Iniziata la visita "ad Limina" dei vescovi Usa. Mons. Matano: la religione è un fattore di libertà per le nostre società
È iniziata ieri in Vaticano, e si protrarrà fino a sabato prossimo, la visita ad Limina dei vescovi della Regione I degli Stati Uniti. Il grande Paese americano vive, come del resto tutte le nazioni occidentali, l’epoca nella quale molto forti sono le pressioni di coloro che vorrebbero la religione fuori dal contesto della vita pubblica. Il collega della redazione inglese della Radio Vaticana, Chris Altieri, ha domandato al vescovo di Burlington, mons. Salvatore Ronald Matano, quale sia l’approccio della Chiesa su questo specifico punto:
R. – Well, I think we approach it as those who believe in Jesus, and we believe …
Mi sembra che il nostro approccio sia quello di coloro che credono in Gesù, e noi crediamo che il Vangelo che Gesù ci ha dato e la proclamazione di questo Vangelo siano dispensatori di vita. Per questo, noi non consideriamo gli insegnamenti di Gesù come un ostacolo alla libertà, ma piuttosto come la libertà che dura per sempre e non è racchiusa in una particolare cultura, in un’ideologia specifica o in una determinata epoca. Parlo della libertà che viene a ognuno di noi in primo luogo da Dio, che ci chiama suoi figli e nel Battesimo ci accoglie a far parte della sua famiglia. Dunque, il dialogo tra religione e sfera politica, tra religione e la sfera mediatica, tra religione e sfera educativa ha lo scopo di dilatare questi aspetti culturali e di darci una prospettiva che vada oltre ogni prospettiva umana. Come vediamo, quello che offriamo non è in alcun modo un ostacolo, ma veramente il lievito per la società.
D. – La Chiesa è presente attraverso le molteplici opere di carità ed assistenza nel campo della salute, dell’istruzione… Qualcuno ha messo in discussione la capacità della Chiesa nell’espletamento di questi compiti, di essere presenti nella società in questi modi. Qual è la risposta della Chiesa?
R. – Well, you’re quite correct: when our brothers and sisters first came …
Ha ragione: quando le nostre sorelle ed i nostri fratelli sbarcarono sulle spiagge americane, arrivarono con due elementi: la loro fede e il loro amore per la famiglia, che contribuirono alla crescita della Chiesa negli Stati Uniti. Una delle prime cose che furono fatte, prima ancora di costruire le chiese, fu di costruire le scuole per educare i giovani nella fede. E noi vogliamo continuare questa missione: il vescovo è il primo insegnante nella diocesi, è il primo maestro. Ma un vescovo non può insegnare da solo: tutti devono partecipare all’insegnamento, a cominciare dai genitori che sono i primi e i migliori maestri dei loro figli negli insegnamenti di una vita cristiana. Sostenuti dalle nostre scuole cattoliche, abbiamo molti programmi educativi e molti insegnanti specializzati che sono parte di questi programmi. Quello che noi chiediamo al nostro Paese – che è un luogo nel quale il concetto di libertà ha tanto peso – è la libertà di insegnare quello che dobbiamo insegnare, e di poter continuare a farlo liberamente, e che i diritti della nostra gente – in quanto cittadini – vengano rispettati. (gf)
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