naz-Sciaves nell'auletta dell'Aula Paolo VI mercoledì mattina, 9 novembre, per conferire a Benedetto XVI la cittadinanza onoraria.
Ospite d'eccezione la biscugina del Pontefice, l'ottantaseienne Anna Tauber Überbacher, ultima della sua famiglia a nascere nel maso Töll Hof a Raas/Rasa. È la parente più stretta del Papa che ancora vive nella cittadina, essendo discendente diretta di Elisabeth Maria Tauber e Maria Tauber-Peintner, rispettivamente bisnonna e nonna materne di Joseph Ratzinger, anch'esse nate nel maso.
Con la donna erano anche gli attuali propietari, Franz e Ulrike Tauber. L'appuntamento era stato preparato nei minimi dettagli e con grande coinvolgimento di tutte le famiglie del paese, molte delle quali hanno lontani legami di parentela con quella di Joseph Ratzinger.
Basti pensare che poco prima, all'udienza generale, hanno partecipato più di duecento abitanti di Natz-Schabs/Naz-Sciaves, su un totale che non arriva a tremila. In prima fila il sindaco Peter Gasser con la giunta al completo e con il vicario generale della diocesi di Bolzano-Bressanone, monsignor Josef Matzneller.
Il primo cittadino ha consegnato al Papa la pergamena con la quale si attesta la cittadinanza onoraria, una statua in bronzo di san Giuseppe Freinademetz, nato in Val Badia e molto venerato dai fedeli della regione, e specialità enogastronomiche: i vini dell'abbazia di Novacella, lo speck, le mele e i mirtilli rossi che provengono dal seminario di Bressanone, dove Joseph Ratzinger era solito trascorrere le vacanze estive.
Tra gli invitati c'erano poi i parroci di Natz/Naz e di Schabs/Sciaves don Artur Schmitt e don Thomas Huber, i canonici regolari di Sant'Agostino dell'abbazia di Novacella, membri dei consigli pastorali parrocchiali, musicisti delle due bande locali, e cittadini in abiti tradizionali. Il sindaco, nel suo saluto al Pontefice, ha sottolineato l'importanza del conferimento. «Siamo noi -- ha detto -- che siamo onorati da questa nomina e in particolare dal fatto che lei l'abbia accettata.
Chi avrebbe mai potuto immaginare che un giorno ci sarebbe stato un Papa le cui radici familiari sono in parte nel Töll Hof a Raas/Rasa?». E ha concluso sottolineando che «attraverso i suoi antenati, noi siamo legati direttamente a lei, il capo della Chiesa universale. Per questo dobbiamo continuare a ricordare che siamo parte della Chiesa cattolica che trascende i confini dei nostri paesi e della nostra regione, e della quale lei è il rappresentante supremo».
In piazza San Pietro, novemila fedeli avevano partecipato all'udienza generale. Tra loro, trecento tra alunni, insegnanti e genitori -- con banda musicale al seguito -- del Centro educativo Bartolo Longo di Pompei, guidato da Filippo Rizzo, dei fratelli delle scuole cristiane, e József Szabadics, il quattordicenne ungherese che ad agosto ha vinto una medaglia d'oro ai giochi olimpici per malati oncologici.
(©L'Osservatore Romano 10 novembre 2011)
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