Su segnalazione di Laura leggiamo:
Papa: La vita è un pellegrinaggio da vivere nella vigilanza e nella carità
Dio consegna a tutti dei talenti e una missione da compiere. Occorre custodire la carità in ogni azione da compiere, amando gli amici e i nemici. Un saluto a un folto gruppo di pellegrini filippini. La beatificazione di p. Carl Lampert, martire sotto il nazismo.
Città del Vaticano (AsiaNews)
L’esistenza terrena segnata dalla “provvisorietà” va vissuta “come un pellegrinaggio, tenendo lo sguardo rivolto alla meta, a quel Dio che ci ha creato e, poiché ci ha fatto per sé”. Per questo “Dio chiama ogni uomo alla vita e gli consegna dei talenti, affidandogli nel contempo una missione da compiere”, che è la carità.
Così Benedetto XVI ha commentato la liturgia di oggi (33ma domenica durante l’anno, A) nella sua riflessione prima dell’Angelus.
Citando l’apostolo Paolo, il papa ricorda che “ ‘il giorno del Signore verrà come un ladro di notte’ (1 Ts 5,2), cioè senza preavviso”. E mette in chiaro che questa venuta è legata alla “morte, seguita dal giudizio finale”. E aggiunge: “La consapevolezza del ritorno glorioso del Signore Gesù ci sprona a vivere in un atteggiamento di vigilanza, attendendo la sua manifestazione nella costante memoria della sua prima venuta”.
Richiamandosi poi alla parabola dei talenti del vangelo di oggi (Mt 25,14-30), egli spiega che “Gesù vuole insegnare ai discepoli ad usare bene i suoi doni: Dio chiama ogni uomo alla vita e gli consegna dei talenti, affidandogli nel contempo una missione da compiere. Sarebbe da stolti pensare che questi doni siano dovuti, così come rinunciare ad impiegarli sarebbe un venir meno allo scopo della propria esistenza”.
E citando san Gregorio Magno, sottolinea “che a nessuno il Signore fa mancare il dono della sua carità, dell’amore. Egli scrive: ‘È perciò necessario, fratelli miei, che poniate ogni cura nella custodia della carità, in ogni azione che dovete compiere’ (Omelie sui Vangeli 9,6) E dopo aver precisato che la vera carità consiste nell’amare tanto gli amici quanto i nemici, aggiunge: "se uno manca di questa virtù, perde ogni bene che ha, è privato del talento ricevuto e viene buttato fuori, nelle tenebre" (ibidem)”.
“La carità – egli ha concluso - è il bene fondamentale che nessuno può mancare di mettere a frutto e senza il quale ogni altro dono è vano (cfr 1 Cor 13,3). Se Gesù ci ha amato al punto da dare la sua vita per noi (cfr 1 Gv 3,16), come potremmo non amare Dio con tutto noi stessi e amarci di vero cuore gli uni gli altri? (cfr 1 Gv 4,11) Solo praticando la carità, anche noi potremo prendere parte alla gioia del nostro Signore. La Vergine Maria ci sia maestra di operosa e gioiosa vigilanza nel cammino verso l’incontro con Dio”.
Dopo la preghiera mariana, salutando le decine di migliaia di fedeli nella piazza, Benedetto XVI ha rivolto un saluto speciale in inglese a “un vasto gruppo di pellegrini filippini”. Ai saluti in tedesco, egli ha ricordato che oggi viene beatificato il sacerdote martire Carl Lampert a Dornbirn, ucciso “nel tempo oscuro del nazionalsocialismo”.
Il papa ha ricordato che in “un interrogatorio che avrebbe potuto portarlo alla libertà, testimoniò con convinzione: ‘Io amo la mia Chiesa. Io rimango fedele alla mia Chiesa e anche al sacerdozio. Io sto dalla parte di Cristo e amo la sua Chiesa’”.
© Copyright AsiaNews
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento