sabato 19 novembre 2011

La preghiera del Papa per l'Africa assetata di giustizia (Salvatore Izzo)

PAPA: LA SUA PREGHIERA PER L'AFRICA ASSETATA DI GIUSTIZIA

(AGI) - Cotonou, 18 nov.

(dall'inviato Salvatore Izzo)

"O Maria Regina della Pace, esaudisci le piu' nobili aspirazioni dei giovani africani; esaudisci i cuori assetati di giustizia, di pace e di riconciliazione; esaudisci le speranze dei bambini vittime della fame e della guerra".
Con voce commossa Benedetto XVI ha invocato cosi' la Madre della Misericordia nella cattedrale di Cotonou.
Una preghiera che Joseph Ratzinger ha composto personalmente nei giorni scorsi e che da sola da' il senso di questa straordinaia prima giornata in Benin.
"Cio' che conta per il progresso civile e' superare la barriera dell'egoismo", ha spiegato questa mattina ai giornalisti durante il volo da Fiumicino a Cotonou, rilevando che pur con le sue contraddizioni, l'Africa puo' rappresentare davvero "una riserva di umanita'" per un Occidente "in deficit di speranza".
"Il Continente - ha ammesso - patisce grandi difficolta' tuttavia questa freschezza della vita che c'e' in Africa, la gioventu' cosi' piena di entusiasmo e di speranza, ma anche di umorismo e di allegria, ci mostra che c'e' qui una riserva di umanita'". Infatti, ha detto ancora il Pontefice che sta affrontando con grande entusiasmo questa nuova trasferta non facile per un uomo di 84 anni, "c'e' ancora la freschezza del senso religioso e della speranza, c'e' ancora una percezione della realta' metafisica, della realta' nella sua totalita' con Dio. Non la riduzione al positivismo, che restringe la nostra vita, la fa un po' arida e spegne anche la speranza".
"La modernita' non deve fare paura, ma essa non puo' costruirsi sull'oblio del passato", ha poi affermato nel discorso pronunciato all'arrivo a Cotonou. "Il passaggio alla modernita' - ha spiegato rispondendo al saluto del presidente del Benin Bony Yayi - deve essere guidato da criteri sicuri che si basano su virtu' riconosciute che si radicano nella dignita' della persona, nella grandezza della famiglia e nel rispetto della vita". E in forza di questi valori il Pontefice ha esortato oggi i governanti dell'Africa a non far infrangere il progresso, la giustizia e la pace "sugli scogli che esistono nel Continente africano e altrove".
E nel suo elenco degli ostacoli da evitare ha messo al primo posto "la sottomissione incondizionata alle leggi del mercato o della finanza". Una difficolta' - quella dell'asservimento alle logiche disumane che spesso regolano l'economia - che nell'analisi del Pontefice viene prima di fattori come "il nazionalismo o il tribalismo esacerbato e sterile che possono diventare micidiali, la politicizzazione estrema delle tensioni interreligiose a scapito del bene comune, o infine la disgregazione dei valori umani, culturali, etici e religiosi".All'aeroporto di Cotonou (intitolato alla piu' grande gloria del Benin, il cardinale Bernardin Gantin, predecessore alla guida del Collegio Cardinalizio e amico personale di Joseph Ratzinger che lo ha ricordato con commozione sull'aereo) erano presenti con i variopinti costumi anche i Capi tradizionali delle tribu' del Benin.
"Il loro contributo - ha detto il Pontefice salutandoli - e' importante per costruire il futuro di questo Paese. Desidero incoraggiarli a contribuire, con la loro saggezza e la loro conoscenza dei costumi, al delicato passaggio che attualmente si va operando tra la tradizione e la modernita'". In un futuro non lontano, ha previsto del resto Benedetto XVI, l'Africa potra' essere protagonista della Nuova Evangelizzazione. In questo contesto, pero', e' necessario, ha avvertito rivolgendosi stavolta ai vescovi del Continente ai quali domenica consegnera' l'Esortazione Apostolica "Africae Munus", che "il cristianesimo non appaia come un sistema difficile, europeo, che un altro non possa comprendere e realizzare, ma come un messaggio universale che affermi che c'e' Dio, che Dio ci conosce e ci ama e che la religione vissuta fa nascere la collaborazione e la fraternita'".
"Inoltre - ha scandito tornando sul tema di un ritorno della Chiesa alla poverta' che gli e' caro - e' importante che l'istituzione non sia troppo pesante: e' sempre molto importante che sia prevalente l'iniziativa della comunita' e della persona". Una considerazione piu' critica, il Papa teologo ha voluto riservarla pero' a certi eccessi delle liturgie africane: "Va bene - ha spiegato - anche una liturgia partecipativa ma non sentimentale: non deve essere basata solo sull'espressione dei sentimenti, ma caratterizzata dalla presenza del mistero nella quale noi entriamo, dalla quale ci lasciamo formare". Importante, ha affermato subito dopo il Pontefice, e' pure "non perdere l'universalita'" nell'inculturazione.
Anzi, ha detto, "preferirei parlare di interculturalita', non tanto di inculturazione, cioe' di un incontro delle culture" e "cosi' crescere anche nella fraternita' universale", aiutati da quel grande valore che e' la cattolicita'. In Africa, ha osservato inoltre, esiste una "grande diversita' di religioni che convivono nel rispetto reciproco e nella responsabilita' comune per la pace, per la riconciliazione interna ed esterna.
Mi sembra - ha confidato - che questa convivenza tra le religioni e il dialogo interreligioso come fattore di pace e di liberta' siano un aspetto importante". In proposito, Papa Ratzinger ha anche espresso una velata critica a chi nella Chiesa Cattolica vorrebbe forme di proselitismo sul modello delle sette religiose: "Non dobbiamo imitare queste comunita', ma chiederci cosa possiamo fare noi per dare nuova vitalita' alla fede cattolica". A partire, ha indicato, dall'annuncio di un "messaggio semplice, profondo, comprensibile".
Dopo una cerimonia di accoglienza all'aeroporto che e' stata veramente calorosissima, con centinaia di ragazze in abiti tradizionali che ballavano sulla pista trasformata dalla coreografia in un cielo azzurro in movimento, grazie al colore dei foulard delle danzatrici, c'e' stato per Papa Ratzinger uno straordinario bagno di folla nelle vie di Cotonou, dove le transenne, se c'erano, non hanno retto e le vie erano invase. Un popolo in festa lo ha cosi' accompagnato alla Cattedrale di Cotonou, dove il Pontefice raggiante ha reso omaggio a Maria Madre dell'Africa e agli eroici vescovi che hanno saputo guidare il cammino di questo Paese dal comunismo alla liberta': monsignor Christophe Adimou e monsignor Isidore de Sousa, che, ha detto, "si sono spesi senza risparmio al servizio del Vangelo e del Popolo di Dio, soprattutto delle persone piu' vulnerabili". "Tutti voi sapete - ha aggiunto il Pontefice rivolto alle migliaia di presenti - che monsignor de Sousa e' stato un amico della verita' e che ha avuto un ruolo determinante nella transizione democratica del vostro Paese". "In Maria - ha quindi ricordato parlando della Madre dell'Africa - abbiamo non soltanto un modello di perfezione, ma anche un aiuto per realizzare la comunione con Dio e con i nostri fratelli e le nostre sorelle". Il tema delal donna e' centrale in questo viaggio: nell'Esortazione "Africae munus" - ha anticipato il segretario generale del Sinodo, monsignor Nikola Eterovic in un'intervista all'Osservatore Romano - viene ribadita l'uguale dignita' dell'uomo e della donna, con l'esaltazione del ruolo unico e insostituibile della donna africana nella Chiesa e nella societa'. Il Papa invita i vescovi a incoraggiare la formazione delle donne perche' possano assumere la loro parte di responsabilita' nella comunita' sociale ed ecclesiale ed esorta tutti a contribuire a una necessaria promozione della donna liberandola da tutte le pratiche, anche ancestrali, che la umiliano e avviliscono. D'altra parte, mette in risalto le grandi doti femminili a servizio della riconciliazione attraverso l'accoglienza, la tenerezza, la misericordia, come pure a difesa della dignita' umana e, in particolare, della vita. Le donne, scrive il Pontefice, contribuiscono all'umanizzazione della societa'".
Tra le autorita' che hanno accolto a Cotonou il Papa c'era anche il cardinale Theodore Adrien Sarr, arcivescovo di Dakar e autorevole personalita' della Chiesa Africana, il quale ha lanciato un appello: "Speriamo che i media internazionali questa volta diano la dovuta attenzione al viaggio del Papa in Africa perche' durante il primo viaggio nel Continente hanno oscurato l'evento dando spazio a una sterile polemica". Il riferimento e' alla risposta sulla prevenzione dell'Aids che fu tagliata da alcuni media internazionali nella parte che riguardava l'impegno della Chiesa a favore dei malati.

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