PAPA: AFRICA NON RINNEGHI SE' STESSA NE' ABBIA PAURA DEL NUOVO
Salvatore Izzo
(AGI) - Cotonou, 18 nov.
"La modernita' non deve fare paura, ma essa non puo' costruirsi sull'oblio del passato". Lo ha affermato Benedetto XVI nel discorso pronunciato all'arrivo a Cotonou.
"Il passaggio alla modernita' - ha spiegato rispondendo al saluto del presidente del Benin Bony Yayi - deve essere guidato da criteri sicuri che si basano su virtu' riconosciute, quelle che enumera il vostro motto nazionale, ma anche quelle che si radicano nella dignita' della persona, nella grandezza della famiglia e nel rispetto della vita". "Tutti questi valori - ha detto ancora il Pontefice - sono in vista del bene comune, l'unico che deve primeggiare e costituire la preoccupazione maggiore di ogni responsabile. Dio si fida dell'uomo e desidera il suo bene. Sta a noi rispondergli con onesta' e giustizia all'altezza della sua fiducia". "Da parte sua - ha assicurato - la Chiesa offre uno specifico contributo. Con la sua presenza, la sua preghiera e le sue diverse opere di misericordia, specialmente nel campo educativo e sanitario, essa desidera offrire cio' che ha di meglio. Vuole manifestarsi vicina a colui che si trova nel bisogno, a colui che cerca Dio. Desidera far comprendere che Dio non e' inesistente o inutile come si cerca di far credere, ma che Egli e' l'amico dell'uomo". "E' in questo spirito d'amicizia e di fraternita' - ha poi concluso il Papa tedesco rivolto a Boni Yayi - che vengo nel vostro Paese, signor presidente".
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PAPA SALUTA I CAPI TRIBU' DEL BENIN
Salvatore Izzo
(AGI) - Cotonou, 18 nov.
Colpito dal calore dell'accoglienza ricevuta all'aeroporto di Cotonou, Benedetto XVI ha voluto approfittare dell'occasione per salutare i Capi tradizionali delle tribu' del Benin. "Il loro contributo - ha detto - e' importante per costruire il futuro di questo Paese. Desidero incoraggiarli a contribuire, con la loro saggezza e la loro conoscenza dei costumi, al delicato passaggio che attualmente si va operando tra la tradizione e la modernita'".
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PAPA: RICORDA CON AFFETTO IL SUO AMICO NERO BERNARDIN GANTIN
Salvatore Izzo
(AGI) - Cotonou, 18 nov.
C'e' anche una ragione "piu' personale o piu' affettiva" che ha portato Benedetto XVI in pellegrinaggio nel Benin, paese tra i piu' poveri e dimenticati dell'Africa. "Ho sempre avuto grande stima - ha confidato nel discorso all'aeroporto di Cotonou - per un figlio di questo Paese, il cardinale Bernardin Gantin. Per molti anni abbiamo entrambi lavorato, ciascuno secondo le proprie competenze, al servizio della stessa Vigna. Abbiamo aiutato al meglio il mio Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, ad esercitare il suo ministero petrino". Con Gantin, ha ricordato ancora Joseph Ratzinger che insieme al suoamico africano ricevette la porpora da Paolo VI nel 1977, abbiamo avuto l'occasione di incontrarci parecchie volte, di discutere in modo profondo e di pregare insieme". Secondo il Pontefcie tedesco, "il cardinale Gantin si era guadagnato il rispetto e l'affetto di molti. Mi e' parso dunque giusto venire nel suo Paese natale per pregare sulla sua tomba e ringraziare il Benin di avere dato alla Chiesa questo figlio eminente. Anche sull'aereo Benedetto XVI ha parlato di Gantin confidando di averlo incontrato per la prima volta a Monaco, nel 1977, in occasione dell'ordinazione ad arcivescovo. "Era venuto - ha raccontato - perche' uno dei suoi alunni era mio allievo". Poi, ha raccontato, la successiva, lunga collaborazione condivisa in Vaticano alla testa dei rispettivi dicasteri ha cementato una bella e solida amicizia. "Ne ho sempre ammirato la sua intelligenza pratica e profonda e il suo senso di discernimento, il suo non cadere su certe fraseologie bensi' comprendere che cosa fosse l'essenziale e cosa non avesse senso. E poi quel suo senso dell'umorismo, davvero molto bello? Ma soprattutto era un uomo di profonda fede e di preghiera. Tutto questo ha fatto del cardinale Gantin non solo un amico ma anche un esempio da seguire, quello di un grande vescovo africano cattolico". Ora sono veramente lieto, ha concluso Benedetto XVI, di poter "pregare sulla sua tomba e sentire la sua vicinanza e la sua grande fede".
Quando il Pontefice e' poi rientrato nello scompartimento a lui riservato sull'aereo, il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, ha rivelato l'identita' dell'"allievo" di un tempo, grazie al quale i cardinali Ratzinger e Gantin fecero la loro conoscenza: si tratta del vescovo beninese Barthe'lemy Adoukonou, oggi segretario del Pontificio Consiglio della Cultura, tra i membri del seguito papale in questo viaggio apostolico.
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