Il viaggio del Pontefice in Benin nella testimonianza del cardinale Sarah
Pace e riconciliazione nascono dalla carità
di Mario Ponzi
La carità come strumento di riconciliazione, di pace e di giustizia. È stato uno dei temi costanti del magistero africano del Papa durante il recente viaggio apostolico in Benin. Lo sottolinea il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, nell'intervista rilasciata al nostro giornale al ritorno dall'esperienza vissuta accanto a Benedetto xvi in terra africana.
Uno dei motivi sui quali il Papa ha insistito nel suo magistero africano di questi giorni è stata la carità. Uno stimolo in più per Cor Unum?
Certamente la carità sta molto a cuore al Papa. Credo che l'indicazione più significativa in questo senso sia stata quella contenuta nell'omelia della grande messa celebrata nello stadio de l'Amicizia a Cotonou. Una volta di più ha ribadito il valore di quanto ciascuno di noi fa per il povero, per l'affamato, per il malato. Tutto ciò che si fa a uno di loro, lo si fa direttamente a Cristo. Un richiamo importante, che deve penetrare nell'anima di chi compie un gesto di carità, anche il più piccolo. In questo senso, ogni gesto di carità diventa un'espressione della nostra fede, del nostro desiderio di testimoniare che Cristo vive tra noi e che continua ad assicurare la sua presenza e il suo sostegno a chi soffre. E lo fa proprio attraverso la nostra opera di carità. Ancora una volta la parola del Pontefice è stata una parola d'incoraggiamento. Incoraggiamento anzitutto per l'Africa, affinché impari a considerare profondamente il senso della carità cui essa stessa è chiamata. Del resto la carità è una virtù che riassume, si potrebbe dire, tutta la fede cristiana.
Qual è il valore della carità nella nuova evangelizzazione così fortemente sollecitata dal Papa?
Questo è un argomento importante da sottolineare. Il Papa ha parlato molto in questi giorni di missio ad gentes. Una delle espressioni più concrete di questa missio è proprio la testimonianza dell'amore attraverso la carità. La Chiesa in Africa deve fare un grande sforzo in questa direzione. È vero che oggi ha bisogno soprattutto di riconciliazione, di pace e di giustizia. Ma è anche vero che la carità favorisce la riconciliazione. Anzi, direi che la riconciliazione è di per sé un'espressione di carità. Carità infatti è anche perdonare l'altro. E poi la pace. Essa è una conquista della carità. Dimenticare le colpe dell'altro è un gesto di carità se accompagnato da uno spirito di amore. L'amore copre tante cose, anche le colpe. La giustizia stessa è una forma di carità. Dunque, sia pure con parole diverse, il Papa ha continuato a proporre ovunque l'invito a vivere oggi la carità, in tutte le sue espressioni. La carità è anche una fonte di speranza.
Benedetto xvi però ha anche invitato l'Africa a non attendere l'aiuto degli altri; anzi, l'ha esortata ad avere coraggio e ad andare avanti da sola.
È chiaro che l'Africa non può continuare a contare solo sugli altri. Giustissimo dunque il richiamo del Papa. Il popolo africano deve impegnarsi con il lavoro, con la comunione tra le diverse etnie. Sarà anche un modo per far venire fuori la forza che il Signore ha messo dentro ciascuno di noi proprio per andare avanti, per camminare in questo mondo. Il Pontefice ha invitato l'africano a collaborare con il Signore facendo fruttare i talenti che gli ha donato. È vero che l'Africa ha necessità immense. Ma è anche vero che il suo popolo è chiamato a uno sforzo ulteriore per rispondere ai suoi stessi bisogni. Questo significa alzarsi e andare avanti con coraggio. Beninteso, questo non vuol dire sottrarsi al dovere di aiutare e sostenere le popolazioni del continente, esprimendo la nostra solidarietà sincera e disinteressata. Oggi è particolarmente difficile camminare da soli verso lo sviluppo. Noi dobbiamo aiutare gli africani a trovare la strada.
Cor unum ha in animo qualche nuova iniziativa in questa direzione?
Noi cerchiamo sempre di intervenire nei Paesi in cui la povertà è più drammatica. Ultimamente ci siamo mobilitati a sostegno della Somalia, nella quale la situazione della popolazione civile è quasi disperata. Ci siamo impegnati anche nell'assistenza dei tanti rifugiati in quel Paese. Quella dei rifugiati è un'altra grave sfida per la Chiesa.
Cor Unum, del resto, ha un grande compito: quello di mostrare concretamente l'amore del Papa per questo immenso continente.
È vero. Il Papa ama molto l'Africa. Ma anche l'Africa ama molto il Papa. Sono rimasto una volta di più sorpreso per le grandi manifestazioni di affetto che gli hanno dimostrato in questi giorni, ovunque egli sia passato. Veramente un'espressione concreta di questo grande amore.
(©L'Osservatore Romano 25 novembre 2011)
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