giovedì 3 novembre 2011

Il Papa: Il brano tratto dal Libro del profeta Osea ci fa pensare immediatamente alla risurrezione di Gesù, al mistero della sua morte e del suo risveglio alla vita immortale (Sir)

BENEDETTO XVI: LA CAPPELLA PAPALE IN SUFFRAGIO DI CARDINALI E VESCOVI

“Il brano tratto dal Libro del profeta Osea ci fa pensare immediatamente alla risurrezione di Gesù, al mistero della sua morte e del suo risveglio alla vita immortale. Questo passo di Osea – la prima metà del capitolo VI – era profondamente impresso nel cuore e nella mente di Gesù”: lo ha detto questa mattina il Papa nell’omelia della celebrazione che ha presieduto, all’altare della Cattedra nella basilica vaticana, in suffragio dei Cardinali e Vescovi defunti nel corso dell'anno. Dopo aver richiamati i nomi del membri del Collegio Cardinalizio scomparsi (tra loro gli italiani Michele Giordano, Giovanni Saldarini e Virgilio Noè), Benedetto XVI ha ripreso le parole del profeta Osea affermando che “più di una volta Gesù cita il versetto 6: ‘voglio l’amore e non il sacrificio, / la conoscenza di Dio più degli olocausti’. Invece il versetto 2 Gesù non lo cita, ma lo fa suo e lo realizza nel mistero pasquale: ‘Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo alla sua presenza’. Alla luce di questa parola, il Signore Gesù è andato incontro alla passione, ha imboccato con decisione la via della croce; Egli parlava apertamente ai suoi discepoli – ha aggiunto il Papa - di ciò che doveva accadergli a Gerusalemme, e l’oracolo del profeta Osea risuonava nelle sue stesse parole: ‘Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni, risorgerà’”
“L’evangelista annota che i discepoli ‘non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo’ – ha poi proseguito il Papa -.
Anche noi, di fronte alla morte, non possiamo non provare i sentimenti e i pensieri dettati dalla nostra condizione umana. E sempre ci sorprende e ci supera un Dio che si fa così vicino a noi da non fermarsi nemmeno davanti all’abisso della morte, che anzi lo attraversa, rimanendo per due giorni nel sepolcro”. Benedetto XVI ha quindi sottolineato che “proprio qui si attua il mistero del ‘terzo giorno’. Cristo assume fino in fondo la nostra carne mortale affinché essa sia investita dalla gloriosa potenza di Dio”. “E’ il battesimo della passione – ha poi affermato -, che Gesù ha ricevuto per noi e di cui scrive san Paolo nella Lettera ai Romani. L’espressione che l’Apostolo utilizza – ‘battezzati nella sua morte’ – non cessa mai di stupirci, tale è la concisione con cui riassume il vertiginoso mistero”. Il Papa ha poi concluso affermando, a proposito della risurrezione, che “era necessaria una forza benefica più grande di quella che manda avanti i cicli della natura, un Bene più grande di quello della stessa creazione: un Amore che procede dal “cuore” stesso di Dio e che, mentre rivela il senso ultimo del creato, lo rinnova e lo orienta alla sua meta originaria e ultima”.

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1 commento:

laura ha detto...

Per chi ha seguito la Messa odierna del Papa: avete visto con quanto affetto e devozione una signora ha baciato tre volte la mano del Papa mentre riceveva la Comunione eun'altra Gli ha toccato la mano e la casula e l'ha baciata?

Al di là dei commenti più o meno sciocchi dei giornalisti e dei confronti con Papa Wojtila, la gente vuole molto bene a Papa Benedetto e ogni evento pubblico, in Itala e/o all'estero, lo dimostra